Le adenoidi sono formazioni a grappolo costituite da tessuto linfatico che svolgono funzioni antinfettive, ma soprattutto immunitarie. Si impiantano sulla volta e sulla parete posteriore della rinofaringe, in prossimità delle coane (cavità nasali posteriori) e della tromba di Eustachio. Sono note anche come tonsille faringee.
Il termine adenoidi è comunemente, anche se impropriamente, usato per indicare l’ipertrofia adenoidea.
Le vegetazioni adenoidi sono formazioni linfatiche presenti fin dalla nascita; nel corso dell’infanzia le loro dimensioni aumentano in modo progressivo raggiungendo il massimo sviluppo fra i 3 e i 5 anni di età. Verso i sette anni vanno incontro a un processo involutivo riducendosi fino a diventare appena visibili nell’adolescenza avanzata e scomparire totalmente nell’adulto.
Le adenoidi, a differenza delle tonsille palatine, attive fin verso gli 11-12 anni, svolgono le loro funzioni immunitarie per i primi cinque anni di vita del soggetto, dopodiché diventano praticamente inattive.
Ipertrofia adenoidea e adenoidite
Un certo grado di ipertrofia adenoidea non è automaticamente definibile come patologico; l’ingrossamento delle vegetazioni adenoidi, infatti, si verifica frequentemente a seguito della reazione a processi infettivi causati da batteri o virus.
L’ipertrofia delle adenoidi è un quadro che interessa in particolar modo i bambini di età compresa fra i 4 e i 6 anni, ma esistono casi di anomali residui adenoidei anche negli adulti.
L’ipertrofia delle adenoidi inizia a diventare un problema quando una loro infezione acuta diviene causa di un’ostruzione respiratoria nasale; il grado di tale ostruzione non dipende ovviamente soltanto dal volume delle adenoidi, ma anche dalle dimensioni della rinofaringe, ovvero la parte superiore della faringe che mette in comunicazione le fosse nasali con l’orofaringe.
Sintomi dell’infiammazione delle adenoidi
I segni e i sintomi più caratteristici dell’infiammazione delle adenoidi (adenoidite) sono, oltre all’ipertrofia, la voce nasale, la necessità di respirare con la bocca, il russamento e le secrezioni mucose da naso e gola.
La diagnosi di adenoidite non è sempre agevole in quanto il quadro clinico è molto simile a quello di un comune raffreddore.
Se il processo è determinato da un virus, in genere la sintomatologia regredisce nel giro di un paio di giorni, mentre nel caso di adenoidite da batteri, le manifestazioni cliniche durano di solito più a lungo.
I microrganismi patogeni più frequentemente coinvolti sono Adenovirus, Rinovirus e Paramyxovirus nel caso di adenoidite virale e Streptococcus pyogenes, Streptococcus pneumoniae, Moraxella catarrhalis e Staphylococcus aureus nel caso di adenoidite batterica.
Spesso la patologia è associata ad altri quadri infiammatori quali l’otite e la sinusite.
Molto frequentemente l’adenoidite acuta è una complicazione legata a raffreddori o sindromi influenzali.
Nel caso di processi virali si interviene somministrando analgesici e antifebbrili; nel caso di adenoidite batterica, invece, vengono trattate con farmaci antibiotici.
Dall’adeonoidite all’adenoidismo
In molti casi, il ripetersi di processi infettivi finisce per determinare un quadro di ipertrofia adenoidea a carattere cronico ed è in queste situazioni che la situazione inizia a complicarsi in modo più serio. Arriva, infatti, a delinearsi un vero e proprio quadro morboso, detto adenoidismo, che interessa vari organi e apparati.
L’adenoidismo è caratterizzato da una sintomatologia piuttosto varia. I problemi respiratori sono gli stessi che abbiamo citato parlando della sintomatologia dell’adenoidite acuta, ovvero, difficoltà nella respirazione nasale e conseguente respirazione orale e roncopatia talvolta associata ad apnee notturne. Si possono registrare inoltre:
- modificazione del timbro vocale (rinolalia) provocata dalla perdita della funzione di risonanza delle cavità aeree della rinofaringe
- riduzione, più o meno accentuata, della percezione degli odori (iposmia)
- aumento della frequenza dei processi infettivi a carico delle basse vie respiratorie (il problema è legato soprattutto al fatto che il soggetto è di fatto obbligato a respirare oralmente e ciò comporta una perdita da parte di naso e seni paranasali delle funzioni di riscaldamento, deumidificazione e purificazione dell’aria)
- alterazioni a livello di sviluppo psicofisico legate alle difficoltà nell’alimentarsi e al ridursi dell’ossigenazione
- alterazioni nella crescita del massiccio facciale
- malformazioni della gabbia toracica
- problemi a livello di concentrazione con conseguenti problemi di apprendimento
- enuresi notturna
- pavor nocturnus
- frequenti problemi otologici
- ristagno delle secrezioni naso-sinusali
- alitosi.
