La gestosi è una seria sindrome clinica che può fare la sua comparsa durante la seconda metà della gravidanza. Sostanzialmente si tratta di un alterato adattamento dell’organismo alla gestazione; tale sindrome può quindi manifestarsi soltanto in caso di gravidanza.
La maggioranza degli autori considerano obsoleto il termine gestosi e preferiscono parlare di preeclampsia (anche patologia preeclamptica); tuttavia il primo termine è tuttora comunemente usato anche dagli addetti ai lavori.
Alcuni considerano il termine eclampsia come sinonimo di gestosi; in realtà l’eclampsia è una grave complicazione della gestosi, pertanto si deve evitare di utilizzare tali termini come sinonimi.
La sindrome è caratterizzata dalla presenza di ipertensione arteriosa e proteinuria. Molto spesso a tali segni è associata la presenza di edema tant’è che in passato si parlava di gestosi EPH (EPH è un acronimo dei termini inglesi Edema, Proteinuria e Hypertension). Tuttavia la presenza di edema non viene considerata un segno necessario alla diagnosi di preeclampsia perché l’edema si verifica con uguale frequenza sia nelle donne con gravidanza fisiologica sia in quelle con patologia preeclamptica. È però vero che la comparsa rapida di un edema generalizzato può essere un indicatore di una futura gestosi.
Oltre ai tre segni ricordati sopra, in caso di gestosi se ne possono registrare molti altri che trattiamo in uno dei paragrafi successivi.
Frequentemente, in caso di preeclampsia, si registra un difetto di crescita del feto; tanto più la gestosi insorge precocemente, tanto più vi è il rischio che l’esito della gravidanza sia sfavorevole. La morte del feto può essere dovuta a insufficienza placentare e/o a distacco placentare.
La gestosi è una sindrome clinica relativamente frequente; se vengono prese in considerazione anche le forme di gestosi più lievi siamo nell’ordine del 5-10% di gravidanze; l’incidenza della gestosi risulta minore se restringe il campo alle sole gestosi di una certa gravità.
Cause
Le cause della preclampsia sono ignote per quanto questa sindrome clinica sia nota da moltissimo tempo. La gestosi viene considerata una patologia della placentazione; un’anomala placentazione provoca un danno endoteliale a livello placentare che si estende poi in modo generalizzato a tutto l’organismo provocando uno squilibrio che porta a ipertensione e proteinuria e che spesso dà luogo a edema. Il motivo per cui però si ha il verificarsi di un’anomala placentazione è tuttora sconosciuto.
Sono noti però diversi fattori di rischio; tra questi ricordiamo:
- ipertensione arteriosa precedente
- nefropatie
- gestosi precedente (la patologia è comunque più frequente nelle donne al primo parto)
- familiarità
- diabete
- malnutrizione
- patologie autoimmuni
- fascia di età bassa (<16 anni)
- fascia di età alta (>40 anni)
- razza.
Altri fattori di rischio sono legati alla gravidanza in sé quali la gravidanza multipla e la presenza di idrope (accumulo di liquidi nei tessuti sottocutanei).
Gestosi: sintomi e segni
La diagnosi di preeclampsia viene posta sul riscontro di alcuni segni caratteristici che come abbiamo visto sono in primis l’ipertensione arteriosa e la proteinuria. Spesso a tali segni è associata la presenza di edemi.
Una donna in stato interessante che presenti, dopo la ventesima settimana di gestazione, una pressione arteriosa >140/90 (o secondo alcuni autori un incremento dei valori >30 mmHg relativamente alla pressione sistolica e >15 mmHg relativamente alla pressione diastolica) e valori di proteinuria >300 mg/24 h viene considerata preeclamptica, ovvero affetta da gestosi.
Generalmente, in caso di gestosi, si verifica un notevole aumento di peso nel periodo immediatamente precedente alla gravidanza.
