La cataratta (anche, ma più raramente, cateratta) è una seria patologia oculare che consiste in una perdita a carattere progressivo e irreversibile della trasparenza del cristallino (la “lente” naturale dell’occhio che ha il compito di focalizzare sulla retina la luce che ha superato la cornea) che è causa di una marcata diminuzione della capacità visiva del soggetto.
La cataratta* è un disturbo visivo che non deve essere trascurato perché può essere causa di cecità permanente. È una patologia tipica dell’anzianità (il 95% dei soggetti colpiti ha più di 65 anni), anche se può colpire soggetti più giovani; in quest’ultimo caso però la malattia è, come vedremo più avanti, legata ad altre problematiche (diabete mellito, esposizioni eccessive a raggi ultravioletti o infrarossi, patologie infiammatorie, problemi iatrogeni ecc.).
La cataratta è una patologia diffusissima e l’intervento di asportazione della cataratta è una delle operazioni chirurgiche più eseguite in tutto il mondo. Recentemente si sono avute grandi novità nel trattamento della cataratta. Chi fosse soprattutto interessato alle novità può andare direttamente all’ultimo paragrafo.
Cataratta – Cause e fattori di rischio
Le cause della patologia non sono state definite con totale chiarezza; quel che è certo è che vi sono diversi fattori di rischio che giocano un ruolo determinante nell’insorgenza di questo grave disturbo visivo.
Il fattore di rischio più importante è l’età; con il passare del tempo, infatti, il cristallino tende a perdere alcune sue caratteristiche; esso cioè aumenta il suo spessore e perde in flessibilità e trasparenza; di fatto il cristallino si opacizza e ciò si ripercuote in modo decisamente negativo sulla qualità della visione.
Dal momento che l’età è il principale fattore di rischio per lo sviluppo di cateratta è particolarmente interessante, vista la sua praticità, la classificazione che possiamo farne in base all’età in cui la patologia fa la sua comparsa. Basandosi su quest’ultima tipologia di classificazione la cataratta viene distinta nel modo seguente:
- senile
- giovanile (o dell’adulto)
- infantile (o congenita).
La cataratta senile è senza ombra di dubbio alcuno la forma più comune della patologia. Il motivo scatenante la cataratta è, come accennato in apertura, da ricercarsi nel rallentamento di quei processi che permettono al cristallino di rimanere elastico e soprattutto trasparente. Passati i 65 anni di età, solitamente il nucleo del cristallino assume una colorazione giallastra che aumenta di intensità con il trascorrere del tempo. In seguito, il calo della visione può diventare totale.
In alcune circostanze, la malattia si manifesta in soggetti sani la cui età va dai 40 ai 60 anni; in questo caso si preferisce parlare di cataratta presenile.
La cataratta giovanile è solitamente legata a problemi di tipo metabolico come per esempio il diabete mellito; si ritiene che le possibilità che un soggetto diabetico sviluppi la patologia siano decisamente alte (circa quattro volte superiori) rispetto a quelle relative a un soggetto sano. Nei soggetti affetti da diabete, la cataratta è generalmente bilaterale, si sviluppa cioè in entrambi gli occhi. Va inoltre segnalato che il processo di opacizzazione del cristallino è decisamente più rapido nelle persone affette dalla patologia in questione.
Vi sono poi alcune patologie dell’occhio come per esempio il glaucoma, l’uveite, l’iridociclite, le neoplasie oculari e il distacco retinico che possono avere come conseguenza la cataratta.
Un cenno va anche alla cosiddetta cataratta da farmaci (o iatrogena) ovvero quella che si può sviluppare in coloro che si sottopongono a terapie prolungate a base di farmaci corticosteroidi o base di farmaci miotici (antiglaucoma).
Va ricordato inoltre che alcune patologie dermatologiche possono favorire l’insorgere di cataratta; fra queste si ricordano la dermatite atopica, la poichilodermia e la sclerodermia.
La cataratta, in alcuni casi, può essere legata a un problema traumatico; in queste circostanze la patologia è dovuta a un trauma contusivo o una ferita perforante e riguarda l’occhio coinvolto nell’incidente.
Altri fattori alla base dell’insorgenza di cataratta possono essere l’esposizione ai raggi X, l’esposizione ai raggi infrarossi o a quelli ultravioletti.
La cataratta infantile insorge generalmente nella primissima infanzia e i fattori eziologici possono essere molteplici. Tra essi ricordiamo le infezioni intrauterine (citomegalovirus, rosolia, varicella ecc.), la sofferenza feto-neonatale, problemi ereditari, patologie metaboliche (diabete mellito, galattosemia, ipocalcemia, ipoglicemia ecc.), problemi oculari (aniridia, retinopatie ecc.), alterazioni di tipo cromosomico (trisomia 13, trisomia 18 e trisomia 21 e sindrome di Turner), patologie sistemiche (anomalie del sistema nervoso centrale, sindrome di Alport, sindrome di Lowe, patologie scheletriche ecc.) e patologie dermatologiche (dermatite atopica, ittiosi, progeria, sindrome di Cokayne ecc.).
