Noni è il nome comune di una pianta, Morinda citrifolia, nota anche come gelso indiano, appartenente alla famiglia delle Rubiacee. Il noni è una pianta arborea sempreverde originaria del Sud-Est asiatico; ha un’altezza generalmente compresa tra i 3 e i 6 metri circa, ma alcuni esemplari possono arrivare vicino ai 10 m; le foglie, piuttosto grandi, hanno forma ellittica, sono lucide e di color verde scuro.
La fioritura è costante (i fiori sono molto profumati, hanno cinque o sei petali che sbocciando assumono la forma a grappolo) e ogni mese il noni produce diversi kg di frutti.
La coltivazione del noni è praticata su tutta la fascia tropicale; la regione di maggior coltivazione è la Polinesia; la Morinda citrifolia è una pianta molto rustica che sa adattarsi piuttosto bene a diversi tipi di ambiente e di clima; riesce a tollerare sia le esposizioni molto soleggiate che quelle all’ombra; non ha necessità particolari per quanto riguarda il terreno perché riesce a svilupparsi tranquillamente sia nei terreni acidi che in quelli neutri o alcalini.
Il frutto del noni, un sincarpo (frutto composto che si è formato per la saldatura laterale di più frutti derivati da unico fiore oppure da un’infiorescenza), ha forma ovale ed è ricoperto da piccole protuberanze contenenti i semi (un frutto di noni può contenerne anche 150) di colore rossastro; inizialmente è verde, per poi diventare giallo e infine quasi bianco. La polpa matura è piuttosto tenera, molto odorosa e saporita.
Proprietà del noni (succo)
Le parti che sono utilizzate a scopi alimentari (come cibo o come integratore alimentare) derivano dai frutti; nel nostro Paese, il noni viene commercializzato sotto forma di succo (noni juice, succo di noni, la forma considerata come la più importante), capsule liofilizzate e olio.
L’estratto di Morinda citrifolia contiene vitamina C, vitamina B3, ferro e potassio in discrete quantità; presenti anche, ma in quantità meno significative, vitamina A, calcio e sodio. Altre sostanze contenute sono lignani, polisaccaridi, flavonoidi, beta-sitosterolo, alcaloidi, catechina, acidi grassi, iridoidi ecc.
In ambito fitoterapico, il noni viene considerato una pianta immunostimolante, disintossicante, tonica e antiossidante. Rientra nella categoria degli adattogeni (quella di ginseng ed eleuterococco).
Dai semi si ricava un olio che viene utilizzato come repellente per gli insetti.
Nell’ambito della medicina tradizionale, si utilizzano diverse parti del noni, ovvero radici, foglie, corteccia, semi, fiori e frutto.
In ambito alimentare si utilizzano i frutti maturi, che possono essere serviti crudi o cotti, nonché le foglie e i semi arrostiti.
Il Noni viene impiegato da diversi secoli per scopi alimentari. Le parti principalmente utilizzate in ambito culinario sono i frutti maturi (crudi e cotti), le foglie ed i semi arrostiti.
Altri impieghi del noni sono quelli come materiale da costruzione (legno), alimento per animali domestici (foglie) e colorante naturale (estratti di corteccia e radici).

In ambito fitoterapico, il noni viene considerato una pianta immunostimolante, disintossicante, tonica e antiossidante
Alcune considerazioni
Il noni è sul mercato degli integratori da qualche anno e, specialmente agli inizi, è stato descritto come l’elisir della salute perfetta e venduto soprattutto sotto forma di succo (noni juice).
La storia è piuttosto vecchia; periodicamente, infatti, vengono alla ribalta (e la Rete purtroppo contribuisce a diffondere tali ottimistiche informazioni) sostanze miracolose, supportate da ricerche sensazionalistiche.
In genere si tratta di ritrovati esotici che richiamano lontanamente la stregoneria, cioè i rimedi dell’uomo della medicina.
Vediamo di capire dove sta il trucco. Gli stessi ragionamenti sono applicabili anche ad altri rimedi. La storia si ripete sempre!
1) Il noni juice è il succo di una pianta polinesiana (Morinda citrifolia), da secoli usato dagli indigeni. Sarebbe eccezionale. Ma come mai questi popoli hanno una vita media decisamente inferiore a quella delle popolazioni occidentali? Con una battuta, il rimedio è eccezionale solo per chi lo vende.
