La calvizie è una condizione patologica le cui cause sono sconosciute e caratterizzata dalla perdita progressiva, parziale o totale, dei capelli. A differenza di altre patologie, la calvizie non ha alcuna influenza sull’aspettativa di vita, ma può creare diversi problemi di tipo psicologico a coloro che ne soffrono in quanto molti di essi vivono questa condizione con estremo disagio interpretandola come un deterioramento della propria immagine con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista psicosociale.
Cos’è la calvizie? Qual è la differenza fra calvizie e alopecia?
Esiste una grande confusione fra i termini calvizie e alopecia, tanto che per chiarire la nomenclatura molti considerano calvizie come sinonimo di alopecia androgenetica, la calvizie comune che è comunemente legata all’età del soggetto. Anche la locuzione calvizie areata deve considerarsi imprecisa, in quanto quella corretta è alopecia areata.
Ci si riferisca pertanto ai due articoli:
per ulteriori dettagli su queste patologie, in particolare sulle scale di classificazione e sulla cura.
Il termine calvizie può essere accettato per quelle forme che comunque possono risolversi rimuovendo, più o meno facilmente, la causa. Fra questi tipi, ricordiamo:
- calvizie stagionale
- calvizie psicogena.
Quanti capelli si perdono in media al giorno?
La caduta dei capelli può considerarsi fisiologicamente normale quando la frequenza non è eccessiva: si possono perdere da 30 a 150 capelli al giorno, in base al numero di follicoli presenti ancora attivi e alla crescita degli stessi. Il numero della caduta fisiologica dipende da:
- la dimensione del capello; più è fine e in genere maggiore è il numero di follicoli;
- il sesso (la caduta giornaliera è maggiore negli uomini rispetto alle donne)
- lo stato di salute generale
- l’alimentazione
- i prodotti usati per la cura dei capelli.
Ciclo di crescita del capello
Un capello cresce di 1-1,5 cm al mese, seguendo un ciclo vitale che dura da 2 (uomo)-3 (donna) anni a 4 (uomo)-6 (donna) anni; la crescita dei vari capelli non avviene contemporaneamente come invece accade per il pelo di altri Mammiferi.

Il ciclo vitale del capello: nella calvizie una maggiore perdita dei capelli può essere stagionale o legata a stress
Il ciclo vitale comprende tre fasi: la crescita (anagen; l’80-90% dei capelli è in questa fase), la regressione (catagen, non più dell’1%, quindi una netta minoranza; la fase è molto veloce e dura da una a tre settimane) e il riposo (telogen, il 10-20%; dura circa tre mesi ed è il periodo in cui il bulbo risale verso l’alto e alla prima trazione meccanica il capello cade).
Calvizie stagionale
A estate inoltrata, generalmente al ritorno delle vacanze estive, molte persone notano una caduta dei capelli che è più intensa di quella ritenuta come normale e che si prolunga per alcune settimane; in alcune persone questo fenomeno si manifesta all’inizio dell’autunno.
Si tratta di un fenomeno comune e del tutto normale, ma per molti è fonte di notevole preoccupazione perché, se particolarmente intenso, può far pensare che si tratti dell’inizio o dell’avanzare del fenomeno della calvizie comune.
In realtà, non è necessario allarmarsi perché nel giro di poco tempo la situazione tornerà alla normalità.
Il verificarsi dell’evento è da attribuirsi in gran parte alla concomitanza di più eventi: un superiore stress ossidativo legato a una maggiore esposizione ai raggi solari e il ricambio fisiologico dei capelli che si verifica con l’approssimarsi della stagione autunnale, il cosiddetto effluvio (un fenomeno del genere si verifica anche nella stagione primaverile); se vogliamo, una sorta di “muta del pelo”, una fase in cui i capelli che hanno terminato il loro ciclo vitale cadono per lasciare posto a quelli nuovi.
Trattandosi di un fenomeno fisiologico, nel giro di poche settimane, come detto, la situazione tornerà alla normalità; si tratta però di una situazione che in molti crea disagio e sono numerosi coloro che corrono ai ripari iniziando terapie che, in molti casi, sfruttano l’effetto tempo (la caduta sarebbe naturalmente cessata). Una cosa è certa, è del tutto inutile, nel caso di effluvio, ricorrere a terapie farmacologiche con finasteride o minoxidil, principi attivi che sono efficaci per un altro tipo di calvizie, quella androgenetica. Al limite, se la caduta è tale da creare notevole disagio alla persona si possono prendere in considerazione alcuni cosmetici in grado velocizzare la fase di ricambio e stimolare una più rapida ricrescita dei nuovi capelli (cosmetici a base di rame-peptidi o di idrocortisone; questi ultimi dovrebbero essere utilizzati sotto supervisione medica).
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di ricorrere ai cosiddetti hair concealers; si tratta di cosmetici che servono a nascondere il diradamento temporaneo e le aree lucide del cuoio capelluto; si tratta di polvere di microfibre; queste ultime, sparse sul cuoio capelluto, vi si depositano regalando un aspetto più folto alla capigliatura nascondendo anche le zone più lucide; è fondamentale però che nelle zone di diradamento siano presenti dei capelli, anche se miniaturizzati, perché rappresentano la base di ancoraggio per le microfibre. Gli hair concealers non hanno alcuna efficacia su una persona totalmente calva.
La calvizie psicogena
È forse più nota come “calvizie da stress”; la sintomatologia non è facilmente distinguibile da quella dell’alopecia androgenetica che però dovrebbe essere esclusa se il soggetto non ha precedenti nell’asse ereditario; in entrambe le forme, infatti, si osserva un’eccessiva produzione di sebo; nell’alopecia seborroica, però, la seborrea rappresenta la causa diretta della caduta dei capelli, mentre nel secondo caso la formazione di seborrea rappresenta una causa indiretta stimolata dallo stress.
Oltre alla caduta dei capelli, nel caso di calvizie psicogena si osservano seborrea, dermatite seborroica a livello del cuoio capelluto, prurito, dolore alla cute dei capelli (tricodinia).
L’unico trattamento valido in caso di calvizie psicogena è la rimozione della fonte di stress. Utili consigli su questo punto possono essere trovati nel nostro articolo Stress.