Il bucco (Agathosma betulina o Barosma betulina) è una pianta arbustiva perenne di piccole dimensioni (può raggiungere al massimo il metro di altezza) con fiori bianchi o rosacei di circa un cm; appartiene alla famiglia delle Rutacee. È una pianta di origine sudafricana, ma viene coltivata anche in alcune zone del Sud America.
Le parti che venogono impiegate per scopi fitoterapici sono le foglie, che vengono raccolte durante i periodi della fioritura e della fruttificazione.
I componenti principali del bucco sono oli essenziali, flavonoidi, mucillagini, tannini e vitamine del gruppo B.
Oltre alla Agathosma betulina esistono altre piante che vengono denominate bucco; è importante verificare che la pianta cui si fa riferimento con questo termine non sia la Agathosma crenulata; in quest’ultima pianta infatti è presente un composto tossico, il pulegone.
Uso del bucco in fitoterapia
Nel XIX secolo il bucco fu ufficializzato come farmaco per il trattamento di cistite, uretrite, nefrite e catarro vescicale. Ancora oggi, in linea generale, è questo l’uso fitoterapico cui è destinato; viene inoltre consigliato per trattare la prostatite e la sindrome della vescica irritabile; come doccia vaginale il bucco viene consigliato nel trattamento di leucorrea e candidiasi.
I dosaggi consigliati variano a seconda delle forme farmaceutiche.
Sotto forma di infuso (30 g di sostanza in 600 ml di acqua per mezz’ora) vengono consigliati dai due ai quattro cucchiai da tavola per tre volte al giorno. Sotto forma di polvere il dosaggio è di 1-2 g di droga per tre volte al giorno; sotto forma di estratto secco in capsule vengono consigliati circa 150-200 mg di sostanza due volte al giorno.
Gli studi farmacologici attualmente disponibili indicano il bucco come una pianta sicura; le avvertenze principali sono quelle di non superare i dosaggi consigliati e di non somministrare il prodotto in gravidanza e durante l’allattamento.