L’agopuntura è una delle branche della Medicina Tradizionale Cinese più note al mondo occidentale. Si tratta di un procedimento terapeutico dalle origini antichissime; (V millennio a. C.); nel Nei Ching So Wen (il primo testo che ne parla), l’imperatore giallo è acculturato dal medico di corte a riequilibrare le forze opposte per giungere all’equilibrio che esclude le malattie.
Si ritiene che l’agopuntura sia stato il primo procedimento terapeutico cinese introdotto nel continente europeo.
La legge
Attualmente l’agopuntura è praticata in tutto il mondo, cambia però il quadro legislativo di riferimento. Nel nostro Paese, attualmente, può essere praticata da medici che abbiano ottenuto l’abilitazione; in caso contrario si è perseguibili penalmente (sentenza della Corte di Cassazione, 1982). Sostanzialmente, l’essere medico consente di praticare legalmente l’agopuntura; è però vero che non esistono corsi universitari di formazione medica per questa disciplina; il medico interessato a praticarla può quindi seguire un corso qualificato, ma anche un pseudo-corso di durata relativamente breve (pochi mesi), quando in realtà sembra siano necessari almeno tre anni di studio.
I principi dell’agopuntura
L’agopuntura è basata sulla suddivisione del corpo in una rete di canali, detti anche meridiani; possiamo quindi, un po’ grossolanamente, considerare il corpo umano come una specie di territorio percorso da dei fiumi (i meridiani principali); a questi meridiani affluiscono altri meridiani, detti meridiani secondari (che potremmo definire come torrenti che alimentano i fiumi).
Secondo l’agopuntura esistono dodici meridiani principali, otto meridiani extra e 15 meridiani collaterali. I meridiani sono distinti in meridiani yin e yang.
I meridiani sono percorsi dal qi, l’energia vitale distinta in tre tipologie, nutritizia, ancestrale e difensiva. Il qi, trasmessoci dai genitori, può essere fortificato con il respiro, l’alimentazione e lo stile di vita. I punti (ting) su cui l’agopuntura agisce sono individuati sul sistema dei meridiani, sono diverse centinaia (secondo alcuni sono 365, come i giorni dell’anno, ma a seconda delle varie scuole il loro numero varia) e corrispondono agli organi malati.
Per comprendere meglio le basi dell’agopuntura si deve considerare che, secondo quanto affermato dalla Medicina Tradizionale Cinese, l’uomo rappresenta una specie di universo regolato da determinati meccanismi. La salute dell’uomo deriva dall’equilibrio di forze fra loro contrapposte (yin e yang); quando tale equilibrio è turbato, si hanno manifestazioni di tipo patologico.
Il compito del medico agopuntore è quello di mantenere (l’agopuntura è considerata anche come metodo di tipo preventivo) o ristabilire l’equilibrio fra le due forze in modo che l’energia che percorre i meridiani fluisca in modo corretto.

In Italia sono circa 3.500 i medici che praticano agopuntura
Agopuntura: la pratica
L’agopuntura consiste nell’infissione di sottili aghi nei ting. Ovviamente ciò può avvenire soltanto dopo che è stata posta una diagnosi.
Gli aghi sono composti da un corpo (una bacchetta di acciaio e rame con punta affilata e sottilissima, lunga otto cm) e da un manico (una serpentina di metallo avvolto, di rame, di ottone o di materiale argentato).
Il paziente non avverte dolore, al più la sensazione di un leggero graffio; altre sensazioni che potrebbero essere avvertite dal paziente sono formicolio, sensazione di scossa elettrica, senso di pesantezza ecc.). Alcuni aghi sono inseriti e tolti dopo poco tempo, altri sono lasciati nei ting per una ventina di minuti; l’agopuntura non prevede l’iniezione di alcuni tipo di farmaco. L’agopuntura prevede generalmente cicli di dieci sedute (una-due sedute settimanali).
Nelle patologie di tipo cronico sono previsti cicli di agopuntura ripetuti nel corso dell’anno. In alcuni casi è applicato agli aghi uno stimolatore elettrico a bassa intensità; si parla in questo caso di elettro-agopuntura. Esiste anche una forma di agopuntura senza aghi; si tratta della digitopressione, terapia che sfrutta gli stessi punti utilizzati dall’agopuntura tradizionale.
