L’ecodoppler (anche Eco-Doppler o ecografia Doppler) è tecnica diagnostica incruenta, non invasiva, esente da rischi e a basso costo gestionale che consente un’accurata analisi dei flussi ematici nei vasi arteriosi e venosi.
Questa interessante metodica, in uso da ormai ben più di trent’anni, si basa sull’effetto doppler (un fenomeno fisico che consiste nel fatto che dirigendo un determinato suono verso un corpo in movimento, il rimbalzo genera un suono diverso), effetto sul quale si basano anche altre metodiche quali la flussimetria e l’ecocolordoppler (una variante che, grazie al colore, è in grado di fornire informazioni ancora più precise sul flusso ematico all’interno dei vasi sanguigni).
Non c’è dubbio che l’avvento dell’ecodoppler abbia costituito una rivoluzione nell’approccio diagnostico alle patologie vascolari; prima dell’avvento della metodica in questione, infatti, l’unica possibilità di ottenere informazioni sulla circolazione cerebrale era quella di effettuare un’angiografia iniettando una sostanza opaca ai raggi X, solitamente direttamente nella carotide interna; si trattava quindi di una tecnica invasiva e gravata da rischi di non poco conto, che consigliavano di effettuare l’esame soltanto in casi selezionati.
Grazie all’ecodoppler, lo specialista è in grado di valutare molte informazioni quali la morfologia dei vasi, il loro grado di pervietà, l’eventuale presenza di malformazioni, stenosi od occlusioni; infine, cosa di non poco conto, grazie a questo esame, nel caso siano presenti problemi di varia natura a carico dei vasi sanguigni, si è in grado di definire la gravità della situazione. Ormai sono moltissime le occasioni nelle quali si esegue questo esame in sostituzione di indagini più invasive e potenzialmente pericolose quali l’arteriografia e la flebografia.
Limiti dell’ecodoppler
Un limite dell’ecodoppler è che non tutti i vasi sanguigni sono perfettamente visualizzabili; ciò si verifica soprattutto dove i tessuti ad alto contenuto di calcio ostacolano il passaggio del segnale nascondendo allo specialista le arterie e le informazioni sul movimento del sangue al loro interno. A seconda dei casi quindi, l’iter diagnostico richiede anche l’esecuzione di altre tipologie di esame quali, per esempio, l’angio-RM, l’angio-TAC o l’angiografia tradizionale.
L’ecografia doppler, inoltre, può essere più difficoltosa in soggetti obesi, sovrappeso o con un importante edema.
Nella riuscita dell’ecodoppler hanno poi un notevole peso anche la perizia e l’esperienza dello specialista che lo esegue.
Come si esegue un ecodoppler
L’ecodoppler viene generalmente eseguito con il soggetto in posizione sdraiata, fatti salvi quei casi in cui è preferibile, per questioni tecniche, che la persona rimanga in posizione eretta.
L’esame non dovrebbe mai essere eseguito in un ambiente troppo freddo; esiste, infatti, il rischio che la bassa temperatura provochi una vasocostrizione che potrebbe rendere più difficoltosa la diagnosi.
Dopo aver scoperto la zona del corpo da sottoporre all’analisi, lo specialista muoverà sulla zona in questione una sonda a ultrasuoni, quest’ultimi vengono riflessi dalle strutture corporee e tornano alla sonda fornendo un’immagine visibile su un monitor. Per muovere più agevolmente la sonda e facilitare il passaggio degli ultrasuoni, la zona cutanea in corrispondenza dei vasi sanguigni da analizzare viene spalmata con un apposito gel.
La durata di un ecodoppler varia a seconda delle problematiche del soggetto; mediamente questo tipo di indagine richiede circa 20 minuti di tempo.

L’ecodoppler è tecnica diagnostica incruenta, non invasiva, che consente un’accurata analisi dei flussi ematici nei vasi arteriosi e venosi
A chi serve l’ecodoppler
Come detto, con l’ecodoppler si analizzano sia i vasi venosi che quelli arteriosi; è quindi possibile suddividere le malattie indagabili con questa tecnica diagnostica in due grandi gruppi: patologie delle vene e patologie delle arterie. Infatti, i più comuni ecodppler sono
- degli arti inferiori
- dei tronchi sovraortici a riposo
- cardiaco
- carotideo.
Relativamente al primo gruppo, l’ecodoppler è spesso utilizzato nel caso si sospettino patologie quali l’insufficienza venosa, la trombosi venosa e la tromboflebite.
