Le miodesopsie (floaters) note anche come corpi mobili o mosche volanti (dal greco myōdes, ossia “simile a mosche” e òpsis, cioè “visione”) possono essere definite come sensazioni di ombre mobili all’interno del campo visivo dell’occhio, causate da imperfezioni nella trasparenza del corpo vitreo, che a lungo andare possono portare a un processo degenerativo della vista.
Le miodesopsie sono un fenomeno che viene riferito a moltissime persone, talvolta anche piuttosto giovani.
Le miodesopsie sono un fastidioso disturbo che si può presentare con diverse tipologie di corpi mobili, da quelli a forma di anello a ragnatele, linee o semplici puntini neri o grigio-scuri, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a combinazioni complesse dipendenti dall’intensità della luce. I corpi mobili sono resi ancora più evidenti verso superfici chiare come le pareti, la neve o il cielo limpido.
Sintomi delle miodesopsie
Le descrizioni che vengono fatte da chi soffre del disturbo sono talvolta singolari; alcuni definiscono le miodesopsie come “puntini”, altri come “filamenti più o meno sottili”, “ragnatele”, “capelli”, “acqua che scorre su un vetro” e via discorrendo.
Anche se le forme sono variamente descritte, le miodesopsie vere e proprie hanno un denominatore comune che può aiutarci a differenziarle da altre tipologie di macchie (che potrebbero essere segno di patologie oculari anche particolarmente serie); tale denominatore comune è rappresentato dal fatto che, allorquando si percepiscono questi corpi mobili, se spostiamo lo sguardo in una determinata direzione, ricompaiono nel giro di brevissimo tempo galleggiando davanti agli occhi e muovendosi nella medesima direzione verso la quale è stato rivolto lo sguardo.
A prescindere dalla loro percezione, le miodesopsie non sono solitamente responsabili di patologie oculari, bensì il risultato di alterazioni piuttosto diffuse del vitreo che fanno generalmente la loro comparsa nelle persone di una certa età, anche se non mancano casi di soggetti più giovani nelle quali si formano in seguito a traumi oculari o a determinate patologie della vista.
Alla base del fenomeno delle miodesopsie sussiste il deterioramento del corpo vitreo, sostanza gelatinosa presente nello spazio compreso tra retina e cristallino destinata a perdere integrità e compattezza per invecchiamento o per altri motivi (tra tutti, miopia e distacco della retina).
La sensazione delle mosche volanti dipende dalla parziale liquefazione del vitreo, che provoca la dispersione delle sue fibre all’interno dell’occhio, originando a volte delle scintille luminose (fosfeni) dovute a una stimolazione meccanica della retina, dovuta a una trazione da parte dell’umor vitreo che si sta staccando.
Le cause delle miodesopsie
Sono molte le cause che possono dar luogo all’insorgenza di miodesopsie. Di seguito una breve carrellata di quelle più comuni.
La miopia – Le miodesopsie possono essere scatenate dalla miopia, in grado di accelerare i processi di deterioramento dell’umor vitreo anche in giovane età, per l’anormale sviluppo del bulbo oculare, generalmente più allungato e non perfettamente sferico. Il vitreo è una sostanza gelatinosa trasparente che riempie lo spazio compreso fra il cristallino e la retina, mantenendo la forma sferica del bulbo oculare.
Con l’invecchiamento il vitreo perde la sua consistenza, si distacca e fluttua nella cavità vitreale. Il distacco del vitreo provoca la comparsa di corpi molli, causa delle miodesopsie; più critica la situazione quando, durante il distacco, la trazione del vitro che si sta staccando provoca una stimolazione meccanica della retina e, come sintomo, la visione di lampi di luce (fotopsie).
In presenza di questi ultimi (non delle miodesopsie) è fondamentale un esame del fondo dell’occhio mirato alla ricerca di eventuali rotture retiniche che, in certi casi, possono condurre al distacco di retina e che devono essere subito trattate con il laser. Nel corso della visita medica è importante accertare l’esordio e la durata delle manifestazioni, le forme e le dimensioni dei corpi mobili, la loro distribuzione nel campo visivo e verificare se il fenomeno è monolaterale o bilaterale.
L’invecchiamento – Per quanto concerne le miodesopsie viste come manifestazioni benigne dovute all’invecchiamento, ossia le più comuni, la causa scatenante è il deterioramento delle molecole di acido ialuronico, sostanza in grado di sostenere le fibrille di collagene della parte gelatinosa del vitreo che è soggetta a progressiva liquefazione che può trasformare le fibrille in fibre vere e proprie, ossia le opacità del vitreo che provocano le miodesopsie.
Per certi versi le miodesopsie possono essere considerate una forma patologica degenerativa simile alla cataratta, la quale tuttavia colpisce il cristallino.
Altre cause – Tra le possibili cause citiamo inoltre i traumi violenti alla testa, l’emicrania, l’impiego prolungato di colliri a base di cortisone, la disidratazione eccessiva nei mesi estivi e alcuni regimi alimentari errati (digiuno compreso). Talvolta la percezione di corpi mobili è associata a diabete mellito, a cataratta avanzata o a esiti di interventi chirurgici all’occhio.
Le persone che soffrono di miodesopsie riferiscono infine di stati particolari come forti periodi di stress, abuso di caffeina o di eccitanti, prolungata esposizione a fonti di luce intensa o a luminosità del monitor del computer.

