Immunità di gregge è un’espressione utilizzata in ambito medico per indicare un meccanismo di protezione indiretto che offre una tutela anche agli individui che non hanno sviluppato direttamente l’immunità.
L’immunità di gregge si verifica quando:
- È stata vaccinata una parte significativa della popolazione
- La malattia è stata superata con anticorpi propri, senza vaccinazione, da gran parte della popolazione che è guarita.
In entrambi i casi (ed è erroneo riferirsi solo al primo; in effetti una vaccinazione non fa che simulare la malattia con una gente patogeno attenuato) c’è immunità proprio perché il soggetto ha sviluppato anticorpi.
È il principio sul quale si basano tutte le campagne vaccinali intraprese dalle autorità sanitarie di tutto il mondo ed è ritenuto essenziale per ridurre ai minimi termini la circolazione e la conseguente trasmissione di malattie infettive contagiose. Il meccanismo dell’immunità di gregge non è applicabile alle malattie infettive non contagiose (ovvero non trasmissibili da un essere umano all’altro) come, per esempio, il tetano o la pitiriasi rosea.
L’immunità di gregge è nota anche come immunità di gruppo, immunità di popolazione o immunità di branco; talvolta si usa la terminologia inglese: herd immunity.
Si tratta di un meccanismo di facile comprensione; più sono le persone immuni a una determinata malattia (perché l’hanno contratta in passato o perché sono state vaccinate contro di essa), maggiori sono le probabilità che questa non si diffonda.
L’interruzione della catena dei contagi causata dall’immunità di gregge riduce la trasmissibilità e la forza del ceppo infettivo.
Immunità di gregge – Soglia minima
Quando si parla di soglia minima dell’immunità di gregge si fa riferimento alla percentuale minima di soggetti che devono essere vaccinati (o che devono essere guarite dalla malattia) affinché anche le persone non vaccinate (o che, pur vaccinate, non hanno sviluppato un’immunità totale alla malattia) risultino protette; detta soglia varia a seconda del tipo di malattia infettiva (ogni patogeno infettivo ha un suo indice di contagiosità). Nel caso della gran parte delle infezioni contagiose più diffuse, la soglia minima stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è il 95%. La necessità di coperture così alte dipende dal fatto che nel caso delle infezioni contagiose più comuni, bastano pochi soggetti infetti per continuare la trasmissione della malattia.
Il successo più eclatante indotto dall’immunità di gregge è stato quello contro il vaiolo, una malattia infettiva che si ritiene aver causato nel XX sec. centinaia di milioni di morti. L’eradicazione del vaiolo è stata certificata il 9 dicembre 1979 da un’apposita commissione. Tale risultato è stato raggiunto con una copertura vaccinale a livello mondiale di circa l’85%.
L’immunità di gregge ha giocato un ruolo fondamentale anche nell’eradicazione ormai quasi totale della poliomielite (l’ultimo caso certificato nel nostro Paese risale al 1982).

L’immunità di gregge si verifica quando 1) è stata vaccinata una parte significativa della popolazione oppure 2) la malattia è stata superata con anticorpi propri, senza vaccinazione, da gran parte della popolazione che è guarita.
Come si induce l’immunità di gregge?
La stragrande maggioranza degli autori ritiene che l’immunità di gruppo debba essere indotta attraverso le campagne vaccinali di massa e non lasciando infettare il maggior numero di soggetti (immunità di gregge spontanea), considerando quest’ultima opzione come una strategia alquanto rischiosa che innalzerebbe il numero di morti e potenzialmente in grado di saturare le strutture sanitarie. In realtà, la posizione è ragionevole quanto più la malattia è grave (percentuale di mortalità) e soprattutto se c’è un vaccino. Nel caso non esista un vaccino e la mortalità sia tutto sommato bassa, un’alternativa è usare la seconda soluzione spalmando l’epidemia nel tempo (in attesa appunto del vaccino o di migliori cure), potenziando le strutture sanitarie ed evitando l’impennata esponenziale dei contagi.
Di norma si parte da una base di popolazione immune che si è consolidata dopo una prima ondata epidemica (in assenza di vaccino); una volta creato il vaccino si induce l’immunità di gregge tramite vaccinazioni a tappeto. Fondamentali le vaccinazioni dei soggetti più a rischio (bambini e anziani) e del personale sanitario.