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Bioritmi

I bioritmi furono “scoperti” nella Vienna della fine del XIX sec. come tentativo di migliorare la conoscenza dell’uomo. I bioritmi sono un esempio di filosofia scambiata per scienza o, se vogliamo, di intuito emotivo: il falso scienziato applica l’intuito emotivo per dedurre proposizioni e teorie.

Anche nel caso dei bioritmi si utilizza una descrizione verosimile (a metà strada fra psicologia e biologia) per dedurne conseguenze pratiche. Il tutto funziona finché non si chiede “dove sono le prove?”. E infatti le prove non ci sono.

Teoria dei bioritmi

La nostra vita dovrebbe essere regolata da cicli che si influenzano fra di loro e che consistono in una fase di scarica (liberazione di energia) e di una fase di carica (accumulo di energia). È banale capire che tale proposizione nasce dall’analogia con cicli naturali come il giorno e la notte, il sonno e la veglia ecc. I cicli sarebbero tre.

In passato non vi è stata uniformità di vedute sull’inizio di tali cicli, oggi convenzionalmente i cicli partono dal momento della nascita. Anche la forma del ciclo fu oggetto di discussione. Oggi si privilegia la rappresentazione sinusoidale.

bioritmi

La pratica di consultare i bioritmi diventò popolare negli anni ’70 del secolo scorso in seguito all’uscita di diversi libri scritti da B. Gittelson

Bioritmi: i cicli

I tre cicli dei bioritmi sono il ciclo fisico, il ciclo emozionale e il ciclo intellettuale. Di seguito una breve analisi.

Il ciclo fisico (proposto da Swoboda e Fliess alla fine del XIX sec.) avrebbe una durata di 23 giorni e determinerebbe il rinnovamento delle cellule dei tessuti ossei e delle fibre muscolari. Nella fase alta l’organismo sarebbe più resistente, mentre sarebbe più vulnerabile nella fase bassa. Fisiologicamente esistono moltissime grandezze che non rispettano tale ciclo (per esempio i globuli rossi hanno una vita di 120 giorni).

Il ciclo emozionale (“scoperto” anch’esso da Swoboda e Fliess) determinerebbe il rinnovo delle cellule del sistema nervoso, dell’apparato digerente e degli organi sessuali. Già questo fisiologicamente è assurdo e si spiega solo con le scarse conoscenze dell’epoca. È però incredibile che si continui a credere a queste sciocchezze.

A titolo di curiosità, si può ricordare come i due ricercatori chiamarono i due cicli (fisico e emozionale) maschile e femminile (ovvia la lunghezze di 28 giorni per il ciclo femminile, con riferimento alle mestruazioni).

Il ciclo emozionale governerebbe le funzioni digestive e riproduttive. Nella fase alta il soggetto sarebbe in armonia con l’esterno, mentre in fase bassa si privilegerebbe la solitudine e la calma.

La demolizione della teoria è rappresentata da tutti coloro che hanno una costanza emozionale. Infatti nella fase bassa, piccole contrarietà dovrebbero renderci collerici, si avrebbero difficoltà a superare ostacoli e si avrebbe un atteggiamento depresso, tendendo alla compensazione con abusi vari (cibo, alcol, fumo ecc.).

Il ciclo intellettuale durerebbe 33 giorni (fu proposto da Teltscher, Herseye e Bennet nel 1920) e seguirebbe il ciclo biologico delle cellule cerebrali. Nella fase alta l’elasticità mentale e l’intelligenza sarebbero più performanti, nella fase bassa più depresse.

Cosa c’è di vero?

Nulla. I bioritmi possono essere considerati poco più affidabili dell’astrologia. L’enorme semplificazione fisiologica di ciò che accade nel nostro corpo, rende la teoria dei bioritmi priva di ogni significato pratico. Ovvio che se la persona ci crede e ha una variabilità di carattere, non faticherà a trovare riscontri nella curva sinusoidale. Infatti i suoi alti e bassi potranno coincidere casualmente con una o più curve e, quando accade, per effetto risultato, propagherà entusiasticamente la notizia, mentre ovviamente non sono mai propagati i casi in cui non c’è corrispondenza con la curva.

I presunti effetti dei bioritmi

Esistono diverse pubblicazioni e “ricerche” che millantano presunti effetti dei bioritmi. In realtà in tali ricerche sono stati usati trucchi molto fini. Consideriamo, per esempio, la riduzione degli incidenti sul lavoro ottenuta in certi test di prova. La riduzione degli incidenti è dovuta al fatto che gli operai vengono avvisati sui giorni critici e quindi prestano più attenzione nel lavoro (fattore suggestione). Ricerche in doppio cieco (cioè senza che il conduttore dell’esperimento e il campione fossero informati) non hanno mai dato esiti positivi!

Ma c’è di più. Il ricercatore americano William Bainbridge ha dato false informazioni a un gruppo d’atleti, convincendoli che il loro bioritmo era favorevole quando invece era disastroso. Morale: risultati eccellenti in presenza di bioritmi negativi.

Quindi abbandoniamo i bioritmi come facile scorciatoia per comprendere noi stessi e il mondo.

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