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Anemia

L’anemia è una condizione caratterizzata dalla riduzione, in riferimento a determinati range di normalità, della quantità di emoglobina circolante nel sangue periferico all’interno dei globuli rossi (eritrociti); va puntualizzato che il termine anemia è piuttosto generico e con esso ci si riferisce non a una condizione specifica bensì a numerose condizioni che, pur avendo diverse caratteristiche in comune, possono essere molto differenti fra loro.

L’anemia è sicuramente la condizione patologica maggiormente connessa con le analisi del sangue. Se definire un quadro anemico è molto semplice (è sufficiente eseguire un emocromo, l’esame più semplice che conta la parte corpuscolata del sangue), precisare esattamente il tipo di anemia può essere invece estremamente complesso.

Contrariamente a ciò che molti credono, l’anemia non si definisce a partire dal numero dei globuli rossi (che in alcuni casi, per esempio nelle policitemie, può anche essere elevato), ma, come riportato nella definizione iniziale, dal contenuto di emoglobina del sangue.

L’emoglobina (Hb), il costituente principale dei globuli rossi, è una proteina fondamentale, in grado di legare l’ossigeno e cederlo ai tessuti. Essa è costituita da quattro gruppi eme (contenenti il ferro) legati alla globina, una proteina formata da due coppie di catene polipeptidiche che possono essere di cinque tipi: alfa, beta, gamma, delta ed epsilon.

Si parla di anemia quando i valori di emoglobina sono al di sotto di 13 g/dl nell’uomo e di 12 g/dl nella donna.

In base al livello di emoglobina viene definito il grado di anemia.

  • anemia lieve: Hb < ai valori di normalità, ma >10 g/dl
  • anemia moderata: Hb <10 g/dl, ma >8 g/dl
  • anemia grave: Hb <8 g/dl.

È corretto precisare che i range di normalità indicati precedentemente (13 g/dl per l’uomo e 12 g/dl per la donna) sono relativi a soggetti in età adulta; per parlare di anemia in bambini di età compresa fra 6 mesi e 4 anni, il valore di Hb deve scendere al di sotto di 11 g/dl; nei bambini di età compresa fra i 5 e i 12 anni il limite passa a 11,5 g/dl, mentre negli adolescenti (dai 13 ai 15 anni di età) a 12 g/dl.

Nelle donne in stato interessante il valore limite non va considerato 12, bensì 11 g/dl.

L’eritropoiesi

Per capire meglio perché esistono vari tipi di anemia è fondamentale conoscere, perlomeno a grandi linee, l’eritropoiesi, cioè la produzione dei globuli rossi (anche eritrociti o emazie).

 

L’eritropoiesi è regolata da una glicoproteina, l’eritropoietina, che è sensibile al livello di ipossia (carenza di ossigeno) dei tessuti; quando alcune cellule specializzate del rene rilevano una carenza di ossigeno, aumenta la secrezione di eritropoietina che a sua volta aumenta la divisione cellulare che dà origine a globuli rossi finiti e aumenta la sintesi dell’emoglobina.

È importante notare che il meccanismo di formazione di globuli rossi è formato da stadi, caratterizzati da fattori di crescita e dalle numerose sostanze che intervengono (le più conosciute sono il ferro, l’acido folico e la vitamina B12).

Una qualunque alterazione del processo di formazione può produrre anemia. In generale il mantenimento dei valori normali di globuli rossi e di emoglobina si basa su un equilibrio dinamico fra produzione e distruzione degli eritrociti, a sua volta influenzato da:

  • ambiente midollare adatto (il midollo osseo è il principale organo emopoietico)
  • normalità delle cellule staminali e dei progenitori dei globuli rossi
  • normalità dei processi di proliferazione cellulare e di sintesi dell’emoglobina
  • normalità dei processi di distruzione.

La metafora della casa – Con una descrizione meno scientifica, ma più concreta, per capire come funziona l’eritropoiesi si può usare la metafora della casa: i globuli rossi sono le varie parti di una casa in costruzione; vengono costruiti su comando di un capocantiere (eritropoietina) usando mattoni (ferro, acido folico, vitamina B12 ecc.) di solito facilmente reperibili. I mattoni sono un po’ nel cantiere (depositi di ferro nel fegato) e un po’ dal fornitore dell’impresa (i cibi che mangiamo). Alcuni eventi (come i microtraumi associati all’attività sportiva prolungata, le mestruazioni nella donna, sanguinamenti ecc.) rappresentano il maltempo che può rovinare una parte della casa già costruita.

Dalla metafora risulta chiaro che se i muratori lavorano male ci possono essere problemi notevoli, non basta cioè avere un buon capocantiere e i materiali. Le situazioni in cui i muratori sono pochi, lavorano male o troppo lentamente sono rappresentate dalle anemie patologiche (sono decine) che per fortuna riguardano una percentuale minima di soggetti. È anche ovvio che una banale integrazione di ferro non risolve il problema, perché, la mancanza di ferro (anemia sideropenica) è solo una delle tante possibilità.

