Metastasi è un termine generico con il quale si indica il trasporto di un processo morboso da una certa zona dell’organismo all’altra.
La prima grande distinzione che è necessario fare quando si parla di metastasi è quella che le suddivide in settiche e tumorali; le prime hanno origine infettiva, mentre le seconde sono tumori metastatici. È di questa tipologia che tratteremo in questo articolo.
Le cellule colonizzatrici
Le cellule che hanno abbandonato la loro sede di origine, dando luogo alle metastasi, vengono denominate cellule colonizzatrici. Secondo alcuni ricercatori del Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York, alcune di queste cellule colonizzatrici, dopo aver generato le metastasi, si “nascondono” per poi ritornare al luogo di origine, riproducendo il tumore; ipotesi suggestiva che potrebbe spiegare le cosiddette recidive tumorali, un problema decisamente grave che si somma ai tanti che un ammalato di cancro deve affrontare.
I tumori metastatici
Nell’uso più comune del termine con metastasi si fa riferimento alla crescita secondaria di un tumore maligno in una zona diversa, e spesso distante, da quella che è stata originariamente colpita da un processo neoplastico.
In questo senso si parla anche di cancro metastatico o di tumore metastatico. Va precisato, in riferimento a quest’ultimo caso, che una neoplasia formata da cellule metastatiche prende il nome dalla patologia principale; più precisamente, un tumore della mammella che si è diffuso al cervello è un carcinoma mammario metastatico, non un tumore cerebrale.
Non tutti i tumori hanno la capacità di dar luogo a metastasi e, in effetti, è proprio questa capacità che distingue i tumori maligni da quelli benigni.
Com’è noto, i tumori benigni rimangono confinati nella sede nella quale hanno iniziato il proprio sviluppo e, pur potendo creare diversi problemi (compressione dei tessuti limitrofi, problemi funzionali ecc.) non hanno capacità infiltrative, mentre i tumori maligni, grazie alla loro capacità di metastatizzare, colonizzano altri organi (si parla di processo di metastatizzazione) dando vita a nuovi processi di tipo tumorale.
In linea generale, tutti i tumori maligni possono metastatizzare, ma esistono alcune eccezioni a questa “regola”. Le più importanti sono costituite dai tumori maligni delle cellule gliali del sistema nervoso centrale (i gliomi) e dai carcinomi dello strato basale dell’epidermide (i basaliomi). Gliomi e basaliomi sono infatti tumori notevolmente invasivi, ma rarissimamente danno luogo a un processo di metastatizzazione.
Metastasi e aspettativa di vita
A ben vedere, sono le metastasi che devono essere ritenute le maggiori responsabili delle morti per cancro. La loro presenza, infatti, indica solitamente che il tumore primario si trova in una fase abbastanza avanzata.
Non è aprioristicamente possibile stabilire se una neoplasia darà luogo a un tumore metastatico; il mezzo principale che può impedire a un tumore di metastatizzare è ovviamente la diagnosi precoce.
Un tumore maligno individuato precocemente e asportato in modo completo può non avere dato luogo a focolai metastatici permettendo così una guarigione completa.
L’esame istologico del tumore è uno strumento fondamentale nell’approccio terapeutico susseguente all’asportazione tumorale; tale esame infatti permette di ricavare importanti informazioni sul grado di aggressività della patologia e sulla sua capacità di metastatizzare dando modo di organizzare le adeguate contromisure.
Metastasi – In quanto tempo e come si formano?
Un tumore può diffondersi sia per diffusione locale sia perché si propaga a distanza; spesso queste due modalità di diffusione sono coesistenti. Non è possibile stabilire a priori in quanto tempo si formano le metastasi, perché molto dipende dal tipo di cancro e dal tipo di propagazione. La propagazione a distanza, ovvero la formazione di focolai metastatici, può avvenire per diverse vie; le più comuni sono la via ematica e la via linfatica, ma si possono avere anche metastasi per via transcelomatica o per via canalicolare.
La metastatizzazione per via ematica è particolarmente frequente nei sarcomi e in determinati tipi di tumore (tumori del rene, tumore alla prostata, tumori della tiroide, tumore al fegato ecc.).
Via ematica – Le metastasi per via ematica vengono classificate nel modo seguente:
- tipo vena porta
- tipo vena cava
- tipo polmonare (o tipo polmone).
Le prime sono metastasi che si sono originate da tumori presenti nella cavità addominale. Attraverso la vena porta le cellule tumorali raggiungono il fegato dando origine a metastasi epatiche.
Le metastasi tipo vena cava originano da tumori che possono essere localizzati in diverse zone dell’organismo; le cellule tumorali vengono trasportate tramite il sangue venoso ai polmoni ed è spesso in questa sede che compaiono le prime metastasi tumorali.
Le metastasi tipo polmone originano da tumori primitivi del polmone; possono diffondersi in ogni zona dell’organismo, ma sono particolarmente frequenti nel sistema nervoso centrale.