2) L’introduzione nel mondo occidentale risale agli anni ’80 del XX secolo. Perché la sua commercializzazione è iniziata solo dopo 20 anni, se gli effetti erano così eclatanti e così visibili? Risposta: perché in realtà non lo erano e solo la necessità di trovare qualcosa di nuovo lo ha riproposto al pubblico.
Chi deve lanciare un integratore cosa fa? Ecco i tre step:
- Cerchiamo una “novità”, le altre sono già bruciate.
- Perché non usiamo il noni?
- Vai con il noni!
3) Allora se ne incomincia a parlare entusiasticamente, si scrive qualche pagina in Rete, si fa pubblicità su riviste, giornali ecc.
4) Si citano spesso le ricerche. Ora dovete sapere che le ricerche sono pubblicate su riviste scientifiche internazionali; esistono banche dati di queste pubblicazioni, per esempio PUBMED.
Se, per esempio, in PUBMED non c’è il termine xxxyyy (occorre introdurre i termini in inglese o, nel caso di rimedi fitoterapici, anche in latino), vuol dire che non è stato pubblicato niente sulle riviste scientifiche ufficiali. Se ci sono meno di 100 ricerche si deve ricordare che la ricerca non è scienza.
Proviamo con ginseng e otterremo migliaia di ricerche. Poi ovviamente non è detto che tutte queste ricerche siano importanti o che concludano positivamente sulla sostanza: bisogna leggerle, ma almeno ci sono.
Proviamo con creatine (il termine inglese per creatina); troviamo decine di migliaia di ricerche!
Proviamo con noni, si trovano poche decine di ricerche, se ne aggiungono ancora un po’ se usiamo anche Morinda citrifolia. Se confrontiamo le migliaia di ricerche sul ginseng e le poche decine di ricerche sul noni troviamo più o meno la stessa situazione: applicazione del principio attivo in campi molto, molto ristretti, su animali ecc. ecc. Infatti il ginseng non sconfigge il cancro, non ci rende più forti o più resistenti (la moda è ormai passata) ecc. Ciò non significa che il noni o il ginseng non siano degni di studio, ma che è molto ottimistico sperare di aver trovato la panacea di tutti i mali. Capendo qualche cosa di più della loro azione, magari si scopriranno veri farmaci molto potenti.
Proviamo con Herbalife (che fra l’altro vanta di avare annoverato un premio Nobel fra i suoi ricercatori): diverse ricerche che discutono sugli effetti negativi (epatotossicità, danno al cuore ecc.) dell’integratore.
5) I commerciali invece partono in quarta e danno per scontato che sia tutto oro ciò che luccica. Vengono citate ricerche mai pubblicate su riviste mediche come quella di Solomon (ricordo che anche gli scienziati illustri a volte si lasciano sedurre da campagne promozionali, come Luc Montagnier con la papaya); si tratterebbe di uno screening su oltre 8.000 soggetti. La ricerca ha valore nullo perché è stata condotta semplicemente secondo il modello dell’intervista (Morinda citrifolia (Noni): a literature review and recent advances in Noni research. Wang MY, West BJ, Jensen CJ, Nowicki D, Su C, Palu AK, Anderson G., Acta Pharmacol Sin. 2002 Dec;23(12):1127-41.): hai preso il noni? Ti senti meglio? Sì, eccellente, il noni funziona. Non c’è nessun controllo critico sulla pressione psicologica dell’intervistatore sul paziente. I dati poi sono francamente risibili perché parlano di miglioramento e non di guarigione. Ovvio che, se insisto, riesco comunque a strappare un sì alla ripetuta domanda: “ma non si sente un po’ meglio?” oppure un no a “ma sta proprio male come prima?“. Chi mi impedisce di annoverare fra i sì qualunque esitazione? Cosa serve la medicina visto che il noni curerebbe tutto, dalla depressione al cancro, passando per diabete e ipertensione?
6) Molte sostanze sono degne di essere studiate, ma da qui a ottenere un farmaco efficiente ce ne corre. L’uso poi di integratori è spesso ottimistico. Si pensi che in molte ricerche per ottenere un qualche risultato si usano dosi 10 o 50 volte superiori a quelle contenute negli integratori, dosi che costerebbero quindi una fortuna (decine di volte il costo dell’integratore che già costa parecchio!).