Lo zenzero (Zingiber officinale) è una pianta rizomatosa di origine tropicale della famiglia delle Zinziberacee, che comprende più di una cinquantina di specie, molte delle quali usate in cucina. Oltre ad aggiungere un sapore inaspettato e originale ai piatti, alle tisane e ai decotti, lo zenzero è apprezzato per le sue proprietà officinali e curative. Infatti, il suo utilizzo apporterebbe molto benefici all’organismo. Lo zenzero può essere consumato fresco, o essiccato o in polvere. Le sue proprietà sono dovute principalmente al gingerolo, una sostanza attiva biologicamente, in grado di influenzare alcuni processi nell’organismo.
Zenzero: benefici possibili
Sinteticamente, lo zenzero è impiegato:
- contro nausea e vomito,
- dolori mestruali,
- disturbi gastrointestinali,
- come antinfiammatorio e antidolorifico.
La proprietà più importante dello zenzero è come rimedio contro la nausea e il vomito (proprietà antiemetica). Questa proprietà è nota sin dai tempi più antichi (i marinai cinesi lo utilizzano da tempo immemorabile contro il mal di mare). L’efficacia antivomito dello zenzero viene paragonata a quella del Plasil (il noto farmaco a base di metoclopramide).
La sua efficacia è stata confermata in diversi campi, per esempio, come coadiuvante ai trattamenti dell’HIV: la ricerca suggerisce che assumere lo zenzero ogni giorno, trenta minuti prima di ogni dose di trattamento antiretrovirale riduce la nausea successiva. Sembra inoltre efficace per ridurre il rischio di nausea e vomito (fino all’80%) nei pazienti che hanno avuto un’operazione chirurgica. Lo zenzero può anche servire per ridurre la nausea indotta da capogiri e vertigini.
Lo zenzero viene impiegato anche per combattere la nausea da chemioterapia (in chi si sottopone a trattamenti chemioterapici, la nausea e il vomito sono fra i due effetti collaterali che si registrano con maggiore frequenza), anche se non tutti gli autori concordano su questo punto.
Un altro dei benefici documentati è quello di riuscire a calmare i dolori mestruali associati a episodi di dismenorrea. La ricerca mostra che l’assunzione di polvere di zenzero da 500-2.000 mg durante i primi 3-4 giorni di un ciclo riduce il dolore mestruale. C’è da rilevare che questi studi fanno riferimento a specifici estratti di zenzero (Zintoma, Goldaru). In particolare lo Zintoma, sembrerebbe funzionare tanto bene quanto i farmaci ibuprofene o acido mefenamico.
L’effetto contro la nausea trova impiego anche in gravidanza, per contrastare le nausee mattutine dei primi mesi (nausea gravidica; il suo utilizzo deve però essere autorizzato dal medico curante perché secondo alcuni autori è controindicato in gravidanza).
Altri impieghi documentati della pianta in ambito terapeutico sono relativi al trattamento di tutti quei segni e sintomi associati a una difficoltosa digestione (dispepsia), vale a dire, gonfiore addominale, meteorismo, flatulenza, rigurgito, eruttazione ecc. In effetti, la polvere di zenzero per impiego orale ha proprietà procinetiche, stimola ciò la peristalsi di stomaco e intestino accelerando quindi il transito dei cibi all’interno del tubo digerente.
Allo zenzero vengono anche attribuite leggere proprietà colagoghe (ovvero facilita la produzione e l’espulsione della bile favorendo, di conseguenza, il corretto funzionamento del fegato). Secondo alcuni, l’azione positiva sulla secrezione biliare avrebbe anche effetti ipocolesterolemizzanti (si avrebbe cioè una riduzione dei livelli ematici di colesterolo LDL, il cosiddetto colesterolo cattivo).

Zenzero
Dello zenzero sono state anche dimostrate le attività antiflogistiche (antinfiammatorie) e analgesiche (antidolorifiche); alcuni studi hanno evidenziato come l’assunzione di preparati a base di zenzero abbia una modesta efficacia in tal senso; lo zenzero è presente anche in alcuni preparati antireumatici per uso esterno grazie alle sue proprietà revulsive (i farmaci revulsivi inducono una notevole vasodilatazione e, conseguentemente, velocizzano i processi di riassorbimento dei liquidi nel caso di processi infiammatori).
L’assunzione di zenzero può ridurre leggermente il dolore nei pazienti affetti da osteoartrite, con un effetto simile a un comune antinfiammatorio non steroideo (come l’ibuprofene), anche per patologie artrosiche a carico dell’anca e del ginocchio.
Sono stati riportati studi, sebbene preliminari, che assocerebbero l’assunzione dello zenzero a una riduzione del danno epatico di alcuni farmaci, come quelli per la cura della tubercolosi.
