La menopausa è un evento fisiologico che da un punto di vista tecnico indica l’ultima mestruazione avuta da una donna. Per estensione, con tale termine si è soliti indicare anche il periodo di vita della donna successivo all’ultima mestruazione.
Un termine utilizzato spesso, anche se un po’ impropriamente, come sinonimo, è climaterio, dal greco klimakter (scalino, passaggio) che fa riferimento al periodo di transizione, leggermente più lungo, dal momento in cui termina la fertilità a quello irreversibile di sterilità.
Nella donna in menopausa l’attività ovarica è terminata; le ovaie cioè non producono più follicoli ed ormoni estrogeni, il principale dei quali è il 17 beta estradiolo.
Il deficit ormonale che ne consegue determina l’incapacità riproduttiva (la donna quindi non è più fertile) e una serie di conseguenze e trasformazioni che non riguardano solo la sfera sessuale e ginecologica, ma anche altri apparati (primo fra tutti quello scheletrico), senza contare gli effetti a livello psicologico.
Gli effetti della condizione sono comunque estremamente variabili da soggetto a soggetto e dipendono anche dall’ambiente sociale, dal livello culturale della donna e dal suo stato generale di salute.
La causa della menopausa
L’insorgere della menopausa spontanea è, essenzialmente, il frutto della fisiologica riduzione degli ormoni sessuali femminili (gli estrogeni), riduzione a sua volta dovuta all’inevitabile processo di invecchiamento dell’organismo. Come vedremo, la menopausa può essere causata da altri eventi, ma in questi casi non si parla più di menopausa spontanea.
Menopausa: a quale età?
Generalmente l’età media in cui si ha il riscontro della condizione oscilla fra i 50 e i 52 anni (menopausa spontanea).
Si parla di menopausa precoce quando i soggetti interessati hanno un’età inferiore ai 40 anni; si parla invece di menopausa prematura se tali soggetti hanno un’età compresa fra i 40 e i 45 anni; tra i vari fattori che possono anticipare l’arrivo di tale condizione si ricordano:
- la familiarità (presente in circa il 30-33% dei casi di menopausa precoce)
- il menarca precoce, ovvero la comparsa del primo ciclo prima dei 13 anni (su questo punto non tutti gli autori risultano concordi);
- il fumo di sigaretta e l’abuso di sostanze alcoliche (vi sono moltissimi studi che sembrano confermarlo);
- un determinato regime alimentare (un’alimentazione sbilanciata sembra favorire l’anticipo della menopausa);
- un indice di massa corporea inferiore a quello ritenuto normale;
- la bassa statura.
Altri fattori legati all’insorgenza di menopausa precoce sono la presenza di patologie autoimmuni come la malattia di Addison, il lupus eritematoso sistemico, la tiroidite di Hashimoto, l’artrite reumatoide, il diabete insulino-dipendente, le intolleranze alimentari con base autoimmune ecc.
Altre problematiche associate a menopausa precoce sono la galattosemia, la sindrome di Turner, la sindrome dell’X fragile, infezioni virali (per esempio la parotite) o batteriche (per esempio la tubercolosi) ecc.
Secondo alcuni studi anche il mancinismo è un fattore che può portare a un anticipo del periodo della menopausa (le donne mancine entrano in menopausa in media cinque anni prima).
Si parla di menopausa tardiva quando l’età della donna è superiore ai 52 anni; questa condizione rappresenta uno dei fattori di rischio per lo sviluppo del tumore al seno; vari studi, infatti, hanno mostrato che nelle donne che entrano in menopausa dopo i 55 anni, il rischio di contrarre un tumore mammario raddoppia; si ritiene che ciò dipenda dal fatto che le ghiandole mammarie risultano esposte agli estrogeni per un periodo di tempo maggiore.
In alcuni casi la menopausa è provocata da interventi chirurgici (per esempio l’ovariectomia), da chemioterapia, da radioterapia ecc.; in questi casi si parla di menopausa artificiale.
