Amnesia è un termine il cui significato è “perdita della memoria” (dal greco a – privativo + mnesis, ricordo); è un disturbo neurologico caratterizzato da una parziale o completa incapacità nel ricordare avvenimenti passati.
L’amnesia viene classificata quindi fra i cosiddetti disturbi della memoria (anche disturbi mnestici). Prima di addentrarci più specificamente nella questione, è opportuno fare un breve cenno ai diversi tipi di memoria e alle loro funzioni.
Memoria, aprassie e amnesie
La memoria può essere definita come la capacità di conservare nel tempo determinate informazioni.
Si parla di memoria dichiarativa se la memoria è legata all’apprendimento e al ricordo di informazioni; si parla invece di memoria procedurale quando ci si riferisce al fatto che si ricorda come eseguire determinate funzioni (saper guidare un autoveicolo o saper preparare una pietanza) che richiedono un certo numero di azioni da eseguirsi in sequenza.
I disturbi della memoria procedurale vengono definiti aprassie; quando un soggetto è affetto da aprassia, egli non è per esempio in grado di eseguire determinate sequenze comportamentali.

Sfortunatamente i farmaci e gli integratori per la memoria sono di efficacia limitata per contrastare gli effetti dei vati tipi di amnesia
La memoria dichiarativa è invece una memoria che a sua volta viene suddivisa in memoria episodica (quella che ci fa rispondere a domande come “quando è successo?” oppure “dove è successo?”) e in memoria semantica (quella che si riferisce a conoscenze che non hanno un legame specifico con il tempo o con lo spazio come, per esempio, il sapere che il dentifricio serve per lavarsi i denti o che il rossetto serve per tingersi le labbra).
I disturbi della memoria semantica sono comuni a diverse malattie quali, per esempio, le demenze, le psicosi o i ritardi mentali.
I disturbi che invece più frequentemente si riscontrano nella memoria episodica prendono il nome di amnesie.
Amnesia retrograda e amnesia anterograda
Esistono diversi modi di classificare le amnesie; in base alla dimensione temporale possiamo distinguere fra amnesia retrograda e anterograda.
Amensia retrograda – Si parla di amnesia retrograda quando il soggetto non è in grado di ricordare eventi che si sono verificati prima di un trauma (per esempio un grave incidente stradale) o di una patologia.
Diversamente da quanto si potrebbe comunemente ritenere, l’amnesia retrograda non è una forma che si riscontra frequentemente.
Amnesia anterograda – Più frequente è invece il riscontro dell’amnesia anterograda (nota anche come amnesia di fissazione); con questa espressione ci si riferisce alla difficoltà o all’incapacità del soggetto di ricordare eventi o informazioni immagazzinate dal momento in cui si è verificato l’evento traumatico o si è avuto l’esordio della patologia scatenante; generalmente il soggetto è incapace di ricordare eventi avvenuti in tempi recenti, mentre la memoria relativa ad accadimenti passati è generalmente buona.
La forma anterograda può essere relativa sia alla cosiddetta memoria a breve termine che alla memoria lungo termine.
Le amnesie relative alla memoria a breve termine sono quasi sempre associate a qualche altro tipo di disturbo (per esempio disturbi mentali o dell’apprendimento), mentre le amnesie relative alla memoria a lungo termine sono un problema abbastanza diffuso nella popolazione.
Nei disturbi della memoria a breve termine, generalmente i disturbi interessano i lobi frontali, mentre in quelli relativi alla memoria a lungo termine vi è solitamente un interessamento a livello delle strutture mediali del lobo temporale ovvero in quella zona in cui si trova l’ippocampo, un organo fondamentale nei processi di memorizzazione.
Amnesia globale transitoria o stabile
Si tratta di un quadro clinico particolarmente severo nel quale si riscontrano entrambe le forme di amnesia (anterograda e retrograda); di fatto si verifica la perdita dei ricordi di vecchia data e non si è in grado di assumerne di nuovi. Spesso questo grave disturbo è associato ad anosognosia (un deficit nella consapevolezza da parte del soggetto di essere affetto da un disturbo).
