Occhio di pernice è una locuzione popolare (il termine medico, tiloma, è molto meno comune) con la quale si fa riferimento a un ispessimento cutaneo, molto simile a un callo, situato tipicamente nei piedi (può formarsi sulla pianta del piede, sulla parte superiore delle dita e tra le dita stesse).
La curiosa denominazione del disturbo sembra derivare dal fatto che l’area colpita ha una forma circolare, arrossata o biancastra, e ha al centro un punto più scuro che ricorderebbe, appunto, l’occhio di una pernice (un uccello).
L’occhio di pernice può essere molto fastidioso perché ha la tendenza a estendersi in profondità e può essere particolarmente doloroso.
Come detto, l’occhio di pernice è simile a un callo (si vedano le immagini sottostanti), ma da questo si distingue perché è generalmente più piccolo e per l’area di formazione (gli occhi di pernice si formano solo nei piedi, mentre i calli possono formarsi anche nelle mani).
Occhio di pernice: le immagini
Si possono sostanzialmente distingue due tipologie di occhio di pernice: duro e molle.
L’occhio di pernice duro è quello che si riscontra con maggiore frequenza. Ha pressappoco le dimensioni di un seme di pisello e ha al centro una piccola spina di pelle. Di solito si manifesta sul quinto dito del piede. Può dar luogo a dolore e gonfiore.
L’occhio di pernice molle ha in genere una colorazione biancastra e al tatto è piuttosto ruvido. Diversamente da quello duro, si forma più comunemente fra le dita dei piedi, un’area dove ci sono maggiore umidità e tendenza alla sudorazione. È doloroso e può dare origine a infezioni micotiche o batteriche.
Cause e fattori di rischio
Nella gran parte dei casi l’origine dell’occhio di pernice è legata a microtraumi reiterati generalmente, infatti, esso si forma in seguito a sfregamenti continui e ripetuti di una determinata area del piede (spesso sotto); anche un’eccessiva e ripetuta pressione può provocare l’insorgenza del disturbo in questione.
Sul banco degli imputati salgono in genere le calzature; nella maggior parte dei casi, infatti, gli occhi di pernice affliggono coloro che indossano scarpe di non eccelsa fattura, scarpe con i tacchi troppo alti oppure eccessivamente larghe o senza lacci.
I fattori di rischio sono diversi.
Oltre ai già citati problemi che possono derivare da indossare determinate calzature, rappresentano un fattore di rischio per l’insorgenza dell’occhio di pernice anche, come nel caso dei calli, alcuni problemi di tipo patologico o meccanico quali la borsite dell’alluce e in genere le malformazioni ai piedi (dita a martello, speroni ossei ecc.).
Segni e sintomi dell’occhio di pernice
Diverse sono le manifestazioni del disturbo:
- dolore, talvolta anche molto acuto, nella zona interessata
- difficoltà nel camminare in modo corretto (è, come facile intuire, una forma di difesa dal dolore; di fatto, si mette in pratica un atteggiamento antalgico (contro il dolore) per ridurre, nei limiti del possibile, il fastidio procurato dall’occhio di pernice)
- difficoltà a rimanere per lungo tempo in posizione eretta (una conseguenza del dolore avvertito)
- difficoltà a indossare le scarpe.
Eventuali complicanze
In un soggetto sano, l’occhio di pernice, per quanto doloroso e fastidioso, non dà luogo ad alcuna complicanza; diverso è il caso di coloro che sono affetti da diabete mellito; in questi soggetti, infatti, anche un problema banale come l’occhio di pernice può essere causa di ulcere abbastanza profonde e conseguenti processi infettivi (per approfondire: Piede diabetico).
Nel caso insorga un’infezione, si potranno avere forte infiammazione dell’area interessata, dolore intenso e produzioni purulente. I diabetici che sviluppano un occhio di pernice dovrebbero consultare senza indugio il proprio medico curante allo scopo di prevenire pericolose complicanze.
Le infezioni richiedono un trattamento specifico (antibiotici nel caso di infezioni batteriche e farmaci antifungini nel caso di infezioni micotiche).
Per quanto l’occhio di pernice sia un problema in sé abbastanza banale, dovrebbero rivolgersi a un podologo tutti coloro in cui il disturbo si presenta ricorrentemente.
Occhio di pernice: la diagnosi
La diagnosi di occhio di pernice è estremamente semplice; è infatti sufficiente un esame obiettivo. Più complesso, invece, può essere individuare l’esatta causa scatenante.
I rimedi: come rimuoverlo
Fondamentale è rimuovere la causa sottostante. Una volta individuata la causa alla base dell’insorgenza dell’occhio di pernice, oltre a mettere in atto le mosse adeguate, si dovrà procedere alla rimozione della zona cutanea ispessita e dolente.
L’occhio di pernice può essere rimosso in vari modi; di solito il podologo si affida a un piccolo scalpello affilato; di norma il paziente non avverte dolore perché la cute che viene rimossa non ha recettori del dolore. Sconsigliata è la rimozione fai-da-te (si corre il rischio di procurarsi una ferita che potrebbe poi infettarsi).
In commercio poi sono disponibili vari rimedi sia per ridurre l’entità dell’ispessimento cutaneo sia per prevenire sfregamenti e pressioni eccessive:
- creme reidratanti
- imbottiture da applicare alla zona interessata dal disturbo
- cerotti protettivi
- ortesi in silicone da applicare ai piedi (per una migliore redistribuzione della pressione).
Molto utili risultano anche i liquidi (o i gel) a base di acido salicilico che hanno un effetto ammorbidente dello strato corneo dell’epidermide. Va però ricordato che i prodotti a base di acido salicilico non possono essere utilizzati da tutti; in particolare sono controindicati in coloro che sono affetti da diabete mellito, neuropatia periferica e arteriopatia periferica. Lo stesso può dirsi per coloro che hanno la pelle molto fragile, screpolata o ferita.
Per quanto riguarda la prevenzione, è opportuno ricordarsi di asciugare sempre molto accuratamente i piedi una volta che si sono lavati, utilizzare la pietra pomice (una roccia di origine vulcanica, piuttosto leggera e porosa molto utilizzata in ambito cosmetico) per rimuovere in modo delicato le zone di cute ispessita e, infine, indossare calzature di buona qualità.