L’idrocolonterapia (anticamente nota come irrigazione intestinale) è una pratica che affonda le proprie radici nella medicina egizia (XVI sec. a.C.) e il suo utilizzo nel corso dei secoli è ampiamente documentato; si dovrà però attendere il XIX secolo prima che la procedura diventi abbastanza simile a quella praticata modernamente.
Nel XX secolo, per trattare di epoche relativamente più recenti, Hervey Kellog, un noto gastroenterologo statunitense, pubblicò (1906) un dettagliato trattato sull’idrocolonterapia; nella sua opera, il medico statunitense raccomandava questa pratica nel trattamento di varie condizioni morbose (colera, colite, patologie epato-biliari ecc.).
Un notevole aiuto alla diffusione dell’idrocolonterapia venne da due studiosi di igiene statunitensi, James A. Wiltsie e Joseph E.G. Waddington. I due medici ritenevano che esistesse uno stretto collegamento fra cattiva salute intestinale e cattiva salute generale. Scrivevano infatti: “Il funzionamento anormale dell’intestino è il precursore delle cattive condizioni generali e, soprattutto, di malattie croniche… E così ritornare a una funzione intestinale normale è spesso il passaggio indispensabile per tornare a uno stato di buona salute“.
Anche all’epoca però, come del resto oggi, le posizioni dei vari autori sull’idrocolonterapia non erano unanimi tant’è che la metodica fu screditata dall’AMA (American Medical Association).
Attualmente la metodica in questione è piuttosto diffusa e sono diversi i centri che la praticano.
I sostenitori dell’idrocolonterapia suggeriscono di utilizzare questa tecnica di medicina alternativa per trattare varie condizioni morbose, in particolar modo stitichezza ostinata, meteorismo, distensione addominale, colon irritabile, patologie diverticolari (non acute), dispepsia, micosi intestinali, micosi rettali, micosi ano-perianali e coliti aspecifiche (da cause batteriche e tossiche).
Esistono anche controindicazioni assolute all’utilizzo di questa metodica, è il caso di soggetti affetti da gravi patologie cardiovascolari, aneurisma dell’aorta addominale, patologie del colon e/o del retto, colite ulcerosa, morbo di Crohn colico in fase attiva, coliti specifiche in fase attiva, patologie diverticolari in fase acuta, insufficienza renale, emorragie e perforazioni gastrointestinali.
Le sedute di idrocolonterapia sono controindicate anche nel caso di donne che si trovano in una fase avanzata della gravidanza, soggetti che hanno recentemente subito interventi chirurgici al colon o al retto, soggetti affetti da problematiche proctologiche in fase acuta (ragadi anali, emorroidi ecc.), soggetti che presentano ernie voluminose della parete inguinale ecc.
A seconda delle fonti, le condizioni morbose trattabili con l’idrocolonterapia sono decisamente più numerose di quelle citate in precedenza. Certo che leggere che l’idrocolonterapia può essere utile anche in caso di depressione lascia alquanto perplessi…

La sindrome del colon irritabile è una delle condizioni patologiche per le quali risulterebbe indicato il ricorso all’idrocolonterapia
Idrocolonterapia – A cosa serve?
L’idrocolonterapia è una metodica sostanzialmente basata sul principio che se l’intestino non funziona bene, il corpo si intossica e altri organi devono presiedere allo smaltimento delle tossine.
È quindi una delle varie terapie che si basano sul concetto di “intossicazione” del corpo, concetto sicuramente molto affascinante, ma scarsamente provato: non esistono, infatti, parametri clinici che evidenziano in modo sensibile e specifico l’intossicazione. In modo sensibile e specifico vuol dire che:
a) tutti coloro che sono intossicati hanno tali parametri fuori norma;
b) solo quelli che sono intossicati (ma conducono una vita apparentemente normale senza chiare cause di rischio come alcol, fumo, sovrappeso ecc.) hanno tali parametri fuori norma.
L’idrocolonterapia è l’esempio di come ragionare in modo approssimativo e non scientifico possa produrre risultati a prima vista interessanti; approfondendo il ragionamento con maggior spirito critico nascono però molte perplessità logiche.