Le proprietà antinfiammatorie dello zenzero trovano impiego in un altro interessante campo di applicazione: il miglioramento delle condizioni cardiovascolari, perché il gingerolo avrebbe la proprietà di diminuire il livello di glicemia di una percentuale attorno al 10%. Oltre alla glicemia, l’assunzione di zenzero diminuirebbe anche i livelli di colesterolo.
Zenzero – Benefici non dimostrati
Anche se spesso riportati su siti web e riviste, alcuni effetti dell’assunzione di zenzero non sono stati dimostrati, o comunque non esistono evidenze cliniche in proposito. Tra questi, l’efficacia nel contrasto ai dolori muscolari, compresi quelli indotti dall’esercizio fisico, e quelli come antinausea da viaggio (cinetosi).
Sono inoltre parecchie le patologie e gli stati morbosi per cui lo zenzero è stato studiato, ma i cui effetti necessitano di essere ulteriormente confermati. Tra questi vi sono:
- la nausea e il vomito associati a trattamenti chemioterapici antitumorali
- i postumi da sbornia di alcol
- ipertensione arteriosa (pressione alta)
- sindrome del colon irritabile
- mal di testa
- artrite reumatoide
- infezioni intestinali
- effetti collaterali dell’interruzione dell’uso di farmaci inibitori selettivi della ricaptazione serotonina (SSRI).
Infine, non ci sono evidenze dell’utilizzo di zenzero per migliorare i sintomi o abbreviare i tempi di recupero e guarigione da uno stato influenzale.
Dosi efficaci
Se assunto per via orale, per contrastare la nausea e vomito causati dal trattamento HIV/AIDS: 1 g di zenzero al giorno in due dosi divise trenta minuti prima di ogni trattamento antiretrovirale per quattordici giorni.
Per periodi mestruali dolorosi, se assunto per via orale, gli studi consigliano due differenti schemi di assunzione:
- 250 mg di un estratto di zenzero specifico (Zintoma, Goldaru) quattro volte al giorno per tre giorni dall’inizio del periodo mestruale;
- 1.500 mg di polvere di zenzero ogni giorno (suddivisi in tre assunzioni distinte), iniziando da due giorni prima delle mestruazioni e continuando per i primi tre giorni.
Per la nausea mattutina le dosi vano da 500 a 2.500 mg di zenzero al giorno in due o quattro assunzioni.
Per l’osteoartrite le dosi vanno 170 mg a 250 mg tre, quattro volte al giorno. A volte, l’estratto di zenzero è proposto come integratore assieme alla glucosamina (con dose di almeno 1.000 g al giorno), da assumersi per almeno un mese.
Per nausea e vomito dopo l’intervento chirurgico, si possono assumere 1-2 grammi di radice di zenzero in polvere 30-60 minuti prima dell’induzione dell’anestesia. A volte un grammo di zenzero viene somministrato anche due ore dopo l’intervento.
Se invece lo zenzero viene applicato sulla pelle sotto forma di gel, è stato proposto per l’osteoartrite: nella dose di 4 grammi al giorno in quattro assunzioni per almeno un mese e mezzo.
Per il trattamento dei disturbi da cattiva digestione viene suggerito un dosaggio di 180 mg per tre volte al giorno di rizoma essiccato e polverizzato.
Per il trattamento della dispepsia vengono consigliati anche infusi e decotti (che in genere hanno un’azione più blanda).
I dosaggi sopra riportati sono relativi a soggetti adulti; l’assunzione di prodotti fitoterapici a base di zenzero è infatti sconsigliata a soggetti minorenni.
In molte preparazioni fitoterapiche lo zenzero viene associato ad altri rimedi (per esempio, cumino, finocchio, anice, erba benedetta – o cardo santo – cannella, genziana).
Lo zenzero funziona davvero?
Come molti rimedi naturali, la sua efficacia si limita ai casi di scarso significato clinico, dal momento poi che le quantità assumibili sono generalmente basse (dell’ordine di 2-3 g al giorno). Inoltre, molti degli studi a supporto delle proprietà elencate sono molto recenti e coinvolgono un gruppo limitato di soggetti (meno di un centinaio, come nel caso delle presunte proprietà ipoglicemizzanti). Come spesso accade per altri alimenti naturali, lo zenzero è stato anche associato a effetti totalmente inesistenti, come quello dimagrante: sperare di perdere peso solo aggiungendo qualche grammo di zenzero alle pietanze è veramente ottimistico.
Lo zenzero è citato anche nella prevenzione, o addirittura per la cura, di alcune patologie importanti, come il morbo di Alzheimer e alcune forme di cancro. In quest’ultimo caso, sono citati in letteratura (PLos One, 2015) studi riguardanti le proprietà di inibire la proliferazione cellulare dei tumori della mammella e del colon-retto. Tuttavia, pur essendo un alimento/integratore dalle proprietà promettenti, gli studi al riguardo sono ben lontani da una solida dimostrazione scientifica e soprattutto da verifiche cliniche su larga scala.