Un afrodisiaco è una sostanza ritenuta in grado di stimolare il desiderio erotico e di aumentare le prestazioni sessuali. Il termine afrodisiaco deriva, infatti, dal nome della dea greca dell’amore: Afrodite.
Da sempre utilizzate come “filtri d’amore”, gli afrodisiaci variano molto a seconda delle tradizioni culturali dei diversi Paesi, dal miele al ginseng, dallo zenzero alla stricnina sino alle ostriche e alle corna di rinoceronte.
Va fatta però una premessa doverosa: nella maggior parte dei casi non esistono sostanze in cui sia stato dimostrato l’effetto afrodisiaco (bisogna inoltre ricordare che per molte di queste esiste un alto livello di tossicità come per l’alcol, la cocaina o la marijuana), anche perché, teoricamente, qualsiasi tipo di prodotto può produrre l’effetto desiderato se una persona ci crede fermamente.
L’unico reale effetto che si ha consiste nel miglioramento della circolazione sanguigna che si riflette direttamente sulle reazioni fisiologiche degli organi sessuali.
Cantaridina: un “afrodisiaco” pericoloso
Tra i più noti tipi di afrodisiaco va segnalata la cantaridina, che altro non è che la polvere ottenuta dopo l’essiccazione di insetti della specie Lytta vesicatoria.
La cantaridina è in grado di irritare il rivestimento della vescica e dell’uretra, arrivando in certi casi a provocare casi di priapismo con erezione persistente.
Questa sostanza, insieme alla stricnina, è considerata una delle più pericolose per la salute dell’uomo, a tal punto che se viene impiegata in dosi eccessive può arrivare addirittura a provocarne la morte.
Attualmente la cantaridina viene utilizzata nel trattamento dermatologico delle verruche.
Alcol, cocaina e marijuana
Ben noti sono anche gli effetti dell’alcol, della cocaina e della marijuana, sostanze che non sono comunque impiegate a scopo terapeutico sia per l’elevata tossicità sia a causa della loro azione incostante e prevalentemente psichica, legata cioè a una ben precisa predisposizione mentale dell’individuo.
L’effetto principale di queste sostanze è quello di stimolare il sistema nervoso centrale in modo da deprimerlo, eliminando così le inibizioni e suscitando un effetto psicologico di forte desiderio sessuale anche se, per esempio, è risaputo che un elevato livello di alcol nel sangue può determinare l’effetto contrario a quello desiderato, arrivando a provocare un forte calo nelle prestazioni sessuali (deficit erettile).
Alcaloidi
Altre sostanze impiegate per il loro supposto effetto afrodisiaco sono alcuni alcaloidi ricavati da cortecce di alberi tropicali (per esempio la quebrachina e la yohimbina), questi alcaloidi sono utilizzati anche in ambito terapeutico. Hanno effetto soprattutto sul midollo sacrale e sui centri parasimpatici, aumentandone l’eccitabilità riflessa e, nel caso della yohimbina, determinando una vasodilatazione nella zona del distretto pelvico. Quest’ultima sostanza andrebbe assolutamente evitata da parte di individui affetti da problemi al fegato o ai reni.
Altri alcaloidi utilizzati per il loro preseunto effetto afrodisiaco sono quelli estratti dal fusto e dalle radici del Muira puama (Ptychopetalum ovata), una piccola pianta arborea che cresce spontaneamente lungo le rive del Rio delle Amazzoni. L’effetto afrodisiaco attribuito a questi alcaloidi deriva dal fatto che stimolano la vasodilatazione periferica.
Alcuni studi hanno mostrato che l’assunzione in alte dosi degli estratti di Muira puama possono provocare delle alterazioni dei movimenti a causa dell’incremento di acetilcolina (un neurotrasmettitore) a livello muscolare in seguito all’inibizione della colinesterasi, un enzima che scinde l’acetilcolina.
Arginina
L’arginina è un aminoacido condizionatamente essenziale, ricopre cioè un ruolo indispensabile per il mantenimento dell’omeostasi ovvero la condizione di stabilità interna dell’organismo.