Il problema maggiore della forma infantile è il fatto che la patologia insorge in un periodo in cui lo sviluppo visivo non è ancora completo e ciò rende difficoltoso l’eventuale impianto di un cristallino artificiale. La cataratta congenita è una delle principali cause di cecità in età infantile.
Cataratta – Sintomi
La sintomatologia della cataratta consiste praticamente in un offuscamento della visione che appare quindi confusa, come se si cercasse di guardare attraverso un velo. Ovviamente la gravità dell’offuscamento varia a seconda della porzione di cristallino interessata dal processo patologico. Nei casi più seri l’opacizzazione permette di discriminare solamente fra luci e ombre.
Altri sintomi possono essere la fotofobia (sensibilità alla luce), la visione di aloni intorno alle luci, la diplopia, l’ingiallimento della visione e la difficoltà nel distinguere i colori.
Talvolta si verifica un fenomeno quantomeno curioso; quando il processo patologico è agli esordi, alcuni soggetti affetti da presbiopia avvertono la sensazione di un miglioramento visivo e si riescono a fare cose per le quali in precedenza occorreva portare gli occhiali come leggere una rivista o distinguere più nitidamente gli oggetti; ciò si verifica perché all’inizio il processo di opacizzazione agevola l’inclinazione dei raggi luminosi e la messa a fuoco viene facilitata. Tale fenomeno però, nel caso si verifichi, è di breve durata e la messa a fuoco peggiora progressivamente.
Diagnosi
La diagnosi di cataratta spetta al medico oculista; essa non è particolarmente complessa e si avvale essenzialmente dell’esame biomicroscopico completo con lampada a fessura e dell’esame completo della rifrazione e dell’acutezza visiva.
In previsione dell’intervento chirurgico possono inoltre essere richiesti altri esami quali l’ecobiometria oculare, la biomicroscopia dell’endotelio corneale, la fluorangiografia retinica, la tomografia OCT, la topografia e la tomografia corneali, la campimetria computerizzata, la pachimetria corneale e la valutazione della motilità con visita ortottica.
Cataratta – Intervento di facoemulsificazione
Come già accennato, all’inizio della patologia la visione non è del tutto compromessa, ma i colori risultano sbiaditi e la luce intensa provoca fastidio e dolore; quando poi la cataratta è totale, praticamente il soggetto è cieco. Anni addietro venivano prescritti particolari colliri che avevano lo scopo di rallentare la progressiva opacizzazione del cristallino; purtroppo l’efficacia di tale trattamento era veramente molto scarsa.
Attualmente, la terapia per eccellenza per la risoluzione della cataratta è costituita dall’intervento chirurgico che viene eseguito con la moderna tecnica della facoemulsificazione, tale tecnica consiste nella frantumazione con sonde a ultrasuoni del cristallino danneggiato, seguita dall’inserimento del cristallino artificiale, introdotto nella sua sede naturale con un’incisione sulla parte anteriore dell’occhio. I cristallini artificiali sono di vario tipo e la scelta dipende anche dai difetti visivi del paziente. Nelle tecniche moderne di intervento, l’anestesia locale viene effettuata con un collirio anestetico e l’uso delle microsonde a ultrasuoni permette di ridurre l’incisione da 10 mm a circa 3 mm.
I rischi connessi all’intervento di chirurgia della cataratta sono legati a possibili infezioni e alle condizioni generali del paziente che, nella maggior parte dei casi, essendo anziano, potrebbe presentare anche altre patologie importanti (diabete mellito, ipertensione arteriosa ecc.). Si può avere inoltre una temporanea riduzione della qualità della visione (ipersensibilità alla luce, abbagliamento, sensazione di “vedere doppio”) che comunque si risolve in breve tempo.
Dopo l’intervento è necessario sottoporsi a controlli con lo scopo di escludere le infezioni e per la somministrazione di medicamenti oftalmici locali.

Nella fascia d’età degli ultraottantennni, il 50% dei soggetti ha la cataratta
Intervento chirurgico – Le novità
Recentemente si è modificato l’approccio chirurgico alla patologia: mentre prima si operava quando la visione era seriamente compromessa oggi si pensa che sia meglio intervenire il prima possibile perché le nuove tecniche consentono un completo recupero della vista. Questi i tre punti salienti:
- Ora è possibile misurare in modo accuratissimo il difetto visivo e quindi inserire lenti adatte.
- Le nuove lenti sono del tutto simili al cristallino naturale per forma, colore e proprietà ottiche. Grazie al colore giallo paglierino possono filtrare (come il cristallino) i raggi ultravioletti che possono danneggiare la retina; la forma asferica (più curva al centro e più piatta ai bordi) permette una visione migliore, anche quella periferica e in presenza di scarsa luce. Le lenti sono multifocali permettendo la messa a fuoco sia da lontano sia da vicino.
- Con la biometria laser (2009), senza nessun contatto con l’occhio (contatto che disturbava la misurazione), è possibile misurare l’asse visivo, il diametro della pupilla, il riflesso della retina e la forma della cornea. Ciò consente di scegliere la lente corretta.
* Il termine cataratta deriva dal greco katarraktês (ciò che cade dall’alto), indicando visivamente l’impressione che il paziente lamenta, ovvero quella di avere una tenda grigia che cade davanti all’occhio e che impedisce di vedere.