Dismetria degli arti inferiori è una locuzione usata comunemente in ambito ortopedico per indicare una differenza di lunghezza dei segmenti ossei degli arti inferiori, una condizione che, perlomeno dal punto di vista funzionale, è più frequente di quanto non si sia portati a ritenere. In realtà, per amor di precisione, per indicare detta condizione si dovrebbe utilizzare il termine eterometria; dismetria è infatti un termine appartenente all’ambito neurologico, con esso si indica la mancanza di misura nei movimenti compiuti volontariamente da un soggetto; tali movimenti possono risultare eccessivi o, al contrario deficitari.
La dismetria, sovente associata ad atassia, è spia di una lesione a carico del cervelletto o del midollo spinale.
In questo articolo, per praticità, consuetudine e confortati dal fatto che l’utilizzo improprio del termine dismetria è comune anche ad autorevoli fonti, lo useremo anche noi in luogo di eterometria.
Dismetria degli arti inferiori: falsa o reale?
Per quanto possa risultare strano, diagnosticare una dismetria degli arti (condizione nota anche come gamba corta) non è questione di poco conto. La difficoltà diagnostica è legata al fatto che gli arti inferiori non sono costituiti da segmenti scheletrici unici, ma, al contrario, da tre componenti che hanno come estremi anca, ginocchio e articolazione sottoastragalica, componenti il cui posizionamento può dar luogo a una variazione della lunghezza globale dell’arto inferiore che non è reale, bensì funzionale. Sarebbe pertanto scorretto porre una diagnosi di dismetria reale degli arti basandosi soltanto sulla valutazione della dismetria delle creste iliache (la cresta iliaca è il margine superiore dell’osso iliaco, a forma di S che delimita il bacino).
Un’errata diagnosi può portare, com’è facilmente immaginabile, a errori nella prescrizione di eventuali rimedi. La prescrizione di un rialzo per correggere una falsa dismetria non solo può essere totalmente inutile, ma, nella peggiore delle ipotesi, addirittura dannosa.
La falsa dismetria
La falsa dismetria degli arti inferiori è il caso più comune. Esistono varie condizioni che possono essere causa di una falsa dismetria; tra queste si ricordano:
- anormale ossificazione del bacino
- basculamento dell’osso iliaco
- fissazione viscerale
- retrazione muscolare dello psoas
- rotazione del bacino
- scoliosi lombare
- sindrome del piriforme
- valgismo del calcagno
- valgismo del ginocchio.
Alla luce di quanto sopra esposto si comprende quanto sia necessaria un’attenta valutazione della situazione del soggetto prima di avventurarsi nella prescrizione di un rialzo.

Prima di avventurarsi nella prescrizione di un rialzo. è opportuna una valutazione complessiva degli arti, bacino compreso.
Tale valutazione può essere effettuata con l’aiuto di esami quali la radiografia della linea cotiloidea e la scansioscintigrafia (una scintigrafia eseguita esplorando la zona in esame scorrendo l’apparecchiatura avanti e indietro), test osservazionali e test osteopatici atti a valutare l’eventuale presenza di basculamento del bacino.
Di notevole importanza è l’attenta osservazione del soggetto. L’esame obiettivo prende in considerazione sia la posizione eretta sia quella seduta.
Con il soggetto in stazione eretta lo specialista dovrà verificare l’eventuale incoerenza fra l’inclinazione del bacino e un arto inferiore che, perlomeno visivamente, appare più deformato. Il test in posizione seduta consente di rendere nulla l’influenza degli arti inferiori sul basculamento del bacino. Nel caso che in posizione seduta il bacino sia correttamente allineato rispetto a quanto accade nella stazione eretta, il basculamento è causato dall’arto inferiore.
Dismetria reale
Una reale dismetria degli arti inferiori (come detto, eterometria) non è un’evenienza molto comune. La vera dismetria può essere dovuta o a un incremento patologico (si può parlare in questo caso di ipermetria) o a un ritardo di accrescimento con accorciamento (ipometria) di uno degli arti inferiori.
Nella gran parte dei casi comunque le dismetrie reali sono dovute a un evento traumatico (per esempio l’esito di una frattura) o a un intervento chirurgico (per esempio un intervento di protesizzazione di anca).
Anche se reale, la dismetria non è sempre facilmente individuabile dal momento che bacino e colonna vertebrale possono mettere in gioco diversi atti compensatori. Se la dismetria è minima, non è affatto improbabile che trascorrano molti anni prima che essa venga diagnosticata.
