L’insufficienza renale è una grave condizione patologica che compare quando i reni non sono più in grado di funzionare in modo efficiente. I reni hanno varie funzioni fra cui quella di depurare il sangue, filtrando le sostanze dannose e quella di regolare la quantità di acqua e gli elettroliti (i sali minerali presenti nelle cellule) allo scopo di mantenere un adeguato equilibrio idrosalino; ben si comprende quindi come questi organi svolgano un ruolo fondamentale nel mantenimento dell’equilibrio interno dell’organismo.
Nel momento in cui, per i più svariati motivi (che vedremo in seguito) la funzione renale si altera perché i reni non sono più in grado di trattenere gli elettroliti oppure perché non riescono più a mantenere il livello di sostanze nocive nel sangue entro una soglia ottimale, si produce l’insufficienza renale, una patologia che, nella sua tipologia cronica, in Italia colpisce attualmente circa 45.000 persone (va precisato che quest’ultimo dato è riferito ai soggetti che sono in trattamento dialitico cronico; non è però noto il numero di persone con insufficienza renale cronica in fase non dialitica; attualmente solo gli USA forniscono un dato attendibile su questo punto; in quel Paese il numero dei soggetti con insufficienza renale cronica non sottoposti a trattamento dialitico è 50 volte superiore a quello dei soggetti in trattamento sostitutivo). Quello che è certo è che l’insufficienza renale cronica è una patologia di notevole impatto sociale, in particolar modo se si considera che negli anni l’incidenza e la prevalenza di questa malattia sono andate sempre più crescendo.
Insufficienza renale acuta e insufficienza renale cronica
L’insufficienza renale può essere suddivisa in due grandi categorie:
- insufficienza renale acuta (IRA)
- insufficienza renale cronica (IRC).
Nei paragrafi successivi tratteremo separatamente la forma acuta e quella cronica.
Insufficienza renale acuta
L’insufficienza renale acuta è caratterizzata da una compromissione molto rapida della funzione renale; tale compromissione può avere molte cause fra cui patologie e/o altre problematiche quali per esempio disidratazione da perdite di fluidi corporei (per esempio in seguito a diarrea, febbre, sudorazione e vomito), scarsa assunzione di liquidi, assunzione di sostanze tossiche per il rene (molti farmaci, fra cui vari FANS e alcuni antibiotici), assunzione di diuretici (questi farmaci possono provocare sia un’eccessiva perdita di acqua sia un aumento eccessivo del flusso sanguigno verso il rene con conseguente ostruzione dell’arteria renale) e ipovolemia da perdite ematiche.
L’insufficienza renale acuta viene solitamente suddivisa in tre categorie: IRA da cause pre-renali, IRA da cause renali e IRA da cause post-renali. Nel primo caso si ha un’alterazione del processo di filtraggio legata all’afflusso di sangue verso le arterie renali; nel secondo caso si ha un coinvolgimento dei tubuli che consentono il passaggio del filtrato glomerulare, mentre nel terzo caso si ha un problema nel processo di espulsione delle urine. La forma di insufficienza renale acuta più comune è quella da cause pre-renali.
I sintomi e segni dell’insufficienza renale acuta sono diversi; peraltro in alcuni casi la patologia è asintomatica e il problema viene rilevato casualmente in seguito ad analisi di laboratorio effettuate per altri motivi. Fra i sintomi e i segni più frequenti in caso di insufficienza renale acuta vanno ricordati i seguenti:
- riduzione della produzione di urina (oliguria), anche se, occasionalmente, la diuresi risulta normale
- ritenzione di liquidi con conseguente gonfiore agli arti inferiori
- sonnolenza
- fame d’aria
- affaticamento
- stato confusionale
- nausea
- convulsioni e/o coma (nei casi più gravi)
- dolore o senso di oppressione al petto.
La diagnosi si basa su una serie di esami di laboratorio (BUN -azoto ureico ematico-, creatinina, sodio, potassio, cloro, calcio, fosforo, emocromo, acido urico, esame delle urine) e strumentali (radiografia addominale, ecografia, TAC, RMN, scintigrafia renale, urografia, biopsia renale).
Il trattamento dell’insufficienza renale acuta richiede solitamente la degenza in una struttura sanitaria; la terapia è rappresentata dall’eliminazione della causa che l’ha provocata, dal ripristino della diuresi e degli equilibri idroelettrolitici, dal trattamento delle infezioni. Ovviamente è necessario anche il trattamento delle eventuali complicanze.
