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Fattori di rischio in gravidanza

I fattori di rischio in gravidanza sono quei fattori in grado di compromettere il buon esito di una gravidanza o di creare problemi di salute alla gestante; questi fattori sono numerosi; alcuni di essi possono essere presenti prima che la donna sia in stato interessante oppure insorgere nel corso della gravidanza.

Di seguito riportiamo un elenco dei più importanti fattori di rischio in gravidanza con una breve descrizione del problema.

Fattori di rischio in gravidanza: la storia pregressa

Età materna (<17 anni o >35 anni) – Le donne con un’età inferiore ai 17 anni corrono rischi maggiori di avere una preeclampsia o un’eclampsia nonché di partorire un neonato con un basso peso o con deficit nutrizionali.

Le donne che hanno superato i 35 anni invece, corrono maggiori rischi di sviluppare un’ipertensione arteriosa cronica o indotta dalla gestazione, miomi uterini o un diabete gestazionale. Nelle over 35, inoltre, è maggiore il rischio di distocia, termine che indica un parto complesso che richiede l’intervento ostetrico, manuale o strumentale, con pericolo di vita per la madre o per il feto. Si innalza anche il rischio di anomalie cromosomiche fetali; è per questo motivo che alle future madri ultratrentacinquenni viene consigliata l’esecuzione di una villocentesi o di un’amniocentesi.

Peso materno – Le donne che pesano meno di 45 kg prima della gravidanza corrono un rischio maggiore di partorire un neonato più piccolo per l’epoca gestazionale (condizione che viene spesso indicata con l’acronimo SGA, Small for Gestional Age; nel caso contrario si parla di AGA, Appropriate for Gestational Age). Nel caso in cui, oltre al peso iniziale inferiore ai 45 kg si abbia un aumento di peso in gravidanza inferiore ai 7 kg, il rischio di partorire neonati SGA aumenta considerevolmente.

Anche l’eccesso di peso all’inizio della gravidanza può determinare un aumento del rischio di complicazioni quali diabete gestazionale, ipertensione arteriosa e macrosomia fetale (neonato di peso superiore ai 4,5 kg).

Altezza materna <150 cm – Nei casi in cui la statura della donna sia inferiore ai 150 cm si registra un aumento dei rischi di sproporzione feto-pelvica, ritardo di crescita intrauterino e di parto pre-termine.

Multiparità – Le donne che hanno partorito più di quattro volte corrono rischi maggiori di andare incontro a ipocinesia uterina nel corso del travaglio di parto (nota anche come inerzia uterina, è condizione caratterizzata da debolezza e insufficienza dell’attività contrattile della muscolatura uterina nonché da una notevole riduzione di frequenza, durata e intensità delle contrazioni della muscolatura uterina rispetto alla norma) e di emorragie nel post-partum. Le donne pluripare inoltre corrono il rischio di un travaglio precipitoso con conseguente aumento del rischio di emorragie e di embolia amniotica. Va segnalato, infine, il fatto che nelle pluripare si registra una maggiore frequenza di placenta previa (una condizione nella quale la placenta cresce sul fondo dell’utero, in corrispondenza della cervice, quindi in modo anomalo).

Aborto abituale – Il rischio di aborto ricorrente nel caso di tre precedenti consecutive interruzioni spontanee precoci di gravidanza è molto elevato (attorno al 35%). È inoltre elevata la possibilità che si verifichi una morte uterina nel periodo che va dall’inizio del secondo trimestre e la parte iniziale del terzo trimestre di gestazione. Risulta anche aumentato il rischio di un parto pre-termine.

Anamnesi familiare di una condizione genetica – Un’anamnesi familiare positiva per un ritardo mentale o per malattie familiari incrementa il rischio che lo stesso disordine sia presente anche nel neonato.

Precedenti nascite premature o di neonati Small for Gestional Age – Maggiore è il numero di precedenti nascite premature e maggiore è il rischio di un parto pre-termine nella gravidanza in corso.

fattori di rischio in gravidanza

Le donne con una sola gravidanza precedente che abbiano concluso la gravidanza con la nascita di un figlio dal peso inferiore a 1,5 kg hanno una probabilità del 50% di avere un parto pre-termine nel caso di una prossima gravidanza.

Le donne che hanno partorito un figlio SGA devono essere sottoposte a controlli mirati all’esclusione della presenza di ipertensione arteriosa, nefropatie, insufficiente incremento ponderale, infezioni, fumo di sigaretta o abuso di alcol o sostanze stupefacenti.

Precedente nascita di feti morti o precedenti decessi neonatali – Un’anamnesi positiva per morte perinatale può essere segno della possibilità di anomalie citogenetiche fetali o dei genitori nonché di diabete materno, di una patologia cronica nefrovascolare, di ipertensione arteriosa, di una patologia del tessuto connettivo o dell’abuso di sostanze stupefacenti.

Nelle donne con decessi perinatali ricorrenti gli anticorpi anticardiolipina e/o il lupus anticoagulante possono essere aumentati.