Una reale dismetria degli arti inferiori può essere congenita oppure acquisita e le cause del problema possono essere le più disparate (processi infettivi, traumi, patologie ossee ecc.). Schematizzando al massimo possiamo suddividere le cause in malformative e post-traumatiche. Nelle prime rientrano tutti quei processi morbosi che interessano le ossa compromettendone la crescita come per esempio:
- malattia di Legg-Calvè-Perthes (malattia pediatrica caratterizzata dalla necrosi della testa del femore; per approfondimenti si consulti il paragrafo Osteocondrosi dell’epifisi prossimale del femore nel nostro articolo Osteocondrosi)
- osteosarcoma (una tipologia di sarcoma che colpisce le cellule mesenchimali produttrici della sostanza osteoide; per approfondimenti vedasi Osteosarcoma)
- patologie neurologiche o neoplastiche (per esempio il sarcoma di Ewing) ecc.
Tra le seconde troviamo soprattutto i traumi derivanti da incidenti stradali o sul lavoro.
Considerato quanto sopra si ribadisce come solo dopo un’attenta valutazione e una corretta diagnosi si potrà decidere come intervenire.
Come intervenire?
La questione è molto complessa e non esiste unanimità di vedute fra gli operatori. Nel caso di eterometrie reali non particolarmente gravi, in genere viene consigliato un rialzo del lato interessato dall’ipometria pari al 50% dell’entità dell’accorciamento. Soltanto in casi particolarmente gravi viene presa in considerazione la possibilità di una correzione chirurgica.
Nel caso di false dismetrie, si deve tener conto che ci troviamo generalmente di fronte a una risposta adattativa o compensatoria messa in atto dal corpo per fronteggiare un problema che può essere di natura biomeccanica, posturale o fisiopatologica presente in un determinato distretto corporeo. Essenzialmente si tratta di un fenomeno di natura neuromuscolare che necessita di una diagnosi funzionale estremamente precisa; se, infatti, come già accennato, una dismetria funzionale viene corretta in modo inappropriato con un rialzo, possono con il tempo insorgere ulteriori problemi legati all’uso di una correzione meccanica a un problema che non è meccanico e nemmeno anatomico, ma neuromuscolare. In linea generale, quindi, nel caso di “falsa gamba corta” l’intervento deve essere di tipo posturale e/o fisioterapico.
Dismetria degli arti inferiori e corsa
Se si prendono in considerazione tutti i casi di dismetria degli arti inferiori, sia quelli di dismetria reale (dismetria anatomica) sia quelli di falsa dismetria (dismetria funzionale), ci si rende conto come il problema tocchi moltissime persone. Spesso la condizione non è dolorosa, ma in coloro che praticano il podismo si ha un aumento del rischio di infortunio; infatti, dal momento che in presenza di dismetria – reale o funzionale che sia – l’allineamento della colonna vertebrale viene a essere alterato, essa risulta più vulnerabile alle spinte della corsa.
Alcuni sintomi che possono indicare la presenza del problema sono dolori simili alla sciatica che partono dai glutei e attacchi frequenti di sindrome della bandelletta ileotibiale (un processo di tipo infiammatorio a carico della zona ileotibiale, ovvero l’ultimo tratto della fascia femorale, quella che riveste i muscoli superficiali della coscia).
Il test – Vi proponiamo un test empirico per accertare se effettivamente avete questo problema agli arti inferiori: indossando solo gli slip, mettetevi davanti a uno specchio grande a sufficienza per tutto il corpo e osservate se avete le spalle allo stesso livello (tenete conto che se avete praticato a lungo uno sport come il tennis, il baseball o altri che prevedano l’utilizzo prevalente di un solo arto superiore, la spalla dominante risulterà più bassa, ma questa non è indicazione utile per il nostro test). Osservate la zona pubica, rilassate il corpo, quindi osservatela nuovamente. Collocate le dita sulle zone ossee nella parte anteriore dei fianchi e verificate se sono allo stesso livello. In caso contrario, collocate un paio di riviste sotto il piede della gamba più corta finché i fianchi si trovano alla stessa altezza.
Se la differenza è superiore a 1,2 cm e avete sofferto spesso di dolori ai piedi, alla caviglia, al ginocchio, ai glutei o alla schiena, consultate un medico sportivo. Se la differenza è inferiore, rientrate fra in “normali” e le cause di eventuali problemi derivanti dalla pratica sportiva, vanno prima ricercati altrove (per esempio in un sovraccarico quantitativo o qualitativo, nella distanza critica ecc.).