Via linfatica – La diffusione delle metastasi per via linfatica è caratteristica delle neoplasie di tipo epiteliale, i carcinomi. Le prime metastasi tumorali si presentano a livello di quei linfonodi che drenano la zona interessata. Superato il confine linfonodale regionale, le cellule tumorali possono raggiungere altre zone linfonodali e di qui passare nel torrente sanguigno raggiungendo altri organi.
Via transcelomatica – Le metastasi per via transcelomatica sono provocate dal distacco di alcune cellule neoplastiche da un tumore sviluppatosi all’interno di una cavità sierosa (per esempio le cavità pleurica o peritoneale); dopo il loro distacco tali cellule si impiantano in altre zone della superficie.
Un tipico esempio di tumori che possono dare diffusione metastatica per via transcelomatica sono le neoplasie ovariche, ma le metastasi transcelomatiche si verificano anche nei tumori polmonari, in quelli gastrici e in quelli intestinali.
Via canalicolare – Le cellule neoplastiche percorrono i dotti escretori delle ghiandole in cui si è avuta la formazione tumorale e attraverso questa via raggiungono gli organi in cui essi sboccano. Un tipico esempio sono i tumori che colpiscono la pelvi renale; questi tumori, attraverso l’uretere, possono originare metastasi in vescica.
Gli organi che possono essere interessati da processi metastatici sono numerosi. Fra gli organi più spesso colpiti vi sono il fegato e il polmone. La spiegazione è abbastanza intuitiva; il fegato e il polmone sono due organi che svolgono funzioni di filtro e sono molto vascolarizzati, sono cioè caratterizzati dalla presenza di numerosi vasi sanguigni sia in entrata che in uscita; visto che una delle vie più comuni di diffusione metastatica è il torrente sanguigno, appare ovvio che siano più facilmente raggiungibili dalle cellule neoplastiche che circolano in esso.

I tumori maligni, grazie alla loro capacità di metastatizzare, colonizzano altri organi (si parla di processo di metastatizzazione) dando vita a nuovi processi di tipo tumorale.
Metastasi – Localizzazioni
Alcune neoplasie primitive tendono a metastatizzare in modo preferenziale in determinate parti del corpo. Vediamo alcuni esempi:
- melanoma: ossa, cervello, cute, polmone
- tumore al colon retto: fegato, polmone, peritoneo
- tumore all’ovaio: fegato, polmone, peritoneo
- tumore al pancreas: fegato, polmone, peritoneo
- tumore al polmone: ghiandole surrenali, ossa, cervello, fegato
- tumore alla prostata: ghiandole surrenali, ossa, fegato, polmone
- tumore al rene: ghiandole surrenali, ossa, cervello, fegato, polmone
- tumore al seno: ossa, fegato, cervello, polmone
- tumore allo stomaco: fegato, polmone, peritoneo
- tumore alla tiroide: ossa, fegato, polmone
- tumore all’utero: ossa, fegato, polmone, peritoneo, vagina
- tumore alla vescica: ossa, fegato e polmone.
Metastasi – Diagnosi e cura
Gli strumenti diagnostici utilizzati per individuare l’eventuale presenza di focolai metastatici sono, in linea di massima, gli stessi che sono utilizzati nella diagnosi dei tumori primitivi e, ovviamente, la loro scelta è influenzata da diversi fattori (l’organo preso in considerazione e la dimensione dei focolai metastatici). I tipici strumenti sono la risonanza magnetica, la TAC, le radiografie, la PET ecc.
La cura non è affatto semplice. La scelta della terapia è influenzata da diversi fattori: il tipo di tumore primario, la sede e la tipologia di metastasi e le condizioni di salute generale del soggetto colpito.
Gli scopi che generalmente ci si prefiggono con le terapie sono sostanzialmente due: tenere la patologia sotto controllo e ridurre la sintomatologia. A tale scopo si può ricorrere alla chemioterapia, all’immunoterapia, alla radioterapia e alla chirurgia. Quest’ultimo tipo di trattamento è generalmente utilizzato nel caso di metastasi che abbiano la loro localizzazione in un’unica sede ben circoscritta; agire chirurgicamente quando le metastasi sono ampiamente diffuse non ha ovviamente alcun senso se non i quei casi in cui si ricorra all’intervento per rimuovere alcune metastasi che danno problemi di compressione su determinati organi.
La radioterapia e la chemioterapia vengono spesso utilizzate per il trattamento dellle metastasi polmonari e di quelle cerebrali e anche per cercare di ridurre la sintomatologia dolorosa provocata da particolari tipi di metastasi come per esempio quelle ossee.
L’eliminazione delle metastasi è molto difficile perché generalmente le cellule neoplastiche che le caratterizzano presentano una certa resistenza ai farmaci o ai trattamenti di tipo radioterapico, senza contare il fatto che, quando vi è presenza di metastasi, spesso le condizioni generali del paziente non permettono che un utilizzo limitato dei trattamenti radioterapico e chemioterapico.
La chirurgia, come accennato in precedenza, spesso non è in grado di aiutare perché le metastasi sono generalmente diffuse in diversi focolai.