Molti anni addietro l’ipertensione arteriosa (pressione alta) era considerata una patologia praticamente inevitabile legata al fisiologico processo di invecchiamento, tant’è che per calcolare la pressione massima ideale esisteva una pratica formula che prevedeva l’addizione di 100 alla propria età in anni. Oggi una tale visione non è più considerata accettabile dal momento che sono moltissime le persone che giungono in tarda età mantenendo valori pressori ottimali o comunque normali; è però pur vero che leggeri incrementi sono considerati comunque accettabili.
Comunque sia, il concetto che l’aumento della propria pressione arteriosa con l’avanzare dell’età sia un fatto ineluttabile è da considerarsi privo di fondamento. Tra l’altro, sorprendentemente, negli ultimi anni sono registrati casi di ipertensione arteriosa anche in persone giovani e talvolta giovanissime; un dato che deve essere considerato decisamente preoccupante e che deve spingere le persone a curare il proprio stile di vita fin dagli anni della gioventù.
I valori normali pressori negli infanti sono molto più bassi di quelli normali delle persone adulte; tali valori sono infatti 70 mmHg per la pressione sistolica e 40 mmHg per la pressione diastolica; con il passare degli anni tali valori salgono progressivamente fino ad assestarsi, verso i 18 anni di età, al valore medio standard di 120/80 mmHg.
Se nell’adulto l’ipertensione arteriosa è generalmente quella essenziale, nei bambini i valori superiori alla norma sono generalmente legati a patologie sottostanti (ipertensione arteriosa secondaria). I bambini con valori pressori normali, ma vicini ai limiti considerati come tollerabili hanno più probabilità rispetto ad altri di diventare ipertesi in età adulta. Spesso il problema è legato a un regime alimentare scorretto e alla sedentarietà, due problemi che portano il bambino a una condizione di sovrappeso. È ormai da tutti accettato il fatto che i bambini sovrappeso hanno molte più probabilità rispetto ai bambini normopeso di soffrire, raggiunta l’età adulta, di patologie quali obesità, aterosclerosi, angina ecc. È quindi opportuno che i genitori educhino i propri figli a un corretto stile di vita fin dalla più tenera età, in primis dando loro il buon esempio, e in secondo luogo ricordando loro l’importanza di una vita sana e attiva.

L’ipertensione arteriosa colpisce più della metà degli anziani
In età adulta i valori pressori dovrebbero rimanere quelli che vengono mediamente registrati al compimento della maggiore età (ovvero 120/80 mmHg); stiamo parlando in questo caso di persone sane; sfortunatamente abbiamo visto che molte volte ciò non si verifica e si hanno casi di ipertensione persino in età preadolescenziale.
Fino all’età di circa 40 anni i soggetti più a rischio di pressione alta sono i maschi, la tendenza si inverte però dopo i 45-50 anni, quando molte donne entrano in menopausa; l’organismo femminile risente infatti della mancanza dell’azione protettiva legata alla maggiore presenza di estrogeni che si registra durante l’età fertile. Il rischio di ipertensione arteriosa nei soggetti di sesso femminile risulta tanto più alto quanto più precocemente la donna è entrata in menopausa.
Dopo il sessantesimo anno di età si registrano mediamente valori pressori lievemente più alti di quelli registrati nelle prime fasi dell’età adulta (l’aumento riguarda più spesso la pressione massima); il motivo di tale aumento è probabilmente dovuto al fatto che con l’età si verifica comunque un certo aumento della rigidità dei vasi arteriosi; per ridurre al minimo il rischio di un rialzo pressorio, ancorché minimo, è necessario adottare in età adulta tutte le forme di prevenzione possibile, in primis un buon stile di vita.