Impotenza sessuale è una terminologia generica con la quale, generalmente, si definisce l’incapacità a raggiungere o a mantenere un’erezione idonea per un’attività sessuale soddisfacente; con tale locuzione, in ambito più specificamente medico, si possono definire quadri clinici diversi; si può infatti fare riferimento a due condizioni note come impotentia coeundi e impotentia generandi.
Si parla di impotentia coeundi quando vi è un’impossibilità di tipo fisico dell’organo a compiere l’atto sessuale, mentre si parla di impotentia generandi quando siamo di fronte all’impossibilità di generare dei figli. Per maggiori informazioni su quest’ultimo punto è opportuno consultare il nostro articolo Sterilità maschile nel quale si definiscono nel dettaglio gli aspetti medico-legali legati alla terminologia in questione; qui invece vogliamo trattare dell’argomento impotenza, facendo riferimento alla condizione nota anche come disfunzione erettile.
Impotenza sessuale: le cause
Esistono molte modalità di classificazione dell’impotenza sessuale; una delle più utilizzate è quella che distingue fra:
- disfunzione erettile organica
- disfunzione erettile psicogena
- disfunzione erettile mista.
Disfunzione erettile organica
Si parla di disfunzione erettile organica quando il problema è legato a condizioni di tipo patologico; dal momento che l’erezione è un fenomeno che vede il coinvolgimento dei sistemi circolatorio, nervoso ed endocrino, una condizione patologica che riguardi questi sistemi può essere causa di impotenza sessuale.
Si possono quindi avere impotenze sessuali di tipo vascolare, di tipo neurogeno e di tipo endocrino.
Condizioni patologiche sottostanti a impotenza sessuale di origine vascolare ed emodinamica sono per esempio il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’ipercolesterolemia, l’aneurisma dell’aorta addominale, le embolie arteriose, la sindrome di Leriche, la vasculopatia obliterante ecc.
Un’impotenza sessuale organica legata al sistema nervoso (impotenza sessuale neurogena) può essere legata a condizioni come i traumi a livello del midollo spinale, l’insufficienza ipofisaria, la tabe dorsale (una patologia del midollo spinale conseguente all’infezione sifilitica), la sclerosi a placche, gli interventi chirurgici addomino-perineali, le neuropatie periferiche ecc.
Vi sono infine le impotenze sessuali legate a fattori di tipo endocrino; condizioni che possono causare disfunzione erettile sono per esempio l’ipotiroidismo, l’ipertiroidismo, gli ipogonadismi (sia primitivi che secondari), l’iperprolattinemia e l’ipercorticosurrenalismo.
Molto spesso, disfunzioni erettili organiche sono strettamente legate a terapie di tipo farmacologico che possono essere causa o concausa del problema. Si può parlare in questi casi di impotenza sessuale iatrogena (da farmaci).
Fra i farmaci più coinvolti vi sono gli psicofarmaci, gli anti-ipertensivi e i farmaci utilizzati per le terapie ormonali. Anche i farmaci ad azione diuretica possono aumentare il rischio di disfunzione erettile.
Un altro fattore che aumenta notevolmente il rischio di impotenza sessuale è il fumo di sigaretta; i meccanismi patogenetici attraverso cui si verifica il danno da fumo sul meccanismo dell’erezione sono numerosi; il danno da fumo può, infatti, essere di tipo acuto (vasospasmo, degradazione ossidativa del mediatore dell’erezione, inibizione della sintetasi del monossido d’azoto ecc.) oppure di tipo cronico (aterosclerosi e disfunzione endoteliale).
Come si vede, alcune cause o concause dell’impotenza sessuale di tipo organico sono legate a uno stile di vita scorretto (alimentazione scorretta, fumo di sigaretta ecc.); chi tiene alla propria efficienza sessuale può quindi minimizzare i rischi di disfunzione erettile adottando un buon stile di vita.
Impotenza sessuale e diabete – Un’importanze associazione fra impotenza sessuale e condizioni patologiche è quella che lega la disfunzione erettile al diabete (rispetto alla popolazione di controllo sana, la disfunzione erettile è tre volte più frequente).
