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Edema di Quincke

L’edema di Quincke, noto anche come angioedema e un tempo come edema angioneurotico è una condizione patologica molto particolare e piuttosto grave che si caratterizza per improvvisa comparsa di una manifestazione edematosa su faccia, mani, piedi, mani, organi genitali e mucose (particolarmente frequente e grave l’edema a livello della mucosa orofaringea con possibili crisi da soffocamento).

Delle forme di angioedema, l’edema di Quincke è quella più comune; decisamente più raro è l’angioedema ereditario (HAE), una condizione patologica causata da un deficit di C1 esterasi-inibitore.

L’edema di Quincke è una condizione potenzialmente letale e richiede pertanto un intervento immediato.

L’angioedema è molto simile all’orticaria (tant’è che alcuni lo definiscono orticaria gigante), anche se si tratta di due condizioni distinte. Vediamo le principali differenze.

In moltissimi casi (40-85% circa) l’orticaria si accompagna ad angioedema; molto più rara, invece, l’insorgenza di angioedema senza orticaria (10% circa dei casi).

L’edema di Quincke è una condizione decisamente più pericolosa dell’orticaria; quest’ultima, infatti, interessa soltanto gli strati cutanei superficiali, mentre l’angioedema coinvolge anche i tessuti sottocutanei profondi.

L’orticaria si caratterizza per l’insorgenza temporanea di una reazione eritematosa e pruriginosa in alcune zone ben definite; nel caso di angioedema, invece, la cute mantiene un aspetto normale e il prurito può essere assente.

L’edema di Quincke può interessare qualsiasi persona a qualsiasi età e indipendentemente dal sesso; corrono però maggiori rischi di sviluppare tale condizione coloro che sono affetti da asma, raffreddore da fieno o eczema.

Cause dell’edema di Quincke

L’edema di Quincke rappresenta uno dei segni di una reazione allergica legata nella gran parte dei casi all’ingestione di un alimento a rischio; fra quelli più conosciuti vanno ricordati i crostacei, le noccioline, la frutta a guscio e l’uovo.

Anche alcuni farmaci possono determinare la comparsa di angioedema; nella gran parte dei casi si tratta di ACE-inibitori, antibiotici e antinfiammatori; più rari, ma comunque segnalati in letteratura, i casi di edema di Quincke causati dai mezzi di contrasto utilizzati per l’esecuzione di esami di diagnostica per immagini.

La comparsa di edema di Quincke può essere determinata anche da punture di insetti (generalmente api o vespe).

Anche alcuni materiali in lattice come guanti, cateteri, dispositivi per la contraccezione possono provocare la comparsa dell’edema.

Segni e sintomi

edema di Quincke

La manifestazione forse più eclatante dell’edema di Quincke è forse il brusco rigonfiamento che il soggetto accusa a livello della laringe.

Il gonfiore a livello della laringe è causato da una vasodilatazione dei tessuti e dal rilascio di proteine infiammatorie; ne consegue un’importante ostruzione delle vie respiratorie.

La reazione all’allergene è piuttosto rapida; infatti si manifesta al massimo entro un’ora dal contatto.

Nelle fasi iniziali, il soggetto avverte prurito alle braccia e sul torso; di norma al prurito è associato l’arrossamento cutaneo. In seguito, insorgono prurito a livello della gola e il timbro di voce si modifica a causa del gonfiore; il soggetto trova difficoltosa la deglutizione e compare ipersalivazione; le difficoltà respiratorie si fanno ma mano più evidenti e il rischio di asfissia si fa concreto. Altre manifestazioni possibili sono la crisi asmatica, l’eruzione cutanea e il gonfiore di volto, palpebre e labbra.

Trattamento dell’edema di Quincke

La comparsa di edema di Quincke è un’emergenza medica e come tale deve essere trattata; un intervento non tempestivo può infatti costare la vita al soggetto. A causa dell’ostruzione delle vie respiratorie, infatti, il decesso può avvenire in breve tempo.

Nel caso si sia testimoni di una reazione allergica le caratteristiche riportate nei paragrafi precedenti è necesario contattare immediatamente il 118 oppure il 112.

La persona colpita dovrebbe essere mantenuta in posizione seduta; devono essere allentati gli abiti e, se presente, la cravatta. Se ci si trova all’interno di un edificio è necessario aerare la stanza.

Molto spesso, durante le prime fasi di soccorso da parte del personale medico, viene praticata un’iniezione di cortisone; lo scopo è quello di ridurre il processo infiammatorio.

In casi particolarmente gravi è possibile che si debba ricorrere all’intubazione o addirittura alla tracheotomia.

Nella maggior parte dei casi, nel caso si sia verificata una significativa riduzione dei valori della pressione arteriosa a seguito dello shock anafilattico, viene praticata un’iniezione di adrenalina.

Nel caso di crisi asmatica si associa un trattamento aerosol con salbutamolo per stimolare la dilatazione dei bronchi.

Necessario poi il ricovero in una struttura ospedaliera; non è esclusa, infatti, la possibilità di una ricomparsa delle manifestazioni cliniche nelle ore seguenti la risoluzione del primo episodio (reazione bifasica).

Una volta che tutto sarà tornato nella norma e il paziente sarà stato dimesso, è decisamente prendere in considerazione l’effettuazione di esami più approfonditi per identificare con sicurezza l’allergene alla base del grave episodio.

Ovviamente dovranno essere adottate tutte le possibili misure preventive per evitare che l’angioedema si manifesti nuovamente.

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