Attualmente, come accennato nel primo paragrafo, nel caso di problemi di carattere venoso l’ecodoppler è ormai diventato il punto di riferimento e sono pochi i casi in cui si è costretti a ricorrere alla flebografia.
Per quanto riguarda invece il secondo gruppo di patologie, sono molte le occasioni in cui viene richiesto un ecodoppler. Fra gli esami più noti si ricordano l’ecodoppler transcranico (esame che permette la valutazione dei flussi sanguigni a livello dei vasi cerebrali e molto utile in caso di TIA (attacco ischemico transitorio), ictus, emorragia subaracnoidea o interventi neurochirurgici; prima della sua introduzione, con l’ecodoppler era possibile valutare solamente il tratto extracranico), l’ecodoppler carotideo (particolarmente utile quando si indaga la presenza di problemi a carico delle arterie carotide o vertebrale, specialmente in coloro che mostrano sintomi neurologici), l’ecodoppler dei tronchi sovraortici a riposo (questa metodica consente di valutare le condizioni e le dimensioni dell’aorta e offrire indicazioni sulla necessità o meno di interventi preventivi nel caso di rischio di rottura di questo importantissimo vaso arterioso; l’ecodoppler aortico è di notevole aiuto anche per i controlli post-chirurgici), l’ecodoppler delle arterie renali e delle arterie mesenteriche (questo esame è utile nella valutazione del flusso sanguigno in quelle arterie che trasportano il sangue ai reni e agli organi addominali) e l’ecodoppler degli arti inferiori (questa indagine viene spesso richiesta quando il soggetto avverte dolore agli arti inferiori sia in condizione di riposo sia camminando; lo scopo è quello di escludere la presenza di stenosi a carico di questi vasi; l’esame consente sia di definire il grado dell’eventuale stenosi e la necessità del ricorso a un bypass o a un’angioplastica sia di monitorare la situazione una volta eseguito l’intervento).
A prescindere dall’impiego in patologie specifiche (restringimenti o occlusioni dei vasi arteriosi periferici, trombosi venose profonde, varici ecc.), l’ecodoppler può essere impiegato anche come esame di prevenzione per valutare lo stato del rischio vascolare, soprattutto se associato a fattori come fumo, sovrappeso ed elevato indice di rischio del colesterolo.
La flussimetria doppler
La flussimetria Doppler (anche velocimetria Doppler) è una tecnica diagnostica che ha come scopo principale quello di valutare le condizioni di salute del feto. Non è un esame di routine; diventa necessario soltanto nel caso di gravidanza a rischio.
Esistono due tipologie di flussimetria: la flussimetria materna delle arterie uterine e la flussimetria fetale dell”arteria ombelicale e dell’arteria cerebrale media.
Per approfondire questi argomenti nel dettaglio si consulti l’articolo Flussimetria.
Ecodoppler e colesterolo
Abbiamo già visto che il colesterolo non va demonizzato oltre misura e che esistono molte strategie per controllarlo efficacemente. Prima del ricorso all’impiego di farmaci per decenni, sarebbe più saggio studiare il reale impatto sul proprio organismo del colesterolo alto. Occorre infatti ricordare che colesterolo cattivo (LDL) e colesterolo buono (HDL) sono in competizione e che la loro battaglia si può tradurre (ovviamente concorrono molti altri fattori) in un deposito patologico di placche sui nostri vasi con grave rischio cardiovascolare. Ma se, nonostante un alto colesterolo totale e un indice di rischio non proprio ottimale, il nostro organismo reagisse così bene da non instaurare le condizioni per il formarsi di placche, che senso avrebbe prendere statine per tutta la vita?
Troppe persone infatti si limitano a controllare farmacologicamente il solo colesterolo totale quando con un ecodoppler potrebbero facilmente rilevare che i loro vasi sono ancora in perfetto stato.
Basta eseguire un ecodoppler carotideo e valutare lo stato delle carotidi. In soggetti con un buon stile di vita il grado di occlusione può risultare non significativo, mentre in soggetti fumatori, sovrappeso con indice di rischio cardiovascolare elevato può arrivare anche al 50%. Nei primi, a prescindere dai valori di colesterolo, ogni intervento farmacologico è assurdo, nei secondi, purtroppo, obbligato.
L’ecodoppler carotideo è pertanto un esame che dovrebbe entrare in ogni piano di prevenzione, tanto più che l’esame è innocuo, non invasivo e non necessita di alcuna preparazione particolare.