Segni e sintomi di menopausa
La sintomatologia è alquanto variegata. Solitamente si tende a suddividere le manifestazioni dei sintomi in manifestazioni immediate, manifestazioni differite e manifestazioni tardive.
Manifestazioni immediate – Fra le manifestazioni immediate vi sono vari disturbi del quadro ormonale, disturbi di tipo psicologico, vampate di calore, depressione e disturbi del sonno.
Fra i disturbi del quadro ormonale i più frequenti sono la polimenorrea (l’intervallo tra i cicli mestruali è inferiore ai 25 giorni), l’oligomenorrea (l’intervallo fra due mestruazioni successive supera i 36 giorni), l’ipermenorrea (perdita ematica maggiore di 80 ml) e ipomenorrea (perdita ematica inferiore ai 20 ml). In molte donne, le alterazioni del quadro ormonale causano ritenzione idrica.
Fra i disturbi di tipo psicologico i più frequenti sono l’ansia, l’irritabilità e il nervosismo e nei casi più gravi la depressione.
Le vampate di calore (note popolarmente con il termine “caldane”) sono uno dei fenomeni più caratteristici del periodo menopausale; la donna avverte notevoli sbalzi della temperatura, si verifica ipersudorazione, si avverte una sensazione di intenso calore e si verifica un notevole arrossamento del viso, del collo e della nuca.
Normalmente questi episodi hanno una durata limitata (difficilmente si va oltre i 5-6 minuti), poi la temperatura scende e si può avvertire una certa sensazione di freddo. La temperatura esterna ha una certa influenza sugli episodi di vampate che in caso di temperature alte tendono ad aumentare di numero.
Le vampate di calore possono durare per molto tempo (anche cinque anni dalla data dell’ultima mestruazione); mediamente cessano dopo uno o due anni.
I disturbi del sonno sono frequenti nell’immediato periodo post-menopausa; si possono avere difficoltà ad addormentarsi, sonno agitato o, nel peggiore dei casi, insonnia.
Manifestazioni differite – Fra le manifestazioni differite si riscontrano problemi a livello cutaneo, diminuzione del desiderio sessuale e sindrome urologica.
Fra i problemi a livello cutaneo i più evidenti sono l’assottigliamento di epidermide e derma, disidratazione e perdita di elasticità cutanea con comparsa di rughe e prurito.
Nella stragrande maggioranza dei casi i mutamenti ormonali che si verificano con la menopausa portano a un calo della libido. Altri problemi relativi alla sfera sessuale sono la dispareunia e l’anorgasmia.
Fra i problemi di tipo urologico vi sono cistiti, uretriti, tenesmo, disuria, pollachiuria e, ma più raramente, nicturia.
Manifestazioni tardive – Diverse sono le manifestazioni tardive (problemi muscolari, diminuzione dell’energia fisica ecc.), ma il problema maggiore è costituito dall’aumento della fragilità scheletrica, un quadro che pone le basi dell’osteoporosi, una seria patologia che può creare diversi problemi a coloro che ne soffrono.
Sono proprio le manifestazioni tardive che giustificano la cosiddetta terapia sostitutiva.
Diagnosi
Affinché la diagnosi sia certa si deve attendere un anno dall’ultima mestruazione, ma trascorsa metà di questo periodo le probabilità che la donna sia in menopausa sono decisamente elevate; tuttavia, in soggetti di età inferiore ai 50 anni è necessario eseguire accertamenti per verificare un’eventuale gravidanza.
Se lo specialista sospetta la presenza di menopausa precoce può richiedere l’esecuzione di vari esami clinici sia ematochimici (FSH, 17 beta estradiolo, inibina B, ormone antimulleriano, DHEA) e strumentali (ecografia pelvica o transvaginale; eventualmente può essere richiesta anche una mineralografia ossea computerizzata).