È noto da tempo che l’impotenza sessuale è un problema che si verifica in più della metà dei soggetti maschili diabetici e ha la tendenza ad aumentare:
- con l’invecchiamento
- nel caso di controllo glicemico non adeguato (si registrano alti valori di emoglobina glicosilata)
- con l’aumento della durata della patologia
- nel caso siano presenti neuropatia e /o complicanze microvascolari
- nel caso il soggetto faccia abuso di sostanze alcoliche
- nel caso il soggetto sia fumatore
- nel caso il soggetto sia affetto da obesità associata a sedentarietà
- nel caso il soggetto sia affetto anche da ipertensione arteriosa e assuma farmaci antipertensivi (in particolar modo diuretici).
In circa la metà dei soggetti diabetici si ha riscontro di impotenza sessuale nel giro di un decennio dall’insorgenza del diabete. In diversi casi poi (circa il 10-12%), la disfunzione erettile è uno dei primi segni dell’insorgenza della malattia diabetica.
I meccanismi all’origine della disfunzione erettile nei diabetici sono numerosi e vanno da diversi tipi di danno vascolare ad altri di tipo neurologico.

Questo problema colpisce il 26 % degli uomini sotto i 40 anni (Journal of Sexual Medicine)
Disfunzione erettile psicogena
Si parla di disfunzione erettile psicogena quando il problema è legato a un’inibizione centrale dei meccanismi erettivi in mancanza di una causa organica riscontrabile.
Spesso il problema insorge in modo improvviso ed è legato solitamente a condizioni quali ansia, stress e nervosismo. Anche eventuali problemi con il proprio partner sessuale possono essere all’origine di questo tipo di disfunzione erettile.
Un breve cenno va alla cosiddetta ansia da prestazione sessuale, un problema che affligge un numero non minimale di persone; l’ansia da prestazione sessuale può riguardare anche il sesso femminile, ma nei soggetti maschi il problema sembra essere molto più diffuso.
La questione è molto complessa e non è pensabile esaurire in poche righe l’argomento. In linea generale, il problema è scatenato dalla paura dell’insuccesso, dal timore di non essere in grado di soddisfare appieno le aspettative del proprio partner sessuale; afflitta da questi timori, la persona finisce per trovarsi in una situazione paradossale: l’insicurezza della non riuscita è sufficiente a causare la non riuscita.
Generalmente i soggetti affetti da impotenza sessuale di origine psicogena vengono indirizzati verso percorsi terapeutici quali la consulenza psicologica, la terapia di coppia, la terapia cognitivo-comportamentale, le tecniche di stimolazione sessuale guidata ecc.
L’argomento è più dettagliatamente trattato nei nostri articoli Ansia da prestazione: cosa fare per poterla sconfiggere? e Problemi di erezione giovanili.
Disfunzione erettile mista – Secondo molti autori, nella stragrande maggioranza dei soggetti affetti da impotenza sessuale, è possibile ritrovare un mix di fattori di tipo organico e di tipo psicogeno; si parla quindi in questo caso di disfunzione erettile di tipo misto.
Impotenza sessuale: la diagnosi
La diagnostica relativa all’impotenza sessuale si è decisamente evoluta nel corso degli ultimi 20-25 anni; se prima si era soliti considerare la stragrande maggioranza dei casi di impotenza sessuale come un problema di carattere strettamente psicologico, adesso le cose sono drasticamente mutate e i casi di impotenza sessuale le cui cause sono da imputare ad alterazioni organiche sono sicuramente quelli più numerosi, anche se è indubitabile che in moltissime circostanze viene a verificarsi una certa sovrapposizione psicologica che finisce per aggravare il problema.
La correttezza della diagnosi è ovviamente fondamentale per affrontare al meglio la condizione di disfunzione erettile. In prima battuta è necessario un accurato esame anamnestico generale che fornirà informazioni utili a inquadrare la questione; a questo esame generale viene spesso fatta seguire un’anamnesi sessuologica specifica grazie alla quale è possibile indagare lo stato delle relazioni sessuali e affettive e la tensione con la quale il problema viene affrontato.
Oltre agli inquadramenti anamnestici dovranno essere eseguiti esami di laboratorio ed esami strumentali.
Gli accertamenti di laboratorio di primo livello prendono in considerazione vari parametri metabolici e ormonali (glicemia, profilo lipidico, test di funzionalità epatica, test di funzionalità renale, testosterone totale, testosterone libero, prolattina, LH, FSH, TSH ecc.).
Tra gli esami strumentali utilizzati per la diagnosi di impotenza sessuale si ricordano l’ecografia peniena, l’ecografia testicolare, l’ecografia prostato-vescicolare, ecocolordoppler testicolare, la biotesiometria peniena, la cavernosometria dinamica, la rigidometria notturna con Rigiscan (anche NPT test, Nocturnal Penile Tumescence test) e il test di farmaco-erezione (invero, in questo caso, più che di esame strumentale si dovrebbe parlare di test farmacologico).
