I noduli tiroidei sono una delle patologie endocrine che si riscontrano con maggiore frequenza (con una maggiore prevalenza nelle zone con carenza di iodio); possono essere singoli o multipli; si tratta, essenzialmente, di tumefazioni ben circoscritte che alterano il normale aspetto uniforme della tiroide. In una percentuale che va dal 4 al 7% della popolazione generale i noduli tiroidei sono rilevabili alla semplice palpazione del collo; alle indagini ecografiche il riscontro di noduli alla tiroide si verifica nel 30-50% dei casi. Il riscontro di noduli tiroidei nei bambini è alquanto raro, ma non impossibile; in linea generale la loro incidenza sale con l’avanzare dell’età.
Possono insorgere su una tiroide normale o su una tiroide ingrossata (gozzo).
Sono le donne a essere maggiormente interessate dal fenomeno (circa 4 volte in più degli uomini). Va precisato che soltanto il 5-10% dei noduli tiroidei ha natura maligna. È oltremodo importante identificare per tempo un nodulo tiroideo maligno perché con i mezzi terapeutici attualmente a disposizione è quasi sempre possibile una guarigione completa.
Caratteristiche
Relativamente alla loro funzionalità si distinguono:
- noduli tiroidei normofunzionanti (funzionano come il tessuto tiroideo normale)
- noduli tiroidei ipofunzionanti (funzionano meno del tessuto tiroideo normale)
- noduli tiroidei iperfunzionanti (funzionano più del tessuto tiroideo normale).
In linea generale (ma non è una regola assoluta) i noduli iperfunzionanti non danno grandi preoccupazioni relativamente alla possibilità di una trasformazione in senso maligno; possono però dar luogo a ipertiroidismo (un disturbo che può dar luogo a tutta una serie di segni e sintomi alquanto fastidiosi); i noduli tiroidei ipofunzionanti e normofunzionanti possono essere delle semplici cisti. Sta comune allo specialista endocrinologo valutare, basandosi sulla storia clinica del paziente e sui vari esami strumentali, le caratteristiche dei noduli riscontrati e decidere come e se intervenire.
Noduli tiroidei – Sintomi e segni
Nella gran parte dei casi, la presenza di noduli tiroidei non dà luogo a una sintomatologia degna di nota; in alcuni casi è la persona che scopre casualmente la presenza di uno o più noduli notando la comparsa di una tumefazione del collo; in altri è il medico che rileva la loro presenza nel corso di una visita medica magari eseguita per altri motivi.
Nel caso di uno o più noduli di una certa dimensione, potrebbe manifestarsi una sintomatologia da compressione; vale a dire che il soggetto potrebbe avvertire dolore o, ancor più probabilmente, la sensazione di una certa difficoltà nel deglutire o nel respirare.
Nel caso di noduli tiroidei iperfunzionanti (vengono secrete notevoli quantità di ormoni tiroidei), come già accennato, si possono manifestare i segni e sintomi che caratterizzano l’ipertiroidismo fra cui, solo per citarne alcuni, aumento della temperatura cutanea, aumento della sudorazione, astenia, calo ponderale ingiustificato, diarrea, gozzo, insonnia, ipertensione arteriosa, intolleranza al calore, tachicardia, nervosismo e irritabilità.
Noduli tiroidei maligni – I principali fattori di rischio
Come detto, le probabilità che un nodulo tiroideo sia maligno non sono particolarmente elevate, anche se non si possono definire esattamente minimali (5-10% circa).
A tutt’oggi sono stati identificati vari fattori di rischio relativamente all’insorgenza di un nodulo tiroideo di natura maligna; fra i principali vanno ricordati:
- carenza di iodio: un argomento che non convince tutti gli autori; tuttavia, sembra che l’incidenza dei tumori tiroidei sia più elevata nelle zone iodocarenti.
- Esposizione a radiazioni ionizzanti: l’esposizione a radiazioni ionizzanti, in particolar modo durante l’infanzia (il tipico caso è rappresentato dalla radioterapia alla testa o al collo) aumenta il rischio di contrarre la patologia; lo stesso può dirsi per l’esposizione accidentale (l’esplosione del reattore nucleare di Chernobyl del 1986 sembra confermare il dato).
- Familiarità: la familiarità sembra essere particolarmente importante solo in un tipo di tumore della tiroide, il carcinoma midollare.
- Fumo: il fumo (sigari, sigarette, pipa) sembra aumentare le probabilità che si sviluppi un nodulo tiroideo maligno.
- Sesso maschile: i soggetti di sesso maschile sono meno soggetti alla presenza di noduli tiroidei, ma questi risultano più frequentemente maligni nei maschi che nelle femmine.
All’esame scintigrafico la gran parte dei noduli presenti in sede tiroidea (77-94% circa) risultano freddi; il rischio di malignità dei noduli freddi oscilla dall’8 al 25% circa; nei restanti casi i noduli risultano caldi; in questi il rischio di malignità è decisamente più basso (dallo 0,5 all’1% circa).

Soltanto il 5-10% dei noduli tiroidei ha natura maligna.
Diagnosi
La presenza di noduli alla tiroide impone un determinato iter diagnostico che possiamo schematizzare nel modo seguente:
- accurata anamnesi
- esame obiettivo
- dosaggio di TSH e calcitonina
- ecografia tiroidea
- scintigrafia tiroidea (nel caso si riscontri ipertiroidismo).
- ago aspirato tiroideo.
Noduli tiroidei – Terapia
L’approccio terapeutico ai noduli tiroidei dipende dalla loro natura.
Nel caso di noduli benigni normofunzionanti si può decidere per il semplice monitoraggio periodico allo scopo di verificare eventuali variazioni delle caratteristiche e delle dimensioni del nodulo; nel monitoraggio si intende inclusa anche la prescrizione di periodici esami ematici della funzionalità tiroidea.
Alcuni autori (la questione non trova tutti concordi) suggeriscono una terapia farmacologica con levotiroxina (principio attivo del noto farmaco Eutirox); tale terapia ha lo scopo di mantenere molto bassi i livelli di TSH perché si presuppone che così facendo si inibisca o comunque si riduca lo stimolo esercitato dal TSH sulla crescita nodulare.
Se il nodulo o i noduli, pur benigni e normofunzionanti, sono sintomatici (disturbi da compressione) si deve prendere in considerazione la possibilità di intervenire chirurgicamente rimuovendo una parte della ghiandola.
Nel caso di noduli benigni iperfunzionanti che sono associati a ipertiroidismo si può intervenire con terapia radiometabolica, terapia farmacologica o chirurgia.
Nel caso di noduli maligni si hanno a disposizione due opzioni: tiroidectomia (asportazione chirurgica della tiroide) eventualmente associata alla rimozione dei linfonodi locali oppure chemioterapia nel caso di tumore metastatico che non sia operabile o trattabile con lo iodio radioattivo.