Si definisce crisi ipertensiva un rialzo della pressione particolarmente brusco, marcato; è un evento che non deve essere mai sottovalutato perché aumenta in modo significativo il rischio di subire un serio danno alle arterie che, nei casi più gravi, possono fessurarsi o addirittura rompersi causando ictus, infarto o altri danni d’organo (quelli generalmente interessati sono il cuore, il cervello, il rene e gli occhi).
Una crisi ipertensiva può instaurarsi de novo oppure complicare un’ipertensione arteriosa (pressione alta) preesistente; quest’ultimo è il caso più frequente.
Per quanto le crisi ipertensive interessino in particolar modo soggetti in età adulta, anche i bambini possono esserne colpiti (è per esempio il caso di neonati con malattie congenite a carico dei vasi renali o di bambini affetti da glomerulonefrite).
Generalmente si parla di crisi ipertensiva quando si registrano valori di pressione massima (o sistolica) superiori ai 180 mmHg e valori di pressione minima (o diastolica) che superano i 120 mmHg.
Basandosi sull’entità del rialzo di pressione e sulle sue conseguenze, si tende a suddividere le crisi ipertensive in due categorie: urgenze ed emergenze.
Quando una crisi ipertensiva ha carattere di emergenza significa che vi sono concrete possibilità che il rialzo pressorio abbia causato un danno d’organo acuto e progressivo. L’emergenza ipertensiva è una condizione che mette a serio rischio la vita del paziente ed è necessario un trattamento che riduca i livelli di pressione arteriosa nel giro di breve tempo. Questo tipo di crisi ipertensiva è generalmente caratterizzato da valori pressori particolarmente elevati, ovvero, parlando in termini numerici, uguali o superiori a 220/140 mmHg.
Crisi ipertensiva – Cause
Le cause di una crisi ipertensiva possono essere diverse; nella maggioranza dei casi l’evento riguarda pazienti affetti da ipertensione arteriosa che non seguono in modo adeguato la terapia loro indicata per il controllo dei valori pressori; in altri casi, è possibile che sia il trattamento a non essere del tutto adeguato.
Una possibile causa di crisi ipertensiva sono i tumori del surrene (quali per esempio l’adenoma surrenalico o il feocromocitoma) non diagnosticati e, conseguentemente, i pazienti sono privi di controllo farmacologico della pressione. Talvolta è proprio la crisi ipertensiva in soggetti non affetti da ipertensione arteriosa che induce a effettuare esami diagnostici che portano all’individuazione di tali tumori.
Altre condizioni patologiche che possono causare una crisi ipertensiva sono la sindrome di Cushing, i reninomi (rari tumori del rene), la glomerulonefrite acuta, le vasculiti, la sindrome uremico-emolitica, la porpora trombotico trombocitopenica e le stenosi delle arterie renali.
Altra possibile causa di crisi ipertensiva è l’assunzione di droghe (cocaina, anfetamine, LSD ecc.) o di medicinali di vario tipo (ciclosporina, farmaci simpaticomimetici, EPO ecc.).
Anche l’intossicazione da piombo può causare una crisi ipertensiva.
Crisi ipertensiva – Sintomi e segni
I sintomi e i segni che la caratterizzano sono numerosi e possono essere diversi a seconda che si tratti di un’urgenza oppure di un’emergenza.
Nel caso di una crisi ipertensiva con carattere di urgenza, le principali manifestazioni cliniche sono:
- mal di testa più o meno intenso
- fiato corto (dispnea)
- vertigini
- palpitazioni (cardiopalma)
- arrossamento cutaneo
- ansia
- oliguria (scarsa produzione di urine)
- sensazione di angoscia
- ecc.
Nel caso di una crisi ipertensiva con carattere di emergenza possono insorgere complicazioni anche gravissime (se non talvolta addirittura letali) quali ictus cerebrale, infarto cardiaco, confusione mentale (si può arrivare fino allo stato comatoso), angina pectoris (condizione caratterizzata da un forte dolore al torace), insufficienza renale acuta, edema polmonare, dissezione aortica.

Il mal di testa è uno dei sintomi più comuni di una crisi ipertensiva
Nelle donne in stato interessante può insorgere eclampsia.
Diagnosi
In presenza di crisi ipertensiva è fondamentale arrivare a definire il più rapidamente possibile la causa sottostante, in particolar modo se si sospetta un probabile danno d’organo; di notevole importanza è l’anamnesi (durata e gravità dell’eventuale ipertensione pre-esistente, aderenza al trattamento antipertensivo prescritto, eventuale assunzione di farmaci non prevista dalla terapia ipertensiva, danni d’organo pre-esistenti ecc.), il controllo dei valori pressori sarà affiancato da esami del sangue (enzimi cardiaci, marker di danno renale, elettroliti) e delle urine, elettrocardiogramma ecc.
Crisi ipertensiva – Terapia
La terapia può avvalersi di un gran numero di principi attivi; le urgenze vengono generalmente risolte nel giro di uno o due giorni al massimo attraverso la somministrazione orale di determinati farmaci (ACE-inibitori, betabloccanti, calcioantagonisti, da soli o in combinazione); successivamente, il medico curante dovrà valutare le terapie da mettere in atto.
La gestione di una crisi ipertensiva con carattere di emergenza è sicuramente più complessa; il paziente, infatti, in questo caso, è in pericolo di vita ed è quindi necessario innanzitutto ridurre i valori della pressione arteriosa nel più breve tempo possibile.
Un’emergenza ipertensiva richiede ovviamente il ricovero in terapia intensiva e la somministrazione di un farmaco ipotensivo per via endovenosa; lo scopo è quello di limitare nei limiti del possibile i danni d’organo. Il farmaco deve essere scelto a seconda del singolo caso, in base alle specifiche caratteristiche dell’emergenza e ai risultati dell’esame obiettivo e degli esami clinico-laboratoristici.
Nel caso di donne in stato interessante affette da gestosi (preeclampsia) sono necessari il ricovero e la monitorizzazione della paziente e del feto.
Non sempre è possibile prevenire una crisi ipertensiva, ma è fondamentale seguire uno stile di vita sano (mantenimento del peso forma, pratica regolare di un’attività fisica a medio-alta intensità, alimentazione equilibrata ecc.).
Nei pazienti affetti da ipertensione arteriosa è fondamentale seguire la terapia in modo scrupoloso; in molti casi, infatti, la crisi ipertensiva è spesso conseguente al fatto che il paziente non si attiene alle indicazioni mediche (per esempio, sospende autonomamente l’assunzione dei farmaci o non rispetta i dosaggi prescritti).