Il fieno greco (Trigonella foenum-graecum) è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Leguminose. Di probabile origine asiatica, viene coltivata universalmente, in particolar modo nella Francia del sud, in Turchia, nell’Africa del Nord, in India e in Cina.
Proprietà del fieno greco
Le parti che sono utilizzate a scopi fitoterapici sono i semi, raccolti al momento della maturazione e in seguito essiccati, battuti e mondati. I costituenti principali dei semi sono olio essenziale, alcaloidi (fra i quali spiccano la trigonellina, la genzianina e la carpaina), flavonoidi (vitexina, quercetina, luteolina ecc.), saponine, mucillagini, vitamine A, B1 e C ecc.

Fieno greco (Trigonella foenum-graecum)
L’estratto di semi di fieno greco viene consigliato generalmente come sostanza dalle proprietà toniche e ricostituenti. Le indicazioni principali sono relative a convalescenza, denutrizione, anemia, gracilità. La presenza di saponine e mucillagini fa sì che il fieno greco venga indicato come sostanza utile alla riduzione dei livelli ematici di trigliceridi, colesterolo e glucosio (le saponine e le mucillagini provocano un ispessimento del muco che riveste il tratto gastrointestinale con conseguente riduzione dell’assorbimento delle sostanze nutritive concorrendo a un abbassamento dei lipidi ematici e di glucosio). Sempre per la presenza di mucillagini, viene consigliato in caso di stitichezza e processi infiammatori a carico del tratto intestinale.
Un utilizzo tradizionale è quello di stimolante delle ghiandole mammarie alla produzione di latte (proprietà galattogena); questa proprietà del fieno greco era nota fin dall’antichità.
Controindicazioni
Il ricorso a tale sostanza deve comunque essere ben ponderato; come può ridurre i livelli ematici lipidici e glicemici così può interferire con l’assorbimento di medicinali che vengono assunti oralmente; inoltre chi utilizza farmaci a effetto ipoglicemizzante dovrebbe utilizzare il fieno greco soltanto dietro stretto controllo medico per evitare potenziamenti indesiderati dei farmaci. Un’altra interazione da non sottovalutare è quella con i farmaci ipokaliemici; il fieno greco infatti può ridurre i livelli plasmatici di potassio; la somministrazione concomitante potrebbe essere causa di aritmie anche gravi. Deve essere altresì evitata la somministrazione di integratori in soggetti trattati con farmaci ad azione anticoagulante.
Alcune sperimentazioni su animali hanno mostrato che la presenza di derivati estrogenici (vitexina, quercetina, luteolina ecc.) può provocare la riduzione dei livelli plasmatici di triiodotironina (T3) e l’alterazione del rapporto triiodotironina/tiroxina (T4).
Il fatto che il fieno greco sia una sostanza naturale non significa che una sua integrazione possa essere fatta a cuor leggero. Alcuni prodotti fitoterapici possono avere effetti blandi o nulli, mentre altri possono essere causa di problematiche più serie di quelle che si intende trattare.