Moltissime ricerche sul metabolismo di questo aminoacido sono state effettuate in riferimento all’effetto vasodilatatorio nei confronti delle arterie in soggetti sofferenti di problemi a tali vasi dal momento che l’arginina stimola la produzione di ossido nitrico, vasodilatatore dei vasi coronarici. Teoricamente, grazie alle proprietà di tipo vasodilatatorio indotte dalla sintesi dell’ossido nitrico, l’arginina svolgerebbe un ruolo importante per quanto riguarda la diminuzione della pressione arteriosa sia per quanto riguarda l’aumentato apporto di sangue ai vari tessuti, tra cui l’apparato genitale. Per questi motivi, fra le altre cose, si è presa in considerazione l’arginina come possibile cura di patologie a carico dell’apparato genitale come per esempio la disfunzione erettile.
Ginkgo biloba
Il ginkgo biloba (Salisburia adiantifolia o Pterophyllus salisburiensis), è una pianta di origine asiatica; a livello erboristico si utilizzano le foglie e viene commercializzato generalmente sotto forma di compresse od opercoli. Il presunto effetto afrodisiaco sarebbe dovuto al contenuto in terpenlattoni e ginko-flavone glicosidi, sostanze con effetti vasodilatatori.
Ginseng
Tra le sostanze di origine vegetale con presunto effetto afrodisiaco bisogna ricordare anche il ginseng, (vorremmo porre l’accento sul termine presunto, non vi sono infatti prove scientifiche dell’efficacia del ginseng come afrodisiaco) ricavato da radici di piante tropicali e dal quale si estraggono principi chimicamente simili a quelli degli ormoni sessuali, se ne spiega quindi così il largo impiego anche in campo terapeutico.
Nitrito di amile
Anche il nitrito di amile, farmaco un tempo adottato per trattare l’angina, viene ritenuto da alcuni efficace come afrodisiaco, ma anche in questo caso non vi sono prove certe di tale efficacia. Il suo effetto collaterale può riflettersi in una sensibile riduzione della pressione del sangue fino a livelli pericolosamente bassi.
Cibi afrodisiaci: zenzero, aglio, sedano ecc.
Esistono poi tutta una serie di effetti afrodisiaci secondari e scarsamente rilevanti, provocati dall’ingestione di alimenti abbastanza comuni come lo zenzero,l’aglio, il sedano, la senape, le ostriche, i capperi, i tartufi, il peperoncino, la noce moscata e molti altri ancora, non sempre in realtà efficaci per stimolare il desiderio sessuale.

Un afrodisiaco è una sostanza ritenuta in grado di stimolare il desiderio erotico e di aumentare le prestazioni sessuali.
Il testosterone come afrodisiaco
Il testosterone, ormone sessuale maschile, viene talvolta considerato un forte stimolante sessuale, anche se gli effetti sono molto variabili da individuo a individuo. Maschi che possiedono quantità normali di testosterone producono meno sperma nel caso in cui siano loro somministrate dosi ulteriori di questo ormone, mentre i soggetti che ne sono carenti beneficiano della sua azione in termini di tempo di ripristino della libido e della potenza sessuale.
Il testosterone svolge varie e importanti funzioni fisiologiche con effetti afrodisiaci come lo stimolo del centro dell’erezione e del desiderio erotico, la regolazione dei centri psichici, l’attività e l’anatomia delle gonadi e degli organi copulatori.
Il testosterone viene utilizzato in certi casi anche dalle donne come rimedio alla frigidità, anche se sussiste il rischio che, a elevate dosi, la sua somministrazione possa portare a un’eccessiva mascolinizzazione.
Bisogna comunque precisare che i prodotti a base di testosterone o gli ormoni come le gonadotropine o gli antiestrogeni sono per lo più impiegati solo in casi di deficit androgenico (scarso sviluppo delle gonadi) a causa dei numerosi effetti collaterali che possono derivarne.
Ma gli afrodisiaci sono veramente efficaci?
Molti problemi relativi alla sfera sessuale non hanno un’origine organica, bensì psicologica. Con ogni probabilità, come accennavamo in apertura di articolo, la convinzione che certe sostanze (in questo caso gli afrodisiaci) siano in grado di risolvere determinati problemi serve come stimolo erotico e, in alcune persone, funge effettivamente da afrodisiaco; ma non si tratta dell’effetto della sostanza, ma appunto della convinzione che tale sostanza possa fare veramente effetto.