Classificazione delle anemie

Esistono vari modi di classificare le anemie.

In base al meccanismo patogenetico viene generalmente operata una suddivisione delle anemie in 4 gruppi. Si hanno quindi:

  • I gruppo: anemia da ridotta eritroblastogenesi (eritroblastopenie congenite o acquisite e anemia da insufficienza renale)
  • II gruppo: anemia da ridotta eritrocitogenesi (anemia da ipovitaminosi B12 o da carenza di acido folico)
  • III gruppo: anemia da ridotta sintesi di Hb (anemia da carenza di ferro –anche sideropenica o ferropriva- e talassemie)
  • IV gruppo: anemia da ridotta sopravvivenza degli eritrociti (alterazioni eritrocitarie, emolisi immune ed emolisi meccanica).

Un’altra modalità di classificazione è quella morfologica; essa si basa sui valori dell’MCV (volume corpuscolare medio) e sul contenuto corpuscolare medio di emoglobina (MCH); facendo riferimento a tali criteri si distinguono tre tipologie di anemia:

  • ipocromica microcitica: MCH <27 pg, emazie ipocolorate e MCV <80 fl
  • normocromica normocitica: MCH 29,5 +/- 2,5 pg, MCV compreso fra 80 e 94 fl
  • macrocitica: MCH >32 pg, MCV >94 fl.

In questi tre gruppi possiamo inserire i vari tipi di anemia:

Anemia ipocromica microcitica

  • anemia da carenza di ferro (anche anemia ferropriva, iposideremica, sideropenica, sideropriva o da carenza marziale)
  • talassemie.

Anemia normocitica

  • anemia emolitica (si definisce emolisi il processo di rottura della membrana degli eritrociti; sostanzialmente si ha anemia emolitica quando la produzione midollare non riesce più a compensare la ridotta sopravvivenza degli eritrociti)
  • sferocitosi ereditaria (la sferocitosi è un quadro ematologico caratterizzato da modificazione della forma degli eritrociti; normalmente questi ultimi hanno una forma a disco biconcavo; in caso di sferocitosi la forma è sferica)
  • emoglobinopatia (alcune forme; le emoglobinopatie sono disordini genetici, della catena alfa o beta, della sintesi dell’emoglobina)
  • anemia aplastica (anche aplasia midollare; è una seria patologia del midollo osseo che determina una condizione nota come pancitopenia, ovvero una diminuzione al di sotto dei valori normali delle tre linee cellulari del sangue, ovvero leucociti, eritrociti e trombociti)
  • anemia da mielosostituzione
  • anemia da patologie croniche (alcune patologie croniche, come per esempio l’epatite, alcune patologie da infiammazioni croniche e i disturbi renali possono interferire con la produzione degli eritrociti determinando una situazione di anemia cronica).

Anemia macrocitica

  • anemia da carenza di vitamina B12 (nota anche come anemia perniciosa; è una situazione tipica dell’anziano associata spesso ad altre patologie autoimmuni, in particolar modo a tireopatie) e anemia da carenza di acido folico (queste due tipologie rientrano nel gruppo delle anemie megaloblastiche)
  • anemia da epatopatia cronica [nelle epatopatie croniche il meccanismo con cui si instaura un’anemia macrocitica è piuttosto complesso: diminuita introduzione di folati con la dieta (etilismo cronico), alterato metabolismo dei folati, eccessiva perdita di folati per via urinaria].
Anemia

Le anemie possono essere classificate in diversi gruppi, a seconda delle modifiche della patologia indotte sulle cellule del sangue

Anemia – Sintomi e segni

Come accennato nel paragrafo iniziale, esistono varie tipologie di anemia e ognuna di esse ha caratteristiche specifiche che le distinguono l’una dall’altra, tuttavia, tutte le anemie hanno una sintomatologia di base comune che è correlata al ridotto quantitativo di ossigeno che giunge ai vari distretti corporei.

Fra i tipici segni delle anemie si ricordano astenia (riduzione della forza muscolare associata a notevole stanchezza e perdita di energia), dispnea (difficoltà nella respirazione, sensazione di fiato corto), pallore (a livello cutaneo e mucoso è il segno più tipico dell’ipossia tissutale; generalmente il medico lo ricerca in sedi quali il dorso della mano, il padiglione auricolare, la mucosa all’interno delle labbra e la congiuntiva palpebrale).

Altri sintomi piuttosto frequenti nei soggetti anemici sono stordimento, irritabilità, dolore toracico, tachicardia, irregolarità nel ritmo cardiaco e freddo alle estremità.

