Colesterolo e sport: qual è il loro rapporto? Prima di rispondere, ecco un’altra domanda: lo sport amatoriale può favorire un maggior consumo di farmaci?
Molti penseranno subito a una risposta positiva, considerando il grande numero di infortuni che lo sport può causare. In realtà noi stiamo parlando di farmaci per patologie non correlate direttamente alla pratica sportiva, soprattutto i farmaci anticolesterolo. Sembra incredibile, ma lo sport, anziché contrastarne l’utilizzo, lo favorisce. Vediamo il meccanismo.
Un soggetto sedentario ha per esempio valori di colesterolo totale di 220 mg/dl e di 30 mg/dl di colesterolo HDL (quello buono). Il suo rapporto di rischio è ben oltre i 7 (220/30) e quindi molto preoccupante. Senza saperlo, ma solo su indicazioni salutistiche generiche, comincia a migliorare lo stile di vita e a praticare sport. Dopo un anno, magari per caso, effettua degli esami del sangue e scopre che ha il colesterolo totale a 260 e quello buono a 70; il suo rapporto di rischio è crollato sotto i 4, ma un vecchio medico, legato ancora alla visione tradizionale del colesterolo solo cattivo, mette in guardia il nostro amico che, se il colesterolo non cala, è necessario prendere drastiche misure di prevenzione. Anzi, visto che fa già sport, lo convince che i farmaci sono proprio necessari.
Purtroppo molti pazienti non riescono a resistere al fascino del medico e al vecchio concetto di colesterolo totale. Per chi non avesse letto l’analogia delle foglie con cui abbiamo cercato di spiegare perché conta solo l’indice di rischio (colesterolo totale/colesterolo buono), ne proponiamo un’altra ancora più stringente: il colesterolo totale dà un’idea della quantità di spazzatura che una città produce, mentre l’indice di rischio dà un’idea della pulizia delle strade. Se l’indice di rischio è basso e il colesterolo totale è alto non vuol dire altro che gli spazzini (HDL) lavorano benissimo. Sarebbe assurdo prendere provvedimenti.

L’attività sportiva tende a innalzare i livelli di colesterolo buono
Quindi:
avendo un alto valore di HDL, per uno sportivo è abbastanza naturale avere il colesterolo totale abbastanza elevato.
Il vero problema si pone quando lo sportivo con colesterolo totale abbastanza elevato si deve fermare (per esempio per infortunio). Il colesterolo HDL torna lentamente verso i valori da sedentario. Il colesterolo HDL si riduce notevolmente anche in caso di rallentamento notevole. Il valore dell’HDL è proprio uno dei parametri che bocciano chi propugna un esercizio fisico molto blando, i classici 20′-30′ di passeggiata al giorno.
Dall’analisi dei dati che continuano ad arrivarmi, si vede chiaramente che molti runner poco allenati non hanno valori di HDL significativamente distinti da quelli dei sedentari.
La soglia sembra proprio porsi sui 45-50 km settimanali che rappresentano per altri versi la soglia di attività sportiva salutista.
Il caso – Un interessante esempio è G., un runner che ha scoperto la passione della corsa, pur avendo una vita già abbastanza salutistica (non è stato quindi motivato da necessità di tipo medico): non fuma, è in sovrappeso “normale” (5 kg) e gode di ottima salute.
Il suo colesterolo HDL da sedentario era 33 (con 204 di colesterolo totale), indice di rischio elevato: 6,18.
Con un programma graduale arriva a correre per 24 km alla settimana con 3 uscite da 8 km. I nuovi esami rivelano un valore di HDL di 36, veramente deludente. Nei tre mesi successivi G. aumenta la sua quantità settimanale, aumentando contemporaneamente anche la qualità, in quanto una seduta è abbastanza impegnativa: 4 uscite per totali 35 km. L’HDL “schizza” a 42, sempre veramente basso (l’indice di rischio non scende sotto ai 5).
G. decide di fare sul serio e, visto che è ormai un anno che corre, sceglie la nostra tabella per i 10000 m con 4 allenamenti alla settimana. La finalità è solo salutistica, non gli interessa il tempo. Finalmente supera la soglia dei 45 km a settimana (esegue un riscaldamento piuttosto lungo e scientifico e 4 uscite da 10-12 km). Dopo tre mesi d’allenamento il suo HDL è salito a 58.
E se ci si ferma? – È abbastanza evidente che, se ci si ferma o si rallenta notevolmente la propria attività sportiva, è necessario prendere le misure del caso, trattandosi come sedentari (ogni presunzione da ex-atleta è fuori luogo). Ci si riferisca all’articolo sulla gestione pratica del colesterolo.
Un ultimo dato importante: quanto ci mette l’HDL a tornare “normale”? La risposta è quella da un milione di euro, perché sembra che il tempo di ritorno dipenda dalla durata della carriera atletica del soggetto. Si va da un minimo di un mese (quindi non è il caso di preoccuparsi se ci si ferma per un paio di settimane) a un massimo di quattro.