1) Perché solo il colon? L’apparato digerente non è costituito solo dal colon; ripetendo lo stesso ragionamento, anche le altre parti possono produrre “intossicazione”. Psicologicamente si associa l’intossicazione al materiale fecale, ma, se si pensa al vomito, si comprende subito che anche lo stomaco e altri tratti dell’intestino possono essere, in teoria, “inquinati”.
2) A prescindere dall’indubbio condizionamento psicologico del concetto di pulizia del corpo, in genere la terapia non ha guarito malattie che rientrano nel suo raggio d’azione: depressioni (!), psoriasi, artropatie ecc. Purtroppo tali malattie sono ancora di difficile guarigione sia da parte della medicina tradizionale sia da parte della medicina alternativa. Si legga l’articolo sulla legge di guarigione totale per capire la differenza fra terapia efficace e terapia proponibile.
3) Ammesso, ma non concesso, che problemi di varia natura possano derivare da un’intossicazione del corpo non specifica (cioè non dovuta a un agente facilmente individuabile, come per esempio il piombo in lavoratori esposti a esso), è innegabile che qualunque terapia che rimuova la “sporcizia” è del tutto inefficace se non si rimuovono le cause della sporcizia. Poiché un settore non piccolo della popolazione vive bene (anche se molti vorrebbero far credere che tutti siamo intossicati!), il concetto di intossicazione deve ricercarsi nello stile di vita del soggetto:
- sedentarietà
- alimentazione errata (sovrappeso in particolare)
- stress e/o psicologia comunque fragile
- alcol, fumo
- ecc.
Se il soggetto usa la terapia, ma non rimuove le cause, nel giro di poche settimane sarà nelle stesse condizioni precedenti.
In genere la seduta di idrocolonterapia viene preceduta da una preparazione (anche farmacologica) del paziente; l’irrigazione del colon dura meno di un’ora ed è realizzata grazie a una strumentazione regolata dal terapeuta. Il colon reagisce contraendosi, eliminando il materiale fecale.
Secondo i sostenitori della terapia, in questa fase si eliminerebbe anche il materiale inquinante.
Idrocolonterapia – Costi
n genere, il terapeuta propone il numero “magico” di 10 sedute (i costi oscillano, a seconda dei casi, fra gli 80 e i 150 euro).
Il nostro giudizio
Il nostro giudizio sull’idrocolonterapia non può che essere negativo. Infatti, come nel caso di molte altre discipline alternative, il meccanismo d’azione psicologico è sicuramente negativo: predispone a un “rimedio dall’esterno” anziché alla risoluzione dei problemi che sono alla base del malessere del soggetto.
In altri termini, queste terapie portano alla stessa condizione psicologica di chi abusa dei farmaci tradizionali: anziché capire perché ha problemi, il soggetto è portato a pensare che tutti abbiano tali problemi e che sia “naturale” intervenire con azioni dall’esterno (farmaci o terapie). Spesso resta una persona “malaticcia” per tutta la vita.

L’idrocolonterapia è una metodica sostanzialmente basata sul principio che se l’intestino non funziona bene, il corpo si intossica e altri organi devono presiedere allo smaltimento delle tossine.
Idrocolonterapia – Lo studio di Mishori
Nell’agosto del 2011, in un articolo intitolato Idrocolonterapia sotto accusa, pochi benefici e tanti rischi, la nota agenzia Adnkronos riportò i risultati di uno studio effettuato da un’équipe guidata da Ranit Mishori, medico di medicina generale presso la Georgetown University School of Medicine.
Mishori e i suoi collaboratori avevano esaminato 20 studi che trattavano di idrocolonterapia e che risalivano all’ultimo decennio; i vari studi evidenziavano scarse evidenze di benefici a fronte di numerosi effetti collaterali (crampi, gonfiore, nausea, vomito, insufficienza renale ecc.) che venivano addebitati ai prodotti utilizzati per la pulizia del colon.
Il cuore del problema è da ricercarsi comunque, secondo gli autori, nel fatto che la pulizia del colon viene sempre più spesso praticata, sia in cliniche private sia in stazioni termali, da medici che, pur definendosi igienisti del colon, non hanno una specifica preparazione.
Peraltro Mishori conclude il suo studio sottolineando che esistono modi sicuramente migliori dell’idrocolonterapia per migliorare il proprio stato di benessere come, per esempio, “una dieta equilibrata, esercizio fisico regolare, sei-otto ore di sonno e check-up regolari dal medico”. Difficile dargli torto.