L’ipermetropia è un difetto refrattivo molto diffuso nella popolazione; si stima infatti che questa forma di ametropia (anomalia rifrattiva) colpisca più o meno cinque milioni di italiani (si tratta quindi di un difetto visivo meno diffuso della miopia, ma più frequente dell’astigmatismo), anche se è abbastanza difficile fornire cifre certe in quanto, in molti casi, il difetto non provoca sintomi o deficit visivi e conseguentemente passa inosservato.
La fascia di età più colpita è quella al di sotto dei 14 anni; il motivo è facilmente spiegabile; nei primi anni di vita l’occhio è fisiologicamente più corto e la sua lunghezza non è ottimale per il potere refrattivo del diottro oculare. Al momento della nascita la percentuale dei soggetti affetti dal disturbo è particolarmente elevata (e in effetti si parla di ipermetropia fisiologica), ma inizia a ridursi in modo progressivo con il passare del tempo. Passati i 40 anni di età, la percentuale degli ipermetropi inizia nuovamente a salire.
Ipermetropia – Cause
Il difetto riconosce diverse cause; la più frequente è senza ombra di dubbio un diametro del bulbo oculare più corto del normale; si parla in questo caso di ipermetropia assile (anche assiale); praticamente i raggi luminosi che provengono da oggetti sia lontani che vicini convergono in un punto che si trova dietro la retina, accade quindi che il soggetto ipermetrope veda male gli oggetti posti nelle vicinanze e, in parte, anche quelli più lontani.
Altre cause possono essere una curvatura della cornea anteriore minore della norma, una curvatura della superficie del cristallino inferiore al normale, un indice di rifrazione della corteccia del cristallino superiore al normale, una distanza eccessiva fra cristallino e cornea.
Più rara è l’ipermetropia dovuta all’assenza del cristallino (afachia).
Classificazione
Esistono diverse tipologie di classificazione dell’ipermetropia; una delle più pratiche è quella che distingue fra latente e manifesta. Un’ipermetropia di grado lieve in soggetti di giovane età, è generalmente latente in quanto il problema viene a essere compensato dalla capacità che il nostro sistema visivo ha di aumentare la propria potenza (potere accomodativo); nel caso invece di gradi di ipermetropia più elevati (e con il trascorrere del tempo) il problema inizia a essere manifesto; con il trascorrere degli anni, diminuendo il potere accomodativo, anche ipermetropie di grado lieve possono dar luogo a disturbi.
Ipermetropia – Sintomi e segni
Nel caso di bambini piccoli non è facile rendersi conto del problema perché se il difetto è molto leggero, la compensazione accomodativa fa sì che il problema resti asintomatico; talvolta, in corso di altre patologie, l’occhio del bambino sembra storcersi; il genitore che nota questo sintomo dovrebbe richiedere un controllo oculistico. Nei bambini piccoli con gradi di ipermetropia medio-alti il fenomeno sopracitato può ripetersi con maggiore frequenza.
Man mano che trascorrono gli anni, e dipendentemente dal grado del difetto, che può essere lieve (da+1 a +2 diottrie), medio (da +2 a +4 diottrie) o elevato (sopra a +4 diottrie), i segni e i sintomi possono essere più numerosi e importanti; nel grado lieve la visione può non essere ottimale, ma non vi sono particolari altri problemi; se l’ipermetropia è di grado medio o elevato l’eccessiva sollecitazione del potere accomodativo provoca la comparsa di diversi disturbi: la visione è annebbiata, gli occhi si arrossano, talvolta lacrimano e non è rara la presenza di bruciore, le palpebre si fanno più pesanti e si può avvertire anche un certo senso di sonno. Molti soggetti riferiscono anche la presenza di mal di testa, è anche possibile, ancorché rara, la presenza di nausea. L’insieme di tutti questi disturbi dà luogo a una sindrome clinica nota come astenopia accomodativa.
Nei casi più severi, il continuo e notevole sforzo accomodativo indotto dall’ipermetropia può provocare l’insorgenza di strabismo.
Anche nelle persone adulte la sintomatologia è pressoché la stessa. È quantomeno curioso il caso di persone adulte ipermetropi asintomatiche; generalmente in questi soggetti è presente ambliopia (il cosiddetto occhio pigro).
Alcuni adulti diventano ipermetropi nel momento in cui iniziano a soffrire di presbiopia.

Alcuni adulti diventano ipermetropi nel momento in cui iniziano a soffrire di presbiopia.
Diagnosi
La diagnosi deve essere posta dall’oftalmologo (medico oculista); un esame della vista integrato da varie tecniche strumentali è generalmente sufficiente a rilevare la presenza del difetto in questione.
Un test fondamentale è quello della refrazione; nei bambini e nei pazienti più giovani è necessaria l’instillazione di appositi colliri (gocce cicloplegiche) che dilatano la pupilla (provocano cioè un fenomeno noto come midriasi) impedendo così che il difetto venga mascherato dal meccanismo dell’accomodazione; il test visivo che utilizza le gocce cicloplegiche viene definito refrazione in cicloplegia.
Ipermetropia – Cura
Per la cura possono essere utilizzate le stesse strategie viste relative alla terapia della miopia ovvero: gli occhiali, le lenti a contatto e la chirurgia refrattiva.
Gli occhiali avranno lenti convergenti (positive) che faranno sì che i raggi luminosi cadano direttamente sulla retina e non dietro a essa; le lenti a contatto hanno lo stesso effetto degli occhiali.
Chi invece vuole eliminare o perlomeno diminuire la dipendenza da occhiali o lenti a contatto può ricorrere alla chirurgia refrattiva. Il trattamento dell’ipermetropia con il laser a eccimeri è una procedura sicura e di notevole affidabilità.
L’intervento consiste nel bombare la cornea allo scopo di aumentarne la curvatura per far sì che l’oggetto venga messo a fuoco sulla retina.
La tecnica di chirurgia refrattiva più utilizzata nel trattamento dell’ipermetropia è la tecnica LASIK, grazie alla quale si possono trattare ipermetropie comprese fra +1 e +6 diottrie.
Il trattamento può essere effettuato anche con la metodica PRK (cheratectomia fotorefrattiva).
Nei casi di ipermetropia particolarmente importanti è possibile ricorrere a un impianto intraoculare.