Quando il quadro clinico si aggrava di parla di gestosi grave (anche preeclampsia grave o eclampsia imminente); in questo caso possono essere presenti insufficienza renale (creatinina sierica ≥ 0.9g/l od oliguria < 500 ml/24h), disturbi della funzionalità epatica (notevole aumento delle transaminasi), forti dolori addominali, edema polmonare, trombocitopenia (bassi livelli di piastrine), emolisi, cefalea e disturbi visivi. In alcuni casi la pressione arteriosa è decisamente elevata (>170/100 mmHg) e i valori di proteinuria sono >5 g/24 h. Una complicanza della gestosi è poi la cosiddetta sindrome HELLP, un quadro clinico caratterizzato da emolisi (Hemolysis), aumento degli enzimi epatici (Elevated Liver enzymes) e bassa conta piastrinica (Low Platelet count).
Se il quadro clinico si aggrava si può giungere alla cosiddetta eclampsia convulsiva; in questo caso possono verificarsi crisi convulsive seguite da perdita della coscienza. Le conseguenze dell’eclampsia convulsiva possono essere gravissime (coma e lesioni degli organi interni), addirittura fatali. In caso di eclampsia sono ovviamente aumentati anche i rischi per la salute del feto; possono verificarsi ritardo di crescita, parto prematuro e morte endouterina.
Trattamento della gestosi
Le donne affette da preeclampsia devono essere ospedalizzate e monitorate; oltre alla monitorizzazione della donna è di vitale importanza valutare le condizioni del feto; gli esami a cui si ricorre a tale scopo sono generalmente la cardiotocografia, l’ecografia e l’ecocolor-Doppler.
L’ipertensione arteriosa viene controllata con farmaci ipertensivi, non si ricorre però né ai farmaci diuretici perché possono provocare un’eccessiva riduzione della volemia né agli ACE inibitori perché tali farmaci agiscono anche sul rene fetale. Al fine di prevenire l’eclampsia viene generalmente somministrato solfato di magnesio. In alcuni casi, se non si è riscontrata un’eccessiva ipopiastrinemia, si ricorrere alla somministrazione di calciparina allo scopo di migliorare il circolo placentare.
Nel caso si verificasse un attacco acuto si ricorre alla somministrazione di solfato di magnesio al quale vengono associate le benzodiazepine.

La gestosi è una sindrome clinica relativamente frequente; se vengono prese in considerazione anche le forme di gestosi più lievi siamo nell’ordine del 5-10% di gravidanze.
Se la donna ha superato le 35 settimane di gravidanza si procede con il parto (l’unica vera terapia per la gestosi). Nel periodo tra la ventiquattresima e la trentaquattresima settimana la strategia consiste nel portare la gravidanza più avanti possibile monitorando attentamente la velocità con la quale si hanno deterioramenti della salute fetale e della salute della madre; solitamente si somministra betametasone (un cortisonico, più noto con il nome commerciale di Bentelan) con lo scopo di velocizzare lo sviluppo dei polmoni del feto.
Dopo il parto, i segni clinici della sindrome (se questa non è stata complicata da eclampsia) tendono a scomparire velocemente; ciò vale anche per le eventuali lesioni renali ed epatiche che generalmente sono reversibili e non lasciano alcuni tipo di postumi. In genere la prognosi è buona per la madre, mentre per quanto riguarda il feto ciò dipende da eventuali complicanze che possono essersi verificate durante la gravidanza.
La donna deve comunque essere monitorata per diversi giorni anche dopo il parto perché un quarto delle eclampsie si verifica nel periodo post-partum (solitamente entro quattro giorni).
La pressione arteriosa può restare elevata anche per un paio di mesi dopodiché, nella stragrande maggioranza dei casi torna ai livelli precedenti l’insorgenza della patologia. Se la pressione rimane elevata dopo che sono trascorse lotto settimane dalla gravidanza, si dovrà prendere in considerazione la diagnosi di ipertensione arteriosa.