L’enterococco è un batterio Gram-positivo diffusamente presente in natura ed è pressoché quasi sempre rilevabile nelle feci dell’uomo e degli altri Vertebrati; il termine latino che identifica questo genere di batteri è Enterococcus.
Per diverso tempo le varie specie di enterococco facevano parte del gruppo D degli streptococchi, ma da circa tre decenni, si è deciso di creare un gruppo a sé stante; nonostante alcune similitudini, infatti, gli enterococchi presentano anche molte differenze rispetto agli streptococchi; una di queste è relativa alla loro virulenza, decisamente inferiore, anche se il trattamento delle infezioni da enterococco risulta spesso lungo e complesso a causa della loro notevole resistenza agli antibiotici.
Due specie di enterococco sono abitualmente presenti nell’intestino dell’essere umano:
- Enterococcus faecalis (isolati nel 90-95% circa dei campioni fecali dell’uomo)
- Enterococcus faecium (isolati nel 5-10% circa dei campioni fecali dell’uomo).
Le altre specie di enterococco non sono praticamente quasi mai rintracciabili nell’organismo degli esseri umani; occasionalmente si riscontrano E. durans, E. avium ed E. caccae.
Quando gli enterococchi vengono rintracciati nelle acque significa che si è di fronte o a un problema di notevole inquinamento fecale oppure che il sistema di purificazione delle acque non sta funzionando in modo efficace. Si tratta comunque di un’evenienza piuttosto rara nei Paesi occidentali; più critica, invece, la situazione in quei Paesi in cui le condizioni igienico-sanitarie non sono buone.
Infezioni da enterococco
In linea generale, l’enterococco è un batterio commensale e quindi, di norma, non crea particolari problemi all’organismo che lo ospita (il commensalismo è una relazione fra due organismi viventi in cui una delle specie trae un vantaggio mentre l’altra non ottiene né benefici né svantaggi), ma, in alcune occasioni può andare in contro a una trasformazione che lo rende dannoso per l’organismo ospitante.
In un soggetto in buona salute le infezioni da enterococco non sono particolarmente frequenti (le patologie più comuni che può causare in un soggetto sano sono le infezioni a carico del tratto urinario; in questo caso, è possibile che l’esame delle urine mostri la presenza di questi batteri campione urinario); le cose cambiano invece nel caso di soggetti immunocompromessi e/o ospedalizzati; in effetti, le infezioni nosocomiali (ovvero quelle che si contraggono in ambiente ospedaliero) da enterococco sono un problema che sta diventando sempre più importante e che può dar luogo a complicazioni molto gravi; il rischio di morte nei soggetti con basse difese immunitarie non è trascurabile; le infezioni da enterococco, purtroppo, non sono facili da debellare perché questi batteri sono caratterizzati da una notevole capacità di sviluppare resistenza agli antimicrobici.
Le infezioni da Enterococcus faecalis (che rappresentano circa il 90% delle infezioni enterococciche) e da Enterococcus faecium (circa il 10% dei casi di infezioni da enterococco) possono dar luogo a problematiche piuttosto serie:
- infezioni delle vie urinarie
- endocardite subacuta
- setticemia
- batteriemia
- meningite
- diverticolite
- mastoidite
- pielonefrite
- infezioni dei tessuti molli
- infezioni delle ferite (wound infections)
- ecc.
La setticemia da enterococco è gravata da una mortalità molto elevata (30-40% circa).
Studi recenti mostrano che l’enterococco contribuisce alla comparsa di prostatite batterica cronica; i segni e i sintomi che si riscontrano nelle forme croniche di prostatite sono decisamente meno eclatanti di quelli che caratterizzano una forma acuta della malattia, ma sono comunque piuttosto fastidiosi e talvolta limitanti.
Infezioni da enterococco – Trasmissione
La trasmissione delle infezioni da enterococco si verifica soprattutto nell’ambito delle strutture ospedaliere (infezioni nosocomiali), un evento che è molto più comune di quanto non si sia soliti ritenere.
I principali fattori che contribuiscono alla trasmissione di un’infezione da enterococco sono:
- lungodegenza
- immunodepressione
- età avanzata
- cateterismo
- neutropenia.