Precedenti preeclampsia ed eclampsia – Un’anamnesi positiva per preeclampsia ed eclampsia incrementa il rischio di ipertensione arteriosa in una successiva gravidanza, specialmente nel caso in cui la madre sia affetta da una vasculopatia cronica di base.

Precedenti lesioni alla nascita – Le donne con una storia di travaglio prolungato, parto complicato, parto distocico o che hanno partorito neonati per i quali è stato necessario intraprendere un trattamento intensivo corrono maggiori rischi di parti operativi (ovvero che richiedono un intervento strumentale o manuale da parte dei sanitari).

Precedenti nascite macrosomiche – Un precedente parto macrosomico (parto di un neonato dal peso superiore ai 4,5 kg) suggerisce che la presenza di diabete materno; nel caso si sospetti la presenza di questa patologia è necessario effettuare dei controlli periodici con test da carico alla decima, alla ventesima e alla ventottesima settimana.

Precedenti neonati con disordini genetici o anomalie congenite – Alle donne che hanno partorito figli con disordini genetici o anomalie congenite devono essere consigliati vari test quali amniocentesi, villocentesi, analisi del DNA, ecografia ecc. per determinare la presenza di anomalie congenite per le quali esiste un forte rischio di recidiva.

Fattori di rischio in gravidanza: la gravidanza in corso

Gravidanza multipla – Nel caso di gravidanza multipla aumentano i rischi di malformazioni fetali, complicazione durante il parto e di parto pre-termine.

Gravidanza prolungata (>42 settimane) – Nel caso di gravidanza prolungata l’incidenza della mortalità neonatale e quella di mortalità intrauterina triplicano.

Fattori di rischio in gravidanza: la salute della donna

Malformazioni del tratto genitale – Le malformazioni del tratto genitale (per esempio un utero bicorne o un utero setto) aumentano i rischi di un aborto spontaneo o di un parto prematuro.

Fibroma uterino – Il fibroma uterino è una condizione che si presenta con maggiore frequenza nelle donne anziane; nel caso di donne in stato interessante, la presenza di un fibroma uterino aumenta il rischio di distocia, presentazione fetale anomala, placenta previa, travaglio pre-termine e aborto abituale.

Isoimmunizzazione materno-fetale – Con questa terminologia si fa riferimento a un’incompatibilità fra il gruppo sanguigno materno e quello del feto. In questi casi il neonato può subire conseguenze anche molto gravi. Va detto che con le terapie esistenti il problema è ormai in via di scomparsa.

Ipertensione arteriosa – Nella donna incinta affetta da pressione alta risultano aumentati sia i rischi di mortalità materna sia i rischi di mortalità fetali; aumentano altresì i rischi di complicanze cerebrali, cardiache e renali nella partoriente nonché i rischi di distacco placentare e il ritardo di crescita intrauterina.

Esposizione ad agenti teratogeni – Si fa riferimento sia a determinate patologie infettive (herpes simplex, parotite, rosolia, varicella, sifilide, toxoplasmosi, epatite virale, infezioni da citomegalovirus ecc.) sia a numerose sostanze (alcol, numerosi farmaci, sostanze stupefacenti e fumo di sigaretta).

Infezioni cervicali e vaginali – Le infezioni vaginali e cervicali possono essere causa di rottura prematura delle membrane o di parto pre-termine. Fra gli agenti responsabili si ricordano gli streptococchi di gruppo B, la clamidia, le specie di Mycoplasma, quelle di Ureaplasma e gli organismi associati alla vaginosi batterica.

Pielonefrite – Le donne affette da pielonefrite corrono maggiori rischi di parto pre-termine e di rottura prematura delle membrane.

Febbre – Una febbre superiore ai 39,5 °C nel corso del primo trimestre di gravidanza è associata un incremento del rischio di aborto di anomalie a carico del sistema nervoso centrale. La febbre molto alta a gravidanza avanzata è associata al travaglio pre-termine nel caso in cui il rialzo febbrile sia determinato da una pielonefrite o da un’infezione del liquido amniotico.

Polidramnios (idramnios) – Una presenza eccessiva di liquido amniotico può determinare una severa dispnea nella madre e può essere anche causa di parto pre-termine. La sua presenza è associata a diabete materno non controllato, ad anomalie fetali, a gravidanze multiple e a isoimmunizzazione. In molti casi la sua eziologia è sconosciuta.

Oligoidramnios – Una quantità di liquido amniotico eccessivamente bassa è associata a vari problemi fra cui anomalie congenite del tratto urinario del feto, a grave ritardo di crescita intrauterina, a morte fetale e a sindrome di Potter (agenesia renale bilaterale), una rara malformazione neonatale caratterizzata dalla mancata formazione di entrambi i reni o da una loro conformazione anomala.

Problemi chirurgici acuti – Un intervento chirurgico d’urgenza eseguito in corso di gravidanza è associato al rischio di parto pre-termine.

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