Le miodesopsie ossono essere definite come sensazioni di ombre mobili all’interno del campo visivo dell’occhio, causate da imperfezioni nella trasparenza del corpo vitreo
Miodesopsie: la prevenzione
È possibile prevenire il fenomeno delle miodesopsie? Secondo alcune fonti, nonostante non sia sempre facile individuare le cause soggettive alla base delle miodesopsie, sarebbe comunque possibile fornire alcuni suggerimenti di carattere generale volti a prevenire il loro possibile sviluppo.
Innanzitutto, per poter quanto meno ritardare la degenerazione del corpo vitreo, è consigliabile bere molta acqua per mantenere bene idratato l’organismo, evitare di esporsi alle radiazioni solari (soprattutto raggi UVA e UVB) senza la protezione di appositi occhiali filtranti e fare molta attenzione alle attività sportive che possano provocare eventuali traumi cranici (il fenomeno è molto comune fra tuffatori, pugili ecc.).
Si consiglia inoltre di mantenere un buon ritmo sonno-veglia, rispettando le esigenze del proprio organismo per ciò che concerne il sonno. Dal punto di vista dell’alimentazione, pur non essendoci studi che dimostrino una relazione diretta con l’insorgere di miodesopsie, si suggerisce di introdurre nella propria alimentazione buone quantità di cibi che contengano antiossidanti (frutta e verdura) per contrastare i radicali liberi, sostanze che accelerano i processi di invecchiamento.
Purtroppo, questi consigli il più delle volte non sono in grado di evitare/ritardare il problema.
Cura delle miodesopsie; quanto durano
Per quanto esistano in commercio alcune soluzioni farmacologiche per le miodesopsie (colliri, pastiglie, cocktail di integratori e farmaci), bisogna tuttavia precisare che non sempre hanno una certa efficacia (in certi casi sono addirittura inutili) pertanto vengono proposte in alternativa la terapia per mezzo del laser oppure la vitrectomia o la vitreolisi enzimatica.
Quanto durano – In molti casi le miodesopsie hanno durata limitata; in presenza di un distacco totale del vitreo (condizione che non è di per sé particolarmente grave tant’è che molte persone non se accorgono per tutta la vita di averlo subito anni prima) può accadere che dopo un certo periodo di tempo (variabile da giorni ad anni) i corpi fluttuanti si sciolgano o si depositino sul fondo e il fastidioso fenomeno cessa. Per questo motivo è importante che il paziente si limiti a convivere con la sintomatologia, tenendo sotto controllo soprattutto l’insorgenza di lampi di luce, condizione che, come sopra detto, può essere sintomo di una retinopatia (fori retinici, distacco della retina ecc.).
La terapia – Come accennato in apertura di paragrafo, esistono sostanzialmente due tipi di terapia per la cura delle miodesopsie: le terapie farmacologiche e quelle non farmacologiche.
- Farmacologiche. Esistono numerose soluzioni in commercio, ma la loro efficacia non è sempre valida, tra le più note citiamo colliri speciali del tipo anti-catarattico, contenenti sostanze a base di iodio che dovrebbero accelerare il processo metabolico, favorendo la guarigione della zona colpita e altre sostanze minerali e vitaminiche con azione antiossidante, che dovrebbero dunque frenare l’intervento dei radicali liberi. Esistono poi alcuni integratori (sotto forma di pastiglie o di capsule) caratterizzati dalla presenza di antiossidanti e altri integratori che agiscono invece sull’idratazione del vitreo. Secondo alcuni l’utilizzo combinato di integratori vitaminici e minerali specifici per l’occhio, associati a preparati a base di mirtillo nero (utile per la circolazione della retina) e pectina di mela darebbe qualche frutto dopo molti mesi di assunzione; probabilmente si tratta di un classico caso di effetto tempo.
- Non farmacologiche. Negli ultimi anni ha preso sempre più piede l’utilizzo del laser per eliminare le miodesopsie, sperimentato sin dal 1985, tramite l’incisione delle membrane vitreali. La tecnica non può tuttavia essere definita risolutiva e la sua efficacia varia a seconda del grado di gravità dell’opacità del vitreo. Nonostante alcuni propongano il suo utilizzo, il laser è osteggiato dalla maggior parte degli oculisti per l’eccessiva pericolosità della vitreolisi. Un’altra possibile soluzione è la vitreolisi enzimatica, una forma di approccio all’umor vitreo meno traumatica e invasiva del metodo chirurgico. Essa consiste nello scioglimento del vitreo tramite l’impiego di specifici enzimi (ialuronidasi, condroitinasi e plasmino) che agiscono chimicamente sui costituenti vitreali. Per quanto promettente, anche questa tecnica deve essere adeguatamente studiata per evitare possibili rischi ad altre strutture dell’occhio come la retina, il cristallino o il nervo ottico.
La cura risolutiva
Se il paziente non riesce a sopportare i fastidi causati nella visione dalle miodesopsie oggi è possibile eliminare le miodesopsie con la vitrectomia (rimozione dell’umore vitreo); molti oculisti ritengono che sia una procedura sproporzionata, ma altri la eseguono quasi di routine, soprattutto se associata all’intervento di sostituzione del cristallino per cataratta (la vitrectomia infatti facilita l’opacizzazione del cristallino). In ogni caso (come avviene per il distacco della retina) in caso di vitrectomia è opportuno sostituire il cristallino.