Anche l’utilizzo di strumenti infetti è vettore di infezione.
Sintomi
I sintomi e i segni associati alle infezioni da enterococco dipendono, com’è facile intuire, dalla sede colpita; un’infezione che, per esempio, interessi l’endocardio (il rivestimento interno del cuore) può dar luogo alle seguenti manifestazioni:
- astenia
- febbre alta
- brividi
- mal di testa
- dolori articolari
- dolori muscolari
- perdita di appetito.
Se, invece, il batterio causa un’infezione che interessa il tratto urinario, si potrebbero manifestare i classici sintomi e segni che caratterizzano patologie come cistite, uretrite, prostatite ecc., vale a dire:
- difficoltà nella minzione (disuria) pur avvertendo lo stimolo
- aumento del numero delle minzioni giornaliere (pollachiuria)
- urgenza
- sensazione di mancato svuotamento della vescica
- stranguria (difficoltà nella minzione associata a dolore)
- dolore e/o bruciore durante la minzione
- dolori più o meno intensi nelle regioni pelvica e lombare
- tracce di sangue nelle urine (ematuria)
- urine maleodoranti
- febbre
- brividi
- nausea
- vomito.
Infezioni da enterococco – Diagnosi
La diagnosi di un’infezione da enterococco non è banale e, molte volte, la risposta ai test standard effettuati per isolare il batterio richiede tempi non brevissimi oltre a non essere del tutto attendibile.
Si hanno però a disposizione tecniche di biologia molecolare che permettono, grazie all’amplificazione del DNA, di formulare la diagnosi in modo rapido e attendibile.
Di notevole importanza è l’effettuazione di un antibiogramma, il test di sensibilità batterica agli antibiotici di solito eseguito dopo l’individuazione e l’isolamento di un agente batterico; lo scopo è quello di scegliere l’antibiotico più adatto allo specifico caso.
Come si curano le infezioni da enterococco
La terapia varia in base alla sede di insorgenza dell’infezione e al test di sensibilità batterica.
Particolare difficoltà la si trova nel debellare le infezioni dell’endocardio; generalmente si ricorre a principi attivi che sono attivi sulla parete cellulare (amoxicillina, ampicillina, vancomicina ecc.) associati a un aminoglicoside (per esempio, la streptomicina o la gentamicina).
Le infezioni cutanee complicate sensibili alla vancomicina possono essere trattate efficacemente ricorrendo a daptomicina, tigeciclina, linezolid e tedizolid ecc.
Le infezioni da enterococco intra-addominali complicate possono essere trattate ricorrendo a imipenem, meropenem o piperacillina-tazobactam.
Nel caso di un’infezione da enterococco a carico delle vie urinarie si può ricorrere ampicillina, vancomicina o, nel caso di cocchi resistenti a quest’ultimo farmaco, a nitrofurantoina e fosfomicina.
Negli ultimi ci si è trovati a fronteggiare la resistenza dell’enterococco a molti farmaci antibiotici; il problema riguarda in particolare l’Enterococcus faecium, ma anche l’Enterococcus faecalis.

Le infezioni da enterococco possono coinvolgere molti organi, dall’intestino al cuore.
A complicare la situazione c’è il fatto che l’enterococco in diversi casi acquisisce resistenza anche nei confronti di farmaci ai quali precedentemente risultava sensibile. Peraltro, molto spesso è necessario, a trattamento iniziato, aumentare gradualmente i dosaggi dei farmaci prescritti se si vogliono ottenere soddisfacenti risultati terapeutici.
Una cura che mostra una certa efficacia è quella basata sull’associazione fra quinupristina e dalfopristina (nome commerciale Synercid, 150 mg e 350 mg rispettivamente); altri antibiotici (per esempio, vancomicina, clindamicina, ampicillina, penicilline e cefalosporine) non sempre danno risposte terapeutiche adeguate. Il Synercid è indicato anche nel trattamento di infezioni da stafilococchi. Un altro farmaco che talvolta viene prescritto è la ciprofloxacina cloridrato (nome commerciale Flontalexin).