La medicina olistica è una disciplina che rientra nel concetto più generale di olismo. Secondo l’olismo (dal greco olos, tutto; il termine è stato coniato da Jan Christiaan Smuts – 1870-1950 – nel 1926, Holism and Evolution; Smuts è stato un filosofo e politico sudafricano) le proprietà di un dato sistema non possono essere determinate dalla somma delle sue componenti, bensì è il sistema in generale che determina il comportamento delle parti (l’intero è maggiore della somma delle sue parti, Aristotele, Metafisica); l’opposto dell’olismo è il riduzionismo secondo cui un sistema può essere studiato riducendolo alle sue parti fondamentali.
L’approccio di questo articolo può sembrare alquanto accademico, ma ha invece notevoli risvolti pratici sul benessere degli individui.
Infatti, l’applicazione dell’olismo alla medicina ha fatto nascere, attorno agli anni ’70 del XX secolo, la medicina olistica (soprattutto in seguito alla necessità di spiegare le patologie psicosomatiche, la causa delle quali sarebbe psichica e non fisica), anche se secondo molti suoi sostenitori questa disciplina sarebbe “esistita da sempre”.
Contrariamente alla credenza comune (tipica anche di sostenitori della disciplina!), la medicina olistica NON spiega le malattie psicosomatiche con un legame fra corpo e mente (in sostanza stiamo sempre ragionando su due parti di uno stesso sistema!), ma ritiene che si debbano giudicare a livello del complesso sistema uomo, in cui fattori biologici, psicologici e sociali sono fortemente interconnessi.
Ciò che c’è alla base della medicina olistica, quindi, è una visione dell’uomo concepito come un’unità di corpo, mente e spirito inserita in un determinato ecosistema; i sostenitori della medicina olistica contestano alla medicina tradizionale la logica di causa-effetto, una logica che “non tiene conto della sensibilità dell’individuo”; secondo i sostenitori della medicina olistica, invece, è necessario avere un approccio che tenga conto di tale sensibilità e tenti di riportare il soggetto nel suo “centro”, centro dal quale partono intenzioni e speranze.

Alla base della medicina olistica c’è una visione dell’uomo concepito come un’unità di corpo, mente e spirito inserita in un determinato ecosistema
Medicina olistica: scienza o filosofia?
Se si rilegge attentamente quanto riportato nel paragrafo precedente ben si comprende come la medicina olistica abbia ben poco di scientifico e ricada invece sotto le ali della filosofia. Infatti si ipotizzano interconnessioni che:
- non si potranno mai provare, cioè descrivere secondo modelli accurati e non solo secondo constatazioni della nonna (al più si possono stabilire correlazioni e proporre ipotesi e teorie);
- ogni terapeuta può descrivere a suo piacimento.
Ecco il motivo per cui la medicina olistica è il campo preferito da chi è incline all’alternativo e a una descrizione dell’uomo filosofica piuttosto che scientifica.
Se si pensa al fatto che agopuntura, ayurveda, omeopatia, riflessologia plantare (discipline diversissime fra di loro) rientrano nella sfera della medicina olistica, ben si comprende come questo tipo di medicina si limiti a proporre discipline in cui ognuno può riconoscersi, senza nessun tentativo di critica nei confronti delle incoerenze che necessariamente si generano da punti e ipotesi diverse.

L’applicazione dell’olismo alla medicina ha fatto nascere, attorno agli anni ’70 del XX secolo, la medicina olistica
Il soggetto olistico (il sostenitore della medicina olistica)
Il soggetto olistico (cioè il sostenitore della medicina olistica) è in genere un irrazionale, poco incline alla coerenza, ma molto alla filosofia; ricerca spesso spiegazioni fantasiose, verosimili, piuttosto che vere. Se ha spirito critico, lo usa male, in modo partigiano, unidirezionale; se non lo ha, accetta passivamente, con un’adesione infantile, le teorie che gli vengono proposte.
La vita del soggetto olistico può essere normale o addirittura facile, se ha sufficiente forza e buone condizioni facilitanti; situazioni che lui userà per cercare di vendere ad altri ricette magiche, facendo credere che la sua vita dipende da esse piuttosto che dalle sue condizioni facilitanti. Se vogliamo, il successo di molte discipline alternative nasce proprio dal carisma di questi personaggi nei confronti di persone dotate di scarso spirito critico o inclini più alla filosofia che alla scienza.
Se invece non ha sufficiente forza e, peggio, scarse condizioni facilitanti, l’olistico sarà un soggetto sempre al limite del baratro, baratro dal quale non si staccherà mai perché cerca di farlo con le soluzioni ottimistiche della medicina alternativa.