La depressione nascosta non è una malattia, ma è uno stato che non permette di ottenere la migliore qualità della vita. Parlare di depressione è sempre difficile perché sembra esistere un continuo fra una situazione decisamente positiva e altre situazioni patologicamente rilevanti. Esistono varie forme di depressione e c’è chi pensa che tutti siamo a rischio depressione (una generalizzazione errata che spesso si basa sul rendere globale una propria condizione o una propria convinzione). Secondo la quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, si è depressi se il soggetto da almeno due settimane ha almeno cinque di questi sintomi:
- Tristezza e variabilità nell’umore tutto il giorno, specialmente al mattino
- Estremo affaticamento
- Sensazione di inutilità o sensi di colpa costanti
- Scarsa concentrazione e/o problemi di memoria
- Scarse o eccessive ore di sonno
- Scarso interesse alla vita
- Pensieri suicidi
- Disturbi alimentari che portano al netto sovrappeso o al sottopeso (mentalità anoressica).
La definizione è corretta, almeno per quanto riguarda la pratica clinica, ma come valutare chi ha solo qualche sintomo o ne ha altri non compresi che però penalizzano l’esistenza?
Ecco allora il concetto di depressione nascosta, una condizione che può sfociare in una depressione conclamata, può rimanere così per tutta la vita o evolvere in una vita positiva quando i demoni che la nutrono vengono sconfitti.
Quali sono i sintomi più evidenti della depressione nascosta? Non c’è uniformità di vedute, anche perché, in teoria, non è una situazione di cui la pratica medica dovrebbe occuparsi. Per chiarire il concetto è forse più facile partire dal un soggetto definito psichicamente normale la cui vita viene penalizzata da fattori chiaramente individuabili; probabilmente circa l’80% della popolazione ha sofferto per un periodo della propria vita di depressione nascosta (e una percentuale rilevante anche per periodi molto lunghi, anni o decenni).
I fattori più importanti nella depressione nascosta sono:
- la stanchezza e/o il malessere generalizzato (vedasi per esempio condizioni come la fibromialgia che viene spesso curata con antidepressivi)
- disturbi alimentari che portano al sovrappeso conclamato o, viceversa, al dimagrimento eccessivo e immotivato (mentalità anoressica)
- incapacità di aderire in modo costante alle cose che ci interessano (il classico blocco dello scrittore ne è un esempio lampante), sia per difficoltà di concentrazione sia per diminuita focalizzazione sulla cosa che stiamo vivendo
- disturbi del sonno costanti con l’incapacità di dormire bene per almeno 6 ore oppure con la necessità di dormire per più di 10 ore.
Come si vede, sono quattro fattori riconducibili ad alcuni di quelli citati per la diagnosi di depressione. Altri elenchi citano fattori ulteriori che però non reggono un’analisi attenta; per esempio “sei alla ricerca di un significato per ogni cosa” è assurdo riferirlo alla depressione nascosta, può essere solo un grande desiderio di conoscere motivato da un’innata curiosità. Citare altri fattori spesso può essere fuorviante e addirittura scambiare per negativi fattori che nel soggetto in questione sono positivi.
La personalità che è più suscettibile di depressione nascosta è sicuramente quella degli svogliati, ma anche altre personalità ne sono colpite perché è un fenomeno piuttosto trasversale.