Il rischio di danno renale permanente in seguito a insufficienza renale acuta è concreto; peraltro l’IRA può avere esito fatale; questo rischio è più elevato nei soggetti che avevano problemi renali prima di manifestare il problema acuto.
Insufficienza renale cronica
L’insufficienza renale cronica è una condizione patologica piuttosto seria legata a un lento, ma progressivo declino delle funzioni renali. Diversamente da quanto accade nel caso dell’insufficienza renale acuta che ha un decorso rapido e improvviso, l’insufficienza renale cronica è una condizione che si sviluppa nel corso di settimane e mesi o addirittura di anni.
Le principali cause di insufficienza renale cronica sono il diabete mellito (sia di tipo 1 che di tipo 2) e l’ipertensione arteriosa; queste patologie, infatti, sono in grado di danneggiare i piccoli vasi sanguigni presenti nell’organismo, ivi compresi quelli che si trovano nei reni. Altre cause di insufficienza renale cronica sono rappresentate da patologie autoimmuni, rene policistico, pielonefrite ricorrente, ostruzione delle vie urinarie e reflusso, utilizzo cronico di farmaci metabolizzati a livello renale ecc.
Relativamente ai segni e ai sintomi, va premesso che il declino della funzione renale può essere talmente lento che non è infrequente che la patologia rimanga asintomatica per lunghi periodi di tempo; questo rappresenta un problema di non poco conto perché la patologia, di fatto, passa inosservata fino a quando i reni non hanno subito danni irreparabili.
Quando si manifesta, fra i segni i sintomi più comuni vi sono un aumento della frequenza delle minzioni, ematuria, urine torbide e dal colore scuro; altri segni e sintomi sono rappresentati da ipertensione arteriosa, senso di fatica persistente, edemi, calo ponderale, fiato corto, sete eccessiva, crampi, prurito, rash cutanei, alitosi, nausea e vomito.
Man mano nell’organismo si accumulano tossine e si possono avere anche convulsioni e confusione mentale.
Si possono poi verificare varie complicanze fra cui alterazioni elettrolitiche, in particolare iperkaliemia, ipercalcemia e iperfosfatemia, anemia, ipertensione arteriosa, frequenti sanguinamenti, disidratazione, osteoporosi ecc.
Per la diagnosi ci si avvale degli stessi mezzi citati a proposito dell’insufficienza renale acuta.

La prevalenza dell’insufficienza renale è intorno al 7% ed è in costante crescita.
Per quanto concerne il trattamento, nel caso della forma cronica, si devono adottare severi cambiamenti nella dieta, passando a un’alimentazione priva di sodio, con poche proteine e fosfati, per evitare ulteriori danni ai reni, e una terapia farmacologica che consenta di correggere gli squilibri presenti nell’organismo.
Nel caso dei pazienti ormai giunti all’uremia, le uniche possibilità sono rappresentate dalla dialisi e dal trapianto renale (quest’ultimo indicato soprattutto per i pazienti molto giovani).
La forma più completa di terapia è rappresentata dal trapianto di rene; in più della metà dei casi, il rene trapiantato funziona in modo ottimale anche dopo quindici anni dall’intervento. In caso di fallimento del trapianto, il paziente torna alla dialisi, ma potrà in seguito effettuare un nuovo tentativo.
Insufficienza renale e dialisi
La dialisi è un processo che consente di purificare il sangue mediante un macchinario specifico, il rene artificiale, la cui introduzione ha permesso di garantire la sopravvivenza ai malati di insufficienza renale cronica. Infatti, fino agli anni Sessanta, chi non poteva sottoporsi a trapianto di rene, arrivava alla sindrome uremica terminale e inevitabilmente moriva nel giro di pochi giorni o alcune settimane.
Nell’emodialisi è necessario attivare la circolazione extracorporea del sangue, con appositi macchinari; il paziente dovrà recarsi più volte alla settimana in ospedale (o presso un centro specializzato) per sottoporsi al trattamento. Nel caso della dialisi peritoneale si utilizza come membrana il peritoneo (invece di un filtro artificiale come nell’emodialisi). Qui viene introdotto il liquido di dialisi per effettuare lo scambio delle sostanze. Questo secondo tipo di trattamento può essere effettuato anche durante la notte, a domicilio, riducendo così notevolmente il disagio per il malato. Per approfondire: Dialisi.