Anemia sintomi

Tutte le forme di anemia danno luogo a sintomi e segni comuni che sono correlati al ridotto quantitativo di ossigeno che giunge ai vari distretti corporei

Anemia – Diagnosi

Molti sono i parametri che devono essere tenuti in considerazione per una diagnosi esatta; di seguito ne citiamo alcuni:

  • emoglobina
  • elettroforesi dell’emoglobina
  • globuli rossi
  • reticolociti (i precursori dei globuli rossi)
  • volume globulare medio (MCV)
  • contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH)
  • distribuzione d’ampiezza dei globuli rossi (RDW)
  • sideremia (concentrazione di ferro nel sangue)
  • ferritinemia (i depositi di ferro dell’organismo)
  • transferrinemia (trasferimento del ferro; la transferrina è una proteina che trasporta il ferro dall’intestino agli organi che lo utilizzano o lo immagazzinano). Immaginiamo la sideremia come i mattoni presenti nel cantiere, la ferritina come quelli presenti dal fornitore dell’impresa che sta costruendo la casa e la transferrina come i camion che portano i mattoni dal fornitore al cantiere.

Altri esami che possono essere effettuati per diagnosticare con esattezza il tipo di anemia sono lo striscio venoso periferico (un esame di laboratorio che consente di osservare, fra le altre cose, eventuali anomalie di eritrociti, leucociti e trombociti nonché variazioni della formula leucocitaria con la presenza o no di cellule immature) e l’aspirato midollare (un esame che si effettua prelevando del materiale fluido midollo osseo; serve a verificare l’eventuale presenza di anomalie nella produzione delle cellule del sangue, come accade nel corso delle leucemie o di altre malattie ematologiche come appunto le anemie).

Anemia – Si cura con il ferro?

Trattare l’anemia può essere questione particolarmente complessa; molti invece pensano, per esempio, che si possa curarla semplicemente somministrando ferro. Il tipico caso è quello degli sportivi che assumono regolarmente integratori o medicinali a base ferro, vivendo nel terrore di diventare anemici. Il ragionamento semplicistico è il seguente: “tanto male non fa”. In realtà, un’assunzione ingiustificata ed eccessiva di tale metallo può produrre gravi danni al fegato, organo dove il ferro in eccesso viene immagazzinato, arrivando a una vera e propria patologia (emocromatosi secondaria). È importante perciò capire quando si deve assumere ferro. Per farlo ricorriamo ancora alla nostra metafora della casa: dobbiamo chiederci se i mattoni sono sufficienti (se sì, è inutile farne arrivare altri ingurgitando ferro), se il nostro fornitore ne ha da consegnarci e se può farlo.

Se la sideremia è bassa (inferiore a 70 μg/dl) è ovvio che i muratori non possono soddisfare l’ordine di costruzione dato dal capocantiere (eritropoietina) perché mancano i mattoni. In questo caso si deve valutare se il fornitore ha mattoni da vendere all’impresa (ferritina almeno a 50 ng/ml). Se li ha, bisogna chiedersi perché non li ha consegnati. Se si verifica che i camion sono fermi (transferrina inferiore a 200 mg/dl) si comprende che è impossibile che i mattoni arrivino, pur essendo presenti dal fornitore. Se invece il fornitore non ha mattoni da consegnare, allora conviene cambiare fornitore. In questo caso i mattoni (ferro) si prendono da un altro fornitore, non l’alimentazione, ma l’integrazione.

Pertanto un’integrazione con ferro è ragionevole solo se:

  • la sideremia è < 70 μg/dl
  • la ferritina è < 50 ng/dl
  • la transferrina è normale (> 200 mg/dl).

Nel caso ci fossero problemi con la transferrina è inutile assumere ferro che non arriverebbe mai a destinazione. Meglio indagare il problema con uno specialista.

Gli altri mattoni – Acido folico e vitamina B12 sono gli altri mattoni necessari. Di solito basta un’alimentazione corretta o al più un’integrazione con un multivitaminico per garantire le quantità di cui si ha bisogno. A differenza del ferro, per fortuna, l’acido folico e la B12 sono vitamine che la cui eventuale iper-assunzione non crea particolari problemi (se non in soggetti ipersensibili alle sostanze). In ogni caso in presenza di un’anemia di difficile spiegazione sicuramente lo specialista farà effettuare gli opportuni esami per evidenziare carenze.

Le anemie e l’alcol

Negli alcolisti si riscontra spesso un deficit di folati a causa di una dieta inadeguata, un malassorbimento e una riduzione delle scorte epatiche. Inoltre l’assunzione di alcol modifica la transferrina a tal punto che l’esame migliore che si sta affermando per la determinazione del grado di intossicazione alcolica è la CDT, la transferrina carboidrato carente. Infatti la transferrina umana si presenta in diverse forme. Mentre in soggetti normali predomina la isoforma tetrasialo, è stato dimostrato che nel siero di individui assuntori abituali di elevate quantità di alcol etilico le isoforme carboidrato carenti sono presenti in livelli elevati. Ciò dovrebbe far meditare gli sportivi che assumono quantità di alcol non minimali tramite vino o birra o comunque altre bevande alcoliche.

Anemia da sport – Cos’è e come si tratta

L’anemia da sport è argomento di notevole interesse e sicuramente molto complesso tant’è che le posizioni dei vari autori non sono sempre coincidenti. Vista la sua importanza trattiamo l’argomento in un articolo a parte.

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