La diatermocoagulazione è una tecnica utilizzata in ambito dermatologico e ginecologico; essa si avvale di uno strumento che genera corrente elettrica ad alta frequenza e che è in grado di tagliare e cicatrizzare l’epidermide. Lo strumento che viene utilizzato concentra la corrente elettrica su un piccolo catodo che viene messo a contatto ctagliare e cicatrizzare l’epidermideon la zona da trattare; l’anodo, di più grandi dimensioni, viene invece messo a contatto con un’altra parte del corpo per far sì che la corrente elettrica possa scorrere.
L’intensità, la frequenza e la pulsazione della corrente elettrica variano a seconda che si debbano effettuare un’operazione di taglio oppure un’operazione di cicatrizzazione.
Come funziona la diatermocoagulazione
La corrente elettrica ad alta frequenza che viene applicata sul tessuto da trattare origina una sorta di ustione che però si rimargina molto velocemente in quanto la stessa tecnica sterilizza la ferita. La zona trattata si ricopre di una crosta secca di colore piuttosto scuro costituita da frammenti di tessuto ormai morto (escara); sotto la crosta si sviluppa piuttosto rapidamente del tessuto sano.
La diatermocoagulazione non è una tecnica indolore ed è opportuno il ricorso all’anestesia locale; si tratta comunque di un’operazione piuttosto rapida.
Quando ricorrere alla diatermocoagulazione?
Come detto, la tecnica in questione viene utilizzata in ambito ginecologico e dermatologico. Fra le affezioni più comunemente trattate si ricordano capillari venosi ectasici, condilomi, fibromi penduli, porri cutanei, verruche di vario tipo, alcune tipologie di nevi, determinati angiomi stellati ecc.
Frequente è l’utilizzo della diatermocoagulazione nel caso di cervicite per l’asportazione dell’area di tessuto alterato che circonda l’orifizio del canale cervicale.
Un uso particolare della diatermocoagulazione è l’occlusione dei vasi sanguigni che vengono incisi nel corso di alcuni interventi chirurgici; l’apparecchi utilizzato per la diatermocoagulazione, infatti, è dotato di una punta piuttosto sottile e risulta particolarmente adatto alla sigillatura di piccoli vasi sanguigni senza causare lesioni ai tessuti vicini.
Cosa fare dopo
Dopo l’intervento di diatermocoagulazione è necessario prendere alcune precauzioni. Innanzitutto è bene ricordare che la crosta formatisi in seguito al trattamento deve staccarsi spontaneamente; non si deve assolutamente forzarne il distacco. Una volta che, dopo pochi giorni dall’effettuazione della terapia, il medico avrà tolto la medicazione, è consigliabile trattare la parte con creme o unguenti specifici che saranno consigliati dal dermatologo.

La diatermocoagulazione è utilizzata, tra le altre cose, per eliminare le verruche
In alcuni casi, dopo l’intervento si possono verificare alcune complicazioni di poco conto quali l’ipercromia o l’ipocromia della zona sottoposta a trattamento. Più serio il caso di formazione di cicatrici cheloide, un’evenienza che comunque è particolarmente rara. È comunque di fondamentale importanza affidarsi a un dermatologo di provata esperienza in questo tipo di terapia.