La donazione di plasma è una tecnica che in varie occasioni può essere utilizzata in luogo della donazione di sangue intero. I tipici casi sono quelli nei quali, in seguito a traumi o gravi ustioni, si è verificata una rapida deplezione di liquidi associata a una riduzione della volemia, ma, come vedremo, gli utilizzi del plasma sono molteplici.

Di norma, nel corso di una plasmaferesi viene prelevato circa mezzo litro di plasma. L’attuale legislazione consente fino a 20 donazioni di plasma (da 500 ml) all’anno.
L’operazione che consente la separazione del plasma sanguigno dagli elementi corpuscolati del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) viene chiamata plasmaferesi, quest’ultima viene utilizzata sia per scopi trasfusionali sia per scopi terapeutici; fra le molte patologie che vengono trattate anche con l’ausilio della plasmaferesi si ricordano la miastenia gravis, il lupus eritematoso sistemico, la sindrome di Guillain-Barré ecc.
Il metodo viene altresì utilizzato per arricchire di cellule il sangue in caso di auto-donazione e per la produzione dei cosiddetti farmaci plasmaderivati (medicinali utilizzati per il trattamento di patologie rare quali, per esempio, l’emofilia di tipo A e quella di tipo B, malattie emorragiche, immunodeficienze primarie ecc.).
Donazione di plasma – Come funziona
La separazione del plasma dalla parte corpuscolata del sangue viene effettuata tramite centrifugazione grazie all’ausilio di un separatore meccanico. La parte corpuscolata viene poi restituita al donatore.
Di norma, nel corso di una plasmaferesi viene prelevato circa mezzo litro di plasma. L’attuale legislazione consente fino a 20 donazioni di plasma (da 500 ml) all’anno.
Non si tratta di una procedura pericolosa per il donatore e la quota di liquido sottratta a quest’ultimo viene compensata con l’integrazione orale di liquidi o tramite infusioni di soluzioni fisiologiche nel corso dell’operazione di restituzione delle cellule. Il recupero delle proteine plasmatiche avviene nel giro di pochi giorni.
Un’operazione di plasmaferesi ha una durata variabile dai 30 a 60 minuti; mediamente ne occorrono circa 40.
Non tutti i soggetti sono idonei per poter la donazione di plasma; deve trattarsi, infatti, di soggetti di peso superiore ai 50 kg e di età compresa fra i 18 e i 60 anni. Altri requisiti necessari sono un valore di protidemia >6 g/dL, un valore di piastrinemia >200.000/mL e un valore di emoglobina >12,5 g/dL nel caso di un donatore di sesso maschile e >11,5 g/dL nel caso di una donatrice.
È oltremodo importante che chi effettua una donazione di plasma non abbia rapporti sessuali a rischio. I medici devono essere messi al corrente di eventuali assunzioni di farmaci.
Da un punto di vista prettamente tecnico il donatore ideale di plasma è un soggetto con livelli di emoglobina ai limiti inferiori della norma e/o con ferritinemia bassa. A differenza di quanto accade con la donazione di sangue intero, la donazione di plasma non riduce le riserve di ferro.
Per quanto riguarda i gruppi sanguigni è opportuno indirizzare verso la donazione di plasma anziché verso quella di sangue intero i donatori Kell positivi, i soggetti di gruppo AB (sono donatori universali di plasma) e i donatori di gruppo B (la frequenza di questi donatori è piuttosto bassa nella popolazione e c’è il rischio di un mancato utilizzo del sangue che viene donato).
I donatori che hanno un contratto di lavoro dipendente hanno diritto per legge a un giorno di riposo lavorativo retribuito nonché a controlli medici e laboratoristici periodici e gratuiti.