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Antibiotici e sole

Antibiotici e sole non vanno molto d’accordo: alcuni farmaci infatti hanno effetti collaterali che si manifestano quando chi li assume si espone al sole. Questo fenomeno è chiamato fotosensibilizzazione, e una larga parte di questi farmaci è prorpio costituita da alcuni tipi di antibiotici. Non è prudente infatti esporsi al sole durante una terapia antibiotica, che generalmente si protrae per cinque, dieci giorni o più. Alcune reazioni sono causate dall’esposizione ai raggi solari di tipo UVB, anche se la maggior parte è dovuta ai raggi UVA dello spettro solare.

Si deve rilevare che non tutte le persone sottoposte a terapia antibiotica hanno reazioni di fotosensibilizzazione. Nel caso ciò accada, il fenomeno può verificarsi una sola volta durante la terapia oppure ripetersi in seguito ogni volta che ci si espone al sole. Alcune persone sembrano più soggette a questi effetti collaterali spiacevoli; ciò può essere dovuto a una predisposizione individuale oppure a particolari condizioni cliniche. Per esempio, le persone affette da AIDS o da infezioni da HIV hanno maggiori probabilità di sviluppare reazioni di fotosensibilizzazione.

C’è anche da dire che non tutti gli antibiotici possono avere questi effetti collaterali. In particolare, il fenomeno è più probabile quando si utilizzano antibiotici delle seguenti classi:

  • Cefalosporine
  • Fluorochinolonici
  • Penicilline
  • Sulfamidici
  • Tetracicline
antibiotici e sole

Antibiotici e sole non sono molto compatibili: alcuni possono dare fenomenti di fotosensibilizzazione se assunti assieme all’esposiizone solare

I principi attivi che più comunemente danno effetti di fotosensibilizzazione sono la ciprofloxacina, la tetraciclina, la doxiciclina, la minociclina, il sulfametossazolo e l’azitromicina.

Esistono due tipi diversi di reazioni di fotosensibilizzazione causata da farmaci:

  • fotoallergia: in genere questo effetto sia quando l’antibiotico viene spalmato sulla superficie della pelle come viene tipicamente in pomate, creme e lozioni. I raggi ultravioletti del sole causano una modifica strutturale nel farmaco che a sua volta induce la produzione di anticorpi responsabili della reazione, con meccanismo analogo a una allergia. La reazione si manifesta con un aspetto simile a un eczema o a rash cutaneo, che si possono verificare anche a distanza di giorni dall’esposizione al sole. Il rash inoltre può insorgere in parti del corpo che non hanno ricevuto i raggi diretti del sole.
  • fototossicità: si tratta del tipo più comune di fotosensibilizzazione dovuta all’assunzione di farmaci che generalmente vengono assunti forma orale o come iniezioni. Il farmaco assorbe la luce ultravioletta e quindi la rilascia sulla pelle provocando la morte cellulare. I sintomi possono perdurare anche per parecchio tempo dopo l’interruzione della terapia antibiotica.

In genere, gli effetti di una fotosensibilizzazione sono visibili come eruzioni cutanee, arrossamenti, eczemi, fino alla comparsa di bolle. L’effetto fotosensibilizzante degli antibiotici può anche aggravare condizioni patologiche esistenti della pelle, come precedenti eczemi o infezioni dovute a herpes o disordini autoimmuni come il Lupus eritematoso sistemico (LES).

Gli antibiotici non sono gli unici farmaci a poter generare un effetto fotosensibilizzante ma ci sono decine di preparati in grado di produrre questi effetti collaterali. Tra i più comuni oltre gli antibiotici sono alcuni tipi di antidepressivi (doxepina), antistaminici (prometazina), antimicotici (grimseofulvina), farmaci per abbassare il colesterolo (come alcune statine) e antiinfiammatori (ketoprofene) e farmaci per l’acne (a base di isotetrinoina e acido benzoico).

Antibiotici e sole: dopo quanti giorni?

Dopo quanti giorni ci si può esporre al sole? In realtà non esiste una tempistica standard, perché, come si è visto, la reazione è molto soggettiva e può insorgere anche con una certo ritardo dall’assunzione della prima dose. La prima cosa da fare quando si assume la terapia antibiotica è leggere il bugiardino del farmaco per capire se l’effetto di fotosensibilizzazione ha una probabilità non irrilevante. In questo caso la soluzione più sicura e di tipo preventivo, cioè non esporsi al sole per tutta la durata della terapia. Volendo optare per l’esposizione, può servire l’utilizzo di creme solari e di filtri solari con un alto indice di protezione (meglio con una protezione totale) per i raggi UVA e UVB.

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