Tipica dell’adenoidismo è la cosiddetta facies adenoidea; con tale locuzione si fa riferimento a una condizione caratterizzata da bocca semiaperta, secchezza delle fauci, labbra secche e screpolate, faccia stretta e allungata e sguardo inespressivo.
Come si diagnostica l’ipertrofia adenoidea
Non sempre l’ipertrofia delle adenoidi è immediatamente diagnosticabile. Ovviamente, il manifestarsi di sintomi quali russamento notturno, respirazione orale, ricorrenti episodi di otite e/o sinusite, deve far sospettare la presenza di tale patologia, ma, a meno di casi eclatanti, la visita otorinolaringoiatrica non sempre è sufficiente a fornire la certezza diagnostica, che potrà essere invece posta con certezza attraverso l’effettuazione di una fibrolaringoscopia, una metodica strumentale rapida e indolore che consente l’osservazione diretta del distretto ipofaringolaringeo.
Grazie a questa tecnica si possono valutare sia la massa delle vegetazioni adenoidi sia il grado di occupazione delle cavità; l’esame consente inoltre di verificare la presenza di anomalie di tipo anatomico che potrebbero costituire una controindicazione a un eventuale intervento chirurgico.

Il russamento è una delle manifestazioni legate all’ipertrofia adenoidea
Cura dell’ipertrofia delle adenoidi
Nelle fasi iniziali, quando esiste ancora la possibilità che l’ipertrofia delle adenoidi possa regredire, magari parzialmente, l’approccio terapeutico è di tipo farmacologico. Nel caso di infiammazione acuta delle adenoidi vengono di norma prescritti farmaci antibiotici ad ampio spettro, cortisonici (da assumersi oralmente oppure tramite aerosol), mucolitici e decongestionanti nasali.
Se, nonostante i trattamenti farmacologici, la condizione di ipertrofia delle adenoidi assume carattere di cronicità, è necessario prendere in considerazione l’intervento chirurgico. L’intervento di asportazione delle adenoidi ipertrofiche è detto adenoidectomia.
L’adenoidectomia è indicata ogniqualvolta siano presenti le complicazioni relative all’ipertrofia adenoidea, in particolar modo rinite e sinusite croniche, roncopatia associata ad apnea notturna, otite media secretiva associata a ipoacusia e facies adenoidea.
Indicazione relativa all’intervento chirurgico è rappresentata dal frequente verificarsi di infezioni delle vie aeree superiori e dalle otiti ricorrenti non associate a versamento timpanico.

L’ipertrofia delle adenoidi è un quadro che interessa in particolar modo i bambini di età compresa fra i 4 e i 6 anni, ma esistono casi di anomali residui adenoidei anche negli adulti.
Nel caso sia presente insufficienza velo-faringea (chiusura incompleta dello sfintere velo-faringeo fra orofaringe e rinofaringe), il ricorso all’intervento chirurgico richiede un’attenta valutazione.
Come già accennato in precedenza, determinate anomalie anatomiche possono costituire controindicazione all’intervento chirurgico.
Nel caso in cui le circostanze lo richiedano, all’intervento di adenoidectomia può essere associato quello di tonsillectomia e/o quello di miringotomia (incisione della membrana del timpano).
L’intervento di adenoidectomia viene eseguito generalmente in anestesia generale con intubazione oro-tracheale e una narcosi con vena incannulata; una scelta diversa (ovvero senza intubazione, ma solo con applicazione di mascherina e non in anestesia generale) viene considerata da molti autori quantomeno imprudente.
Il recupero dall’intervento richiede almeno un paio di settimane.
Per ridurre il dolore e il gonfiore post-operatori vengono prescritti di solito opportuni farmaci.
La rimozione delle adenoidi ipertrofiche è un intervento considerato a basso rischio; ciononostante, come ogni intervento chirurgico, non è esente da eventuali complicazioni.
A seguito di un’adenoidectomia, per esempio, alcuni soggetti possono andare incontro a problemi di salute non gravi, ma comunque fastidiosi, fra cui difficoltà nel deglutire, naso chiuso, mal di gola, alitosi e cambio del timbro vocale. Va però precisato che la gran parte di questi disturbi ha una durata limitata e tende a risolversi nel giro di due o tre settimane e raramente sono richiesti interventi specifici.