Altri esami diagnostici che il ginecologo potrebbe richiedere sono l’indagine cromosomica mediante cariotipo (serve a verificare l’eventuale presenza di alterazioni genetiche) e lo screening anticorpale (per esempio di dosaggio degli anticorpi antiovaio, antisurrene, antitiroide ecc.).
Diagnosi differenziale – Esistono alcune patologie la cui sintomatologia è molto simile a quella che viene riscontrata nelle donne in menopausa; fra queste ricordiamo:
- ipotiroidismo
- ipertiroidismo
- sindrome dell’ovaio policistico
- carcinoma uterino
- ipopituitarismo
- iperpituitarismo.
Terapia ormonale sostitutiva
La terapia ormonale sostitutiva, oltre a contrastare i piccoli disturbi e innalzare notevolmente la qualità della vita, permette di limitare l’aumento della probabilità di contrarre malattie cardiovascolari e di alcune patologie (tumore al colon, osteoporosi).
La ragione è da ricercarsi nell’effetto protettivo degli estrogeni femminili naturalmente prodotti in età fertile rispetto a tali patologie. Per esempio facilitano l’assorbimento del calcio da parte delle ossa: in menopausa tale effetto protettivo cessa e, come accennato in precedenza, l’apparato scheletrico diventa più fragile e può insorgere l’osteoporosi. Inoltre è provata la capacità degli ormoni femminili di abbassare l’indice di rischio cardiovascolare, aumentando la quantità di colesterolo ad alta densità (HDL) e abbassando quello a bassa densità (LDL).

Lo sport in menopausa è un ottimo alleato per contrastare molte manifestazioni di questo nuovo stato nella vita della donna
La terapia sostitutiva mira a integrare il deficit di ormoni estrogeni, non più sintetizzati dal corpo femminile: possono essere assunti assieme a progestinici per contrastare gli effetti indesiderati sull’endometrio indotti da una terapia basata esclusivamente su estrogeni.
La somministrazione dei due tipi di ormoni può essere concomitante o sequenziale, in trattamenti ciclici (con 7 giorni di interruzione per ogni mese) o continui (senza interruzione). Le vie di somministrazione possono essere quella orale, con pillole simili a quella anticoncezionale, cutanea, con dispositivi inseriti sotto la cute, e transdermica (cerotti, particolarmente indicati nei soggetti ipertesi per il basso impatto a livello epatico).
La terapia sostitutiva non può essere somministrata a donne con malattie cardiovascolari, tromboflebiti, tumori sensibili agli estrogeni. Chi non presenta controindicazioni può assumere la terapia sostitutiva senza limiti di tempo, pur monitorando la salute con controlli periodici per valutare i rischi e i benefici associati alla terapia.
Fra i farmaci utilizzati si ricordano l’estradiolo (un estrogeno; controllo della sintomatologia associata alla menopausa e prevenzione dell’osteoporosi), l’estriolo (un estrogeno; riduzione dei sintomi associati alla carenza estrogenica), il medrossiprogesterone acetato (un progestinico; migliora il profilo lipemico e riduce il rischio di insorgenza di malattie coronariche), il progesterone (progestinico; riduzione dei sintomi associati alla menopausa), l’etinilestradiolo (un estrogeno; controllo dei sintomi che caratterizzano la menopausa e prevenzione dell’osteoporosi) e il tibolone (principio attivo con attività estrogenica, progestinica e lievemente androgenica; riduzione dei disturbi della menopausa associati a osteoporosi e trattamento dei sintomi vasomotori).
Altri farmaci utilizzati in menopausa
Altri tipi di farmaci che possono venire prescritti alle donne in menopausa sono i modulatori selettivi dei recettori estrogenici (per controllare i sintomi associati alla condizione; esplicano anche un’attività ipocolesterolemizzante), gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (esercitano un effetto antidepressivo e sono in grado di controllare i sintomi vasomotori che sono associati alla menopausa) e gli ipertensivi.
Articoli di approfondimento
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