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Medico o Internet?

Ormai, per molte persone, Internet è un medico virtuale al quale chiedere informazioni su sintomi, malattie, cure. Quando sentono il termine “Internet”, molti medici sorridono ironicamente, altri reagiscono stizziti, altri infine cercano di convincere il paziente dell’inutilità della ricerca. Tutti dimenticano che molte pagine Internet sono redatte da medici e/o da associazioni molto più autorevoli e (spesso) competenti di loro; è altresì vero che però molte pagine in Rete riportano dati salutisticamente molto criticabili. Pertanto la domanda del titolo è pienamente giustificata.

Internet non può certo sostituire il medico in casi gravi, ma può essere molto utile per poter dialogare con il professionista con cognizione di causa; in situazioni di lieve gravità può tranquillamente aiutare l’automedicazione. Non è però per tutti e in questo articolo vedremo di chiarire i fattori che consentono un uso corretto della Rete.

Sono sostanzialmente tre:

  • coscienza medica
  • scientificità della fonte
  • equilibrio della fonte.

La coscienza medica

Quando si vuole affrontare la materia la prima cosa che si deve fare è costruirsi una coscienza della materia. In campo medico significa che chi legge una pagina medica deve per lo meno comprendere il 90% dei termini, altrimenti rischia di male interpretarla e prendere lucciole per lanterne. Costruirsi una coscienza medica non è difficile, basta per esempio studiare (non semplicemente leggere) la sezione Medicina del nostro manuale di cultura generale. In al massimo un paio di settimane chi è motivato non avrà difficoltà a costruirsi le basi della materia.

Per esperienza, a parte gli addetti ai lavori, non più del 10% della popolazione ha una coscienza medica e può essere veramente il primo medico di sé stesso.

La scientificità della fonte

Ci sono siti scientifici e siti che vendono teorie alternative o complementari alla medicina convenzionale (che vivono solo sfruttando il fatto che la medicina ufficiale non è certo onnipotente). Dovete sapere riconoscere subito a che categoria appartiene il sito. Per esempio, un sito che vende l’enorme fallacia (errore razionale) che “il naturale è buono” evidentemente non solo è poco scientifico, ma è anche molto limitato razionalmente perché anche un bambino sa elencare tantissime cose “naturali” che possono fare male. Quindi:

  • no a siti di medicina alternativa (omeopatia, fiori di Bach, ayurveda)
  • no a siti di medicina complementare (per esempio fitoterapia) che pretendono di curare tutto. La medicina complementare può curare solo malattie di lieve gravità.
Medico o Internet?

Ormai, per molte persone, Internet è un medico virtuale al quale chiedere informazioni su sintomi, malattie, cure.

L’equilibrio della fonte

Purtroppo, non tutte le fonti Internet comunque risalenti alla medicina ufficiale sono attendibili. Interessi commerciali o di carriera inquinano spesso l’informazione, presentandola in modo decisamente troppo ottimistico. Per capire quando ciò avviene è necessario ricorrere ad alcuni accorgimenti.

Sensibilità e specificità – Sono due concetti fondamentali per giudicare l’equilibrio della fonte, soprattutto quando si parla di esami e di prevenzione. Un esame che dà molti falsi negativi (poco sensibile) o troppi falsi positivi (poco specifico), quando viene presentato come “fondamentale”, è un buon esempio di “ottimismo medico”. Facciamo due esempi.

Chiunque presenti il colesterolo totale come indicatore di rischio cardiovascolare (vedasi discutibili pubblicità e i medici che vanno loro dietro) sembra non conoscere che il parametro è veramente poco specifico. Si consideri, per esempio, Tizio che ha 205 di colesterolo totale (160 mg/dl quello cattivo e 30 quello buono; il resto è rappresentato da un quinto dei trigliceridi); ha un indice di rischio veramente preoccupante, superiore a 6 (l’indice di rischio è dato dal colesterolo totale diviso quello buono); inizia a fare molta attività fisica e il suo colesterolo buono schizza a 80 e il suo indice di rischio scende a circa 3 con un colesterolo totale a 255 che per un medico poco preparato sarebbe “preoccupante”. Il colesterolo totale è quindi poco specifico perché dà molti falsi positivi.

Un altro esempio è la mammografia sotto ai 50 anni. La sua trattazione numerica è presentata nell’articolo che la riguarda (Mammografia: conviene?), articolo dal quale si comprende chiaramente che il numero di falsi positivi è altissimo e sarebbe opportuno eseguire non la mammografia, ma un’ecografia fatta da un ottimo operatore.

I trucchi – Alcuni trucchi sono la base delle medicine alternative, ma si trovano purtroppo anche nella medicina convenzionale. Consultate la sezione Intelligenza per un elenco completo; in questa sede elenchiamo quelli che è necessario conoscere:

  • trucco del placebo
  • trucco delle percentuali relative
  • effetto coincidenza ed effetto tempo
  • effetto risultato.

La ricerca – L’ultima cosa che dovete sapere è che la ricerca non è scienza (ved. La ricerca scientifica). Sulle riviste mediche è spesso molto facile trovare una ricerca che promuove X e un’altra che lo boccia. Ciò è dovuto principalmente a due fattori.

La correlazione – Spesso i ricercatori giocano sull’equivoco in cui spesso la popolazione cade, quello fra “correlazione” (fra due parametri) e “causa. Dire che la percentuale degli europei che ha i capelli biondi (chiari) e che supera 1,75 cm è molto maggiore di quella degli europei che hanno i capelli scuri è una semplice correlazione, ma non vuol certo dire che avere i capelli biondi causi un maggior sviluppo osseo e una maggiore altezza. Sono due fattori risalenti alla vera causa (le popolazioni nordiche hanno una maggiore statura media e hanno i capelli più chiari).

Il campione – Molte ricerche usano campioni statisticamente risibili:

  • sono poco numerosi
  • sono scelti male (ad hoc!)

Al primo punto tutti ci arrivano. Una ricerca condotta su 87 soggetti, per quanto statisticamente si prenda ogni precauzione, ha un valore veramente limitato.

Il punto è che più il campione diventa significativo, più è facile sceglierlo male. Per farvi capire il concetto si pensi che, se si volesse fare una ricerca seria sugli italiani e una certa patologia, si dovrebbero estrarre i nominativi dei partecipanti fra tutti gli abitanti che abbiano i requisiti della ricerca (per esempio sesso femminile ed età superiore ai 40 anni). Ogni altra scelta, per quanto accurata, sarebbe dubbia.

Come fare dunque per risolvere il problema del campione? La soluzione più pulita sarebbe di farsi una coscienza statistica, cosa non difficile, ma più impegnativa di farsi una coscienza medica perché richiede anche nozioni matematiche di base. L’alternativa è usare un noto motto: una rondine non fa primavera. Cercate altre ricerche che confermino quella presa in esame, verificate quante sono a favore e quante contro, dando una certa importanza alla data di pubblicazione. Spesso capita che diverse ricerche promuovano più o meno blandamente un concetto, poi arriva quella definitiva che lo boccia senza appello (un esempio: il gamma orizanolo).

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