L’ischemia è una condizione patologica caratterizzata dalla mancanza, totale o parziale, del flusso sanguigno in un determinato distretto corporeo legata a un problema del sistema cardiocircolatorio. Il termine è di derivazione greca: isch(ein), ridurre e haim(a), sangue.
L’ischemia è un evento che può avere gravissime conseguenze. Essa si verifica in caso di una discrepanza fra la domanda e l’offerta di substrati energetici legata a una deficienza più o meno marcata del flusso sanguigno arterioso o a una riduzione del deflusso venoso. Tale discrepanza è causa di danni cellulari legati sia alla riduzione dell’apporto di ossigeno (ipossia) e di sostanze nutritive (in primis il glucosio) sia all’accumulo di cataboliti.
La causa immediata dell’evento è sempre riconducibile a un restringimento oppure a un’occlusione del lume arterioso; alla base di tali situazioni possono esserci problemi di varia natura quali, per esempio, compressioni dall’esterno (legate alla presenza di neoplasie, cicatrici, legature ecc.), ispessimenti delle pareti arteriose (legati a processi arteriosclerotici, tumorali, degenerativi, infiammatori ecc.) e ostruzioni del lume dei vasi (legate alla presenza di emboli, trombi ecc.).
Ischemie a carattere transitorio senza alcuna variazione del lume dei vasi afferenti possono verificarsi nel caso in cui si verifichi un improvviso richiamo di una notevole quantità di sangue in un altro distretto vasale.
Qualsiasi parte del corpo può essere interessata da un’ischemia, ma va precisato che vi sono organi più frequentemente interessati da questo evento: cuore (ischemia miocardica), intestino (ischemia intestinale), cervello (ischemia cerebrale: sotto forma di ictus oppure di attacco ischemico transitorio), dita di mani o piedi (ischemia periferica).
Conseguenze
Un’ischemia provoca tutta una cascata di eventi a partire dalla diminuzione della fosforilazione ossidativa dei mitocondri con ridotta produzione di adenosintrifosfato (ATP), una sostanza che rappresenta la fonte energetica fondamentale per tutte le attività delle cellule; una sua deplezione (riduzione) provoca danni alle funzioni della membrana cellulare e la conseguenza è un’alterazione degli scambi ionici che porta a un incremento dei livelli di sodio e calcio intracellulari. In particolare, l’incremento dei livelli di sodio richiama acqua e provoca rigonfiamento cellulare; l’organismo risponde a questa situazione cercando di preservare la produzione energetica e si ha un incremento della glicolisi anaerobica cui fanno seguito riduzione delle scorte di glicogeno, accumulo di acido lattico, diminuzione del pH e riduzione dell’attività enzimatica. Se la carenza di ATP si protrae a lungo si hanno serie alterazioni all’apparato della sintesi proteica.
In linea generale, i danni legati a un’ischemia sono legati alla sua entità, al vaso interessato, alla durata dell’evento, alle particolari esigenze del tessuto colpito (il miocardio e il tessuto nervoso, per esempio, possono sopportare ipossie di durata brevissima, mentre altri tessuti hanno maggiore tolleranza a tali fenomeni) e allo condizione precedente del tessuto stesso.
Se l’evento è di breve durata, il danno verificatosi può essere reversibile e il ripristino del flusso di sangue riporta le cellule alla loro condizione di normalità (un tipico esempio di ischemia temporanea non grave è il formicolio degli arti che si avverte quando questi vengono mantenuti in posizione coatta). Se, invece, l’evento è di lunga durata oppure di notevole portata, il danno cellulare assume purtroppo un carattere di irreversibilità e si ha la morte (necrosi) cellulare. La morte di una notevole quantità di cellule ha come conseguenza il cosiddetto infarto tissutale.
Ischemia – Sintomi e segni
Le manifestazioni sintomatologiche variano a seconda dell’importanza e della sede dell’evento.
Nell’ischemia miocardica a carattere transitorio (la causa della sindrome clinica nota come angina pectoris), per esempio, i sintomi principali sono rappresentati da dolore retrosternale costrittivo e oppressivo accompagnato dalla sensazione di mancanza del respiro.
Nell’ischemia cerebrale i sintomi e i segni variano in base alla zona cerebrale che è stata interessata dalla mancanza di flusso sanguigno; il soggetto colpito può, per esempio, accusare un’alterazione più o meno marcata dello stato di coscienza, problemi motori, articolatori, di linguaggio, di orientamento, debolezza, emicrania ecc.
Nel caso in cui l’attacco ischemico sia transitorio (condizione nota come TIA, Transient Ischemic Attack, attacco ischemico transitorio) i problemi sono generalmente risolvibili, mentre nel caso di ischemie che perdurano nel tempo si corre il rischio di danni cerebrali gravi e permanenti.
Nell’ischemia intestinale cronica (anche angina abdominis), patologia legata a una progressiva diminuzione dell’afflusso sanguigno all’intestino tenue a causa di un’arteriopatia (solitamente arteriosclerotica) del circolo mesenterico si ha dolore post-prandiale crampiforme localizzato inizialmente in sede epigastrica (parte centrale della metà superiore dell’addome) e in seguito diffuso a tutta la zona addominale; a questa manifestazione dolorosa si accompagnano meteorismo e stitichezza nel periodo iniziale, mentre in seguito si ha la comparsa di una diarrea da malassorbimento con conseguenti dimagramento e grave deperimento organico (cachessia).

Le manifestazioni sintomatologiche dell’ischemia variano a seconda dell’importanza e della sede dell’evento.
Nell’ischemia renale non si hanno manifestazioni specifiche, ma si può avere la comparsa di ipertensione arteriosa e il quadro può evolvere in insufficienza renale, in quella periferica si possono avere dolenzia agli arti inferiori con conseguente zoppia (claudicatio intermittens).
Ischemia – Terapia
Gli attacchi ischemici possono essere prevenuti o eliminati attraverso l’incremento del flusso sanguigno. Per ripristinare la circolazione sanguigna è necessario disostruire i vasi interessati dal problema. Ciò può essere ottenuto attraverso trattamento farmacologico trombolitico (trombolisi, un trattamento antitrombotico basato sulla somministrazione di farmaci ad azione anticoagulante e fibrinolitica) oppure percutaneo tramite tromboectomia (cui si ricorre solo in casi di una certa gravità), aterectomia (rimozione dell’ateroma), angioplastica o by-pass.
In caso di ischemia transitoria, la terapia può consistere nell’immediata somministrazione di acido acetilsalicilico (il principio attivo dell’aspirina) alla quale seguirà poi quella di ticlopidina (un farmaco appartenente alla categoria degli antiaggreganti piastrinici).