Parlare nel sonno è un’esperienza che si vive in modo completamente inconsapevole; chi parla nel sonno generalmente non ricorda di averlo fatto e spesso prova una certa inquietudine quando ne viene a conoscenza perché qualcun altro gli riporta il fatto.
Alcuni studi riportano una prevalenza del disturbo nei soggetti di sesso maschile, anche se non ne danno una spiegazione causale. Parlare nel sonno è indicato con il termine tecnico di sonniloquio e tecnicamente è un tipo di parasonnia, in altre parole un disturbo del sonno.
Va comunque fin da subito precisato che, pur rientrando nella categoria dei “disturbi del sonno”, il sonniloquio è quasi sempre un fenomeno sostanzialmente innocuo che non comporta un degradamento nella qualità del sonno di una persona e comunque è piuttosto raro che la frequenza degli episodi sia di una certa importanza.
Può accadere di parlare nel sonno nella fase REM o in quella non-REM: nel primo caso spesso le parole sono chiaramente intellegibili e le frasi possono avere un senso compiuto. Nel secondo caso, invece, si tratta spesso di grugniti o parole farfugliate e incomprensibili. Il sonniloquio può essere associato anche ad altre forme di parasonnie, come per esempio:
- sonnambulismo
- incubi notturni o pavor nocturnus
- risvegli in stato confusionale con disorientamento
- convulsioni notturne
- alcuni disturbi psichiatrici.
Parlare nel sonno: un’esperienza più comune nei bambini
Parlare nel sonno è un’esperienza che si riscontra più comunemente nei bambini: quasi un bambino su due di età compresa tra i tre e i dodici anni ha avuto un episodio di sonniloquio. In età adulta è un fenomeno più raro: poco meno del 6% degli adulti riporta quest’esperienza.
In età avanzata, il parlare nel sonno può essere associato al morbo di Parkinson. Secondo alcuni studi, infatti, una percentuale significativa (intorno al 40%) di chi parla nel sonno nella fase REM manifesta, nei successivi dieci anni, il morbo di Parkinson. Da questo punto di vista, parlare nel sonno può essere un campanello d’allarme per una diagnosi molto precoce della malattia.
Quanto durano gli episodi?
Gli episodi di sonniloquio hanno di solito breve durata; è molto raro che vi siano episodi prolungati, anche se comunque è un’evenienza possibile. In genere, chi parla nel sono pronuncia poche e brevi frasi. In circa la metà dei casi, si tratta di conversazioni incomprensibili (più un borbottio o un parlare a bassa voche che un discorso vero e proprio); non mancano comunque episodi di conversazioni perfettamente comprensibili e sensate.
Parlare nel sonno: le cause
Le cause del sonniloquio non sono ancora state spiegate completamente, ma sembra che siano di natura per lo più genetica. Tuttavia possono verificarsi delle cause che scatenano il fenomeno, che può ripetersi successivamente nel tempo anche terminata la causa che ha dato inizio alla sua manifestazione. Per esempio, nei bambini la causa scatenante può essere uno stato febbrile. Negli adulti, le cause possono essere molteplici:
- apnee notturne
- depressione o forti stati ansiosi
- abuso di alcol e droghe
- deprivazione del sonno
- eccessiva sonnolenza diurna.
La gravità del fenomeno dipende dalla frequenza con cui si presenta: alcuni riportano casi di sonniloquio sporadici, altri molto frequenti, fino a ogni notte o anche più volte in una notte. Se il sonniloquio si presenta meno di una volta la settimana, il fenomeno è considerato di lieve entità. Se accade più di una volta la settimana, ma meno di una volta a notte, il problema è di gravità moderata. Se accade ogni notte o più di una volta per notte, il sonniloquio è valutato come parasonnia di livello severo.

Parlare nel sonno in età adulta è un fenomeno abbastanza raro: poco meno del 6% degli adulti riporta quest’esperienza.
Un altro modo per valutare la gravità della parasonnia è in base alla durata del problema. Se dura da meno di un mese, è definita come parasonnia acuta, se è presente da più di un mese, ma da meno di un anno come disturbo subacuto. Infine, se il disturbo si presenta da più di un anno, è considerato cronico.
I rimedi
Nei casi più lievi non è necessario alcun trattamento. Se chi dorme con noi ha episodi di sonniloquio o riporta casi di sonniloquio che ci riguardano, oppure se notiamo il fenomeno nel sonno dei bambini, nel caso si presenti frequentemente è opportuno indagare.
Nei Centri del Sonno presenti in molti ospedali e cliniche è possibile essere sottoposti a un esame specifico, la polisonnografia, che registra ogni attività che compiamo una volta addormentati. Se l’esame evidenzia che il paziente parla durante il sonno si possono attivare alcuni rimedi comportamentali:
- evitare il consumo di alcol, droghe e bevande eccitanti prima di dormire;
- curare scrupolosamente l’igiene del sonno.
Nei casi più gravi si ricorre a psicofarmaci come le benzodiazepine (farmaci appartenenti alla categoria degli ansiolitici).