Osteofitosi è un termine medico che indica il processo di produzione di piccole escrescenze ossee dette osteofiti (anche speroni ossei); questi ultimi sono delle protuberanze di piccole dimensioni che possono avere forma diversa (a spina, ad artiglio ecc.); gli osteofiti si formano lungo i margini articolari delle ossa sottoposte a maggiori carichi e usura, quindi più suscettibili di altre a processi cronici di irritazione ed erosione.
Si parla di osteofitosi centrale quando gli osteofiti sono orientati all’interno dell’articolazione e di osteofitosi marginale quando tali speroni sono orientati all’esterno.
A seconda della loro sede di formazione, gli osteofiti possono procurare un dolore piuttosto intenso e limitare i movimenti delle articolazioni interessate.
Osteofitosi – Cause
Secondo le acquisizioni più recenti, l’osteofitosi è un fenomeno di risposta che viene innescato in seguito a danni subiti a livello delle cartilagini articolari (la cartilagine è un tessuto connettivo specializzato di sostegno costituito da acqua, circa il 70%, collagene, proteoglicani e condrociti); le condizioni che possono causare lesioni cartilaginee sono numerose; fra queste si ricordano principalmente:
- artrosi
- condromalacia (una malattia degenerativa che interessa la cartilagine articolare)
- artrite reumatoide
- osteocondrite disseccante (un disturbo dell’apparato scheletrico caratterizzato da necrosi, osteocondrosi e infiammazione)
- gotta
- ecc.
Osteofitosi: segni, sintomi e complicanze
Fra le articolazioni maggiormente soggette alla formazione di osteofiti si devono innanzitutto ricordare l’articolazione del ginocchio, l’articolazione dell’anca, l’articolazione della spalla, le articolazioni delle dita della mano e quelle della colonna vertebrale (in particolare la cervicale).
Molto spesso l’osteofitosi è una condizione asintomatica, non dà cioè alcuna manifestazione di sé; nelle occasioni in cui la sintomatologia è presente, ciò è dovuto alla sede in cui si trovano gli osteofiti. Di seguito alcuni esempi.
Articolazione del ginocchio – L’osteofitosi al ginocchio può essere causa di dolore durante la fase di estensione della gamba e di una riduzione della mobilità dell’articolazione.
Articolazione dell’anca – Anche nel caso di osteofitosi dell’anca, quando presenti, i sintomi sono il dolore durante il movimento dell’articolazione e una ridotta sua mobilità.
Articolazione della spalla – Se l’osteofitosi interessa la spalla (la formazione degli osteofiti avviene generalmente in prossimità della cuffia dei rotatori), il fastidio può essere notevole; si può infatti avvertire parecchio dolore e avere un’importante riduzione della funzionalità articolare. In alcuni casi è presente gonfiore.
Articolazioni delle dita della mano – L’osteofitosi alle mani può manifestarsi con piccoli rigonfiamenti sottocutanei avvertibili al tatto. Si distinguono due tipologie di osteofiti alle mani: i noduli di Bouchard e i noduli di Heberden; i primi hanno sede a livello delle articolazioni interfalangee prossimale, mentre i secondi a livello delle articolazioni interfalangee distali. Possono essere piuttosto dolorosi, sia al tatto che nel corso di un movimento.
Articolazione della colonna vertebrale – La formazione di osteofiti a livello della colonna vertebrale può dar luogo all’insorgenza di vari sintomi; l’osteofitosi cervicale è quella più problematica per la sintomatologia che può portare con sé e merita un paragrafo a parte.
Osteofiti cervicali
Gli osteofiti cervicali sono neoformazioni ossee generate da un continuo stress meccanico; in genere, si possono presentare sulle faccette articolari o dove passano i nervi spinali. Le cause sono sia genetiche (precoce degenerazione della cartilagine) sia derivanti dallo stile di vita del soggetto, in particolare posture scorrette mantenute per lunghi periodi che creano squilibri nella distribuzione del peso corporeo (ovviamente il sovrappeso è un’ulteriore condizione penalizzante).
La sintomatologia dell’osteofitosi cervicale dipende da come le nuove formazioni ossee gravano su quelle preesistenti, sia su quelle articolari sia su quelle nervose. I sintomi vanno dal dolore lungo l’arco cervicale all’irradiazione lungo il braccio; possono essere presenti perdita di tono muscolare, formicolii, fascicolazioni fino ad arrivare a nausea e vertigini.
Una semplice lastra radiografica può rivelare la presenza di osteofiti, in modo da valutare la loro reale pericolosità (per esempio, in prossimità di vasi sanguigni importanti).
Diagnosi
L’osteofitosi alle mani è facilmente diagnosticabile con un esame obiettivo; non è necessario ricorrere a esami di diagnostica per immagini (RX, risonanza magnetica nucleare), esami che invece sono necessari per rilevare l’eventuale presenza di osteofiti in altre sedi (anca, ginocchio, colonna vertebrale).

I farmaci più comunemente utilizzati nel caso di osteofitosi sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS)
Dal momento che molto spesso l’osteofitosi è una condizione asintomatica o comunque paucisintomatica (ciò dà luogo a sintomi pressoché insignificanti), il riscontro di osteofiti è puramente causale venendo effettuato in seguito a controlli radiografici effettuati per altre motivazioni.
Osteofitosi: cosa fare?
È necessario ricorrere all’aiuto del proprio medico curante qualora si avverta la sintomatologia descritta precedentemente, in particolar modo se si hanno forte dolore, sintomi neurologici e difficoltà motorie.
Nel caso di osteofitosi asintomatica non è previsto alcun tipo di cura; se, invece, si hanno manifestazioni cliniche di vario tipo si possono tentare vari tipi di intervento:
- somministrazione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS; riducono l’infiammazione e il dolore); tra quelli più impiegati si ricordano il naprossene e l’ibuprofene.
- Somministrazione di paracetamolo (più noto come Tachipirina); è un medicinale che riduce l’infiammazione e il dolore; le sue azioni antinfiammatorie e antidolorifiche sono meno marcate rispetto a quelle dei FANS, ma è gravato da minori effetti collaterali.
- Infiltrazioni con cortisonici; i cortisonici sono farmaci particolarmente efficaci, ma il loro uso prolungato può comportare numerosi effetti collaterali; il ricorso a questi medicinali viene fatto quando l’azione dei FANS si è dimostrata inefficace o comunque non particolarmente interessante.
- Fisioterapia (esercizi di rinforzamento e allungamento); gli esercizi fisioterapici possono contribuire molto alla riduzione delle sensazioni dolorose.
- Chirurgia; la rimozione degli osteofiti per via chirurgica riguarda essenzialmente l’osteofitosi che interessa la colonna vertebrale; vi si ricorre esclusivamente in casi estremi e invalidanti nei quali tutte le altre terapie si sono dimostrate del tutto inefficaci.