Com’è facile intuire l’amnesia globale riduce notevolmente la qualità di vita del soggetto.
Esistono diversi gradi di questo disturbo; oltre alla compromissione della memoria si hanno problemi anche a livello di altre capacità (linguaggio, gestualità ecc.).
Amnesia globale transitoria – L’amnesia globale può manifestarsi in modo transitorio (si parla quindi in questo caso di amnesia globale transitoria); spesso ciò accade in seguito a situazioni di notevolissimo stress (in genere di carattere emotivo); se il soggetto è consapevole del suo disturbo egli potrebbe avvertire un notevole senso di smarrimento e di disorientamento psicologico.
Amnesia globale stabile – L’amnesia globale può anche essere stabile (cioè non transitoria); il problema può essere scatenato da gravi eventi patologici (ischemia cerebrale diffusa, encefalite, arresto cardiaco ecc.).
Altre forme
Come detto, esistono numerose forme del disturbo; di seguito ne citiamo alcune per completezza: amnesia psicogena, amnesia lacunare e paramnesia.
La prima non è una forma di tipo organico; nei soggetti affetti da questo disturbo, la soppressione dei ricordi avviene a livello inconscio; in genere tali ricordi sono relativi a eventi decisamente spiacevoli o dolorosi; l’amnesia in questo caso è una forma di difesa (detta rimozione) volta a ridurre il forte disagio che determinati ricordi possono provocare.
La rimozione dei ricordi può essere limitata a spazi temporali decisamente limitati o, anche se più raramente, ad aree spazio temporali decisamente ampie.
Si parla di amnesia lacunare quando la mancanza di memoria è relativa a un determinato periodo della vita del soggetto. Può essere selettiva o sistematizzata; nel primo caso è relativa a una sola parte delle informazioni memorizzate, nel secondo caso si ha una soppressione di tutti i ricordi di un avvenimento o di una persona specifici.
La paramnesia è una forma di amnesia molto particolare. Si parla di paramnesia nel caso siano presenti alterazioni mnemoniche di tipo qualitativo; ciò porta sia a ricordi deformati sia a un’errata loro collocazione nello spazio e nel tempo.
Cura
La cura dell’amnesia è argomento estremamente vasto e complesso, impossibile da trattare in modo esaustivo in questa sede.
Ovviamente si deve tenere conto dei fattori causali che possono essere, come abbiamo visto nei paragrafi precedenti, estremamente diversi; un conto è trattare un’amnesia dovuta a un trauma di lieve o media entità e un conto è trattare una forma legata a patologie neurologiche degenerative quali, per esempio, il morbo di Alzheimer.
Esistono mnemotecniche più o meno complesse che possono essere utili nel ritenere in modo più efficace i ricordi; vi sono poi i trattamenti di tipo farmacologico, generalmente destinati a contenere quei processi che portano a un degrado dei ricordi; degrado che viene generalmente riscontrato in patologie di grave entità quali le forme demenziali o nelle neuropatologie legate a problemi di tipo vascolare arteriosclerotico. Sfortunatamente l’efficacia di tali farmaci è molto limitata.
Esistono poi le tecniche riabilitative della memoria; trattasi solitamente di interventi terapeutici che hanno soprattutto lo scopo di aumentare il livello di indipendenza del soggetto colpito dal disturbo, aumentandone il grado di autonomia. Questo tipo di interventi è in genere utilizzato o in quei soggetti che hanno subito deficit mnesici in seguito a eventi quali ictus o traumi cranio-encefalici di una certa gravità oppure nelle persone che vanno incontro a una fisiologica degradazione della propria memoria.
Le tecniche riabilitative sono spesso utilizzate nei primissimi stadi delle patologie neurodegenerative, ma non sono di alcuna utilità quando queste malattie si trovano nelle loro fasi più avanzate.