Bere un caffè, possibilmente amaro (alcuni aggiungono anche qualche goccia di limone), è uno dei più noti “rimedi della nonna” contro il mal di testa. Se è vero che molte di queste soluzioni casalinghe sono vere e proprie fake news, in questo caso c’è un fondo di verità sull’efficacia del caffè (o, più precisamente della caffeina in esso contenuta) contro il dolore al capo.
La relazione fra caffeina e mal di testa è però abbastanza complessa e vale la pena spenderci qualche parola.
Va innanzitutto ricordato che la caffeina è una sostanza stimolante il sistema nervoso centrale in grado esercitare un effetto vasocostrittore (le sostanze vasocostrittrici sono quelle sostanze che possiedono la proprietà di restringere i vasi sanguigni incrementando il grado di contrazione della muscolatura vasale) a motivo del suo antagonismo nei confronti degli effetti vasodilatatori dell’adenosina (un neurotrasmettitore). Questi effetti sembrano giustificare il fatto che, in molti casi, l’assunzione di caffè al mattino “risolve” l’emicrania che alcune persone accusano al momento del risveglio. Va anche notato che molte combinazioni analgesiche studiate per il mal di testa contengono caffeina; in questo caso, la presenza di tale sostanza è soprattutto legata al fatto che essa aiuta a migliorare l’assorbimento del principio attivo antidolorifico in quanto incrementa la velocità di svuotamento gastrico, velocità che, di norma, risulta diminuita durante un attacco di mal di testa.
Caffeina e cefalea ipnica
Una forma di mal di testa nella quale è unanimemente riconosciuta l’efficacia della caffeina è la cosiddetta cefalea ipnica, una forma di mal di testa che si caratterizza per la sua comparsa nel corso del riposo notturno (in alcune persone si manifesta anche nel corso della “siesta” pomeridiana).
La cefalea ipnica interessa di norma i soggetti over 50; si manifesta con un dolore sordo, una sorta di “peso” che grava sulla testa che causa il risveglio della persona. Nella maggioranza dei casi interessa entrambi i lati del capo, ma può anche essere monolaterale. L’intensità è lieve-moderata e la sua durata può essere estremamente variabile (si va dai 15 minuti alle 6 ore circa dopo il risveglio).
Le cause della cefalea ipnica non sono note; l’ipotesi più accreditata è quella relativa a un coinvolgimento delle strutture dell’ipotalamo.
Se la diagnosi di cefalea ipnica è certa, è valido il consiglio di associare alle tipiche terapie a base di indometacina o carbonato di litio una tazzina di caffè prima di coricarsi. È stato infatti osservato che l’assunzione di caffeina prima del riposo notturno migliora l’efficacia della terapia e consente un riposo migliore (anche se forse meno profondo). In alcuni casi viene addirittura evitata l’insorgenza dell’attacco.
Quando la caffeina fa venire il mal di testa
Il titolo del paragrafo potrebbe ingenerare un po’ di confusione; è infatti più corretto parlare di mal di testa da sospensione di caffeina. Si tratta di una condizione che interessa generalmente coloro che da almeno un paio di settimane assumono un dosaggio di 200 mg al giorno della sostanza in questione (ricordiamo che in un caffè espresso o in caffè fatto con la Moka, il dosaggio di caffeina varia da 60 a 120 mg).

Nel 10% dei consumatori abituali di caffè è possibile riscontrare sintomi importanti legati alla dipendenza e all’astinenza, il più comune dei quali è il mal di testa.
La sospensione dell’assunzione di caffeina è una condizione più frequente di quanto non si possa essere portati a pensare; molte persone, infatti, bevono molti caffè durante i giorni lavorativi (per rimanere più svegli, più concentrati ecc.) per poi cessarne o ridurne drasticamente l’assunzione durante i giorni di riposo o durante le vacanze (ciò potrebbe spiegare anche diversi casi del cosiddetto mal di testa del week-end). Secondo alcuni studi, la sospensione dell’assunzione di caffeina quando si è abituati ad assumerne doti considerevoli rappresenta uno dei principali fattori della trasformazione dell’emicrania episodica in emicrania cronica.
Di un certo interesse sono poi quegli studi che mostrano che una parte considerevole dei mal di testa cronici nei bambini sono attribuibili all’assunzione eccessiva di caffeina, non tanto sotto forma di caffè quanto sotto forma di cioccolato e bevande a base di cola.
In linea generale, è consigliabile che i soggetti emicranici non superino la soglia dei due caffè giornalieri, evitando anche gli energy drink che contengono caffeina.