Rimedi per l’impotenza sessuale
Il trattamento dell’impotenza sessuale ha avuto una svolta epocale nei primi anni ’80 del XX secolo con l’introduzione della terapia basata sull’autoiniezione di farmaci vasoattivi.
L’utilizzo di questo tipo di farmaci, da effettuarsi dietro controllo medico, prevede un’autoiniezione nel pene di una determinata dose di farmaco vasoattivo, dose che è diversa da caso a caso (dose personalizzata).
Inizialmente veniva impiegata la sola papaverina, un alcaloide dotato di proprietà vasodilatatorie e spasmolitiche; in seguito la papaverina è stata associata alla fentolamina, un farmaco antiadrenergico che viene utilizzato nella diagnosi e nella terapia del feocromocitoma (un raro tumore che colpisce il tessuto localizzato nel midollo surrenale e nei gangli delle catene simpatiche che si trovano a livello toracico e addominale) nonché nel trattamento delle crisi ipertensive associate a edema polmonare acuto.
Attualmente il farmaco più utilizzato in questo tipo di terapia è la prostaglandina E1 (anche PGE1 o alprostadil).
Un notevole successo nel trattamento dell’impotenza è quello ottenuto dalla terapia orale; i farmaci più utilizzati sono i cosiddetti inibitori della PDE-5 (inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5), ovvero il sildenafil (meglio noto come Viagra), il tadalafil (Cialis) e il vardenafil (Levitra).
A questi farmaci si è poi aggiunta l’apomorfina (Ixsense o Taluvian), un principio attivo noto fin dagli anni ’50 del XX secolo (anche se i primi usi clinici sono iniziati circa venti anni dopo); trattasi di un agonista dopaminergico utilizzato nel trattamento del morbo di Parkinson.
Vediamo brevemente le caratteristiche di questi principi attivi.
Viagra – Viagra è il nome commerciale del farmaco a base di sildenafil immesso nel 1998 sul mercato per la cura dell’impotenza. Il medicinale si è dimostrato efficace (percentuale di successo del 50% circa). Sono stati confermati anche gli effetti collaterali (mal di testa, dispepsia, vampate di calore con percentuale che varia dal 6 al 18% a seconda del disturbo). In chi fa uso di nitrati sono stati segnalati bruschi cali pressori e casi di morte in cardiopatici (49 per milione). A differenza dell’apomorfina che agisce a livello centrale, opera a livello locale (non è efficace nell’impotenza con cause neurologiche) in tempi medi (circa un’ora).
Cialis e Levitra – Dopo il successo del Viagra, altre case farmaceutiche hanno prodotto molecole simili: il tadalafil (nome commerciale Cialis, che ha una durata più lunga del Viagra, passando da 3-4 ore ad almeno una quindicina) e il vardenafil (nome commerciale Levitra).
Apomorfina – Farmaco che dà una risposta erettile in una ventina di minuti, stimolando opportuni recettori cerebrali. A differenza del Viagra, che agisce a livello locale, opera quindi sul sistema nervoso centrale ed è efficace anche nell’impotenza di natura neurologica.
Sia il Viagra (e i successori) sia l’apomorfina non sono afrodisiaci, non agendo in mancanza degli stimoli sessuali che innescano l’erezione.
Coloro che non rispondono alle terapie autoiniettiva e orale possono tentare il ricorso alla terapia chirurgica; dopo il relativo fallimento di tecniche quali la rivascolarizzazione microchirurgica dei corpi cavernosi del pene, attualmente l’opzione ritenuta più valida è la protesi peniena.
Negli anni ’50-’60 del XX secolo fecero la loro comparsa le protesi rigide in teflon; il problema principale di queste protesi era legato alla costante rigidità del pene, cosa che creava non pochi disagi al soggetto.
Nel 1964 fu ideata la prima protesi peniena idraulica che aveva il notevole vantaggio di poter essere gonfiata e sgonfiata; con il passare del tempo, l’evoluzione tecnologica ha consentito di progettare modelli decisamente sofisticati che, una volta impiantati chirurgicamente, svolgono una funzione erettiva praticamente identica a quella normale.
Tutti i centri urologici più moderni sono in grado di effettuare questo tipo di impianto che richiede al soggetto una degenza non particolarmente lunga.