Talvolta l’agopuntura è affiancata da un altro tipo di terapia, la moxibustione (anche moxa o moxaterapia) una tecnica che utilizza il calore prodotto da una pianta del genere Artemisia, con essa sono confezionati alcuni “sigari” che vengono appoggiati sulla cute.
L’agopuntura è una tecnica credibile?
Se affermassimo che i sintomi di una malattia sono il frutto della punizione divina per i peccati del paziente chi accetterebbe questa tesi? Probabilmente nessuno. Eppure moltissime persone credono veramente all’esistenza di meridiani, energia vitale ecc. Per capire quanto questa credenza sia preistorica, usiamo un’analogia. I greci e i romani sapevano poco di meteorologia, ma nonostante ciò avevano una conoscenza pratica (per esempio per l’agricoltura) dei fenomeni atmosferici. Teoricamente avevano inventato la panzana che i temporali erano il frutto dei litigi di Zeus (Giove) e di Era (Giunone). In altri termini, la presunzione umana di voler spiegare tutto spesso fa “inventare” cause decisamente assurde. Chi ha visto i meridiani e chi ha misurato l’energia vitale? L’agopuntura in qualche caso funziona o, per meglio dire, funzionicchia, ma il successo di centinaia di anni di prove ha prodotto una teoria inconsistente dal punto di vista scientifico.
L’agopuntura è stata impiegata in origine per curare sintomatologie reumatiche, è stata poi usata per molte patologie (malattie allergiche, respiratorie, disturbi del ciclo ecc.). La scienza ufficiale è ancora scettica nei confronti di questa disciplina poiché gli studi che sembrano affermare la validità della terapia non si basano su gruppi di controllo, ma su esperienze soggettive di pazienti dove la tipologia della malattia trattata (che normalmente alterna fasi di remissione a recidive) o l’evoluzione comunque positiva della stessa anche in assenza di cure (cioè il fattore tempo come guaritore certo) o l’effetto placebo rendono nullo ogni valore scientifico dell’esperienza.
Si deve inoltre considerare che l’agopuntura si basa su concetti metafisici (energia universale, forza vitale ecc.) la cui consistenza scientifica è nulla e si vanno a ignorare conoscenze consolidate delle scienze mediche come l’anatomia, la microbiologia, la farmacologia ecc. Gli stessi praticanti l’agopuntura sostengono che la loro terapia non è in grado di guarire tumori, malattie degenerative (come il morbo di Parkinson), autoimmunitarie (per esempio l’artrite reumatoide) e psichiatriche.

Modello per agopuntura
Cosa funziona e cosa non funziona
Cosa funziona – Operando comunque su terminazioni nervose, l’agopuntura è in grado di ottenere risultati nel campo dell’analgesia (chirurgica o no). A prescindere da ogni interpretazione filosofica o religiosa, l’azione degli aghi produce un’insorgenza delle onde del pre-sonno e la riduzione del potenziale d’azione degli stimoli dolorosi nonché a livello cerebrale la produzione di sostanze antiserotoniniche con conseguente aumento della soglia del dolore. A prescindere da alcune posizioni trionfalistiche, il riassunto della rivista scientifica Effective Health Care (2002) parla di efficacia dell’agopuntura:
- nella nausea e nel vomito che accompagnano un’operazione o la chemioterapia;
- in dolori che seguono interventi sui denti;
- in una piccola percentuale di dolori cronici (artrosi, mal di schiena o mal di testa) che non sono stati risolti con le terapie classiche.
Cosa non funziona – Purtroppo tutto il resto. L’agopuntura non funziona nelle dipendenze (alcol, fumo ecc.: non c’era bisogno dello studio per capirlo, ma bastava applicare il buon senso. Se l’agopuntura funzionasse, il successo sarebbe la miglior pubblicità e non esisterebbero più né drogati né fumatori) e nella cura dell’obesità.
Anche l’agopuntura, come altre medicine alternative, non sfugge alla legge di guarigione totale: non esistono patologie guarite certamente da questa disciplina (se così fosse la sua diffusione in Occidente avrebbe avuto un rilievo enorme). Chi si dice guarito dall’agopuntura in genere soffriva di disturbi vaghi, di natura o causa non meglio identificate, in cui la rimozione casuale del motivo scatenante la patologia, l’effetto tempo o la componente psicologica giocavano un ruolo essenziale.