La pillola anticoncezionale è un farmaco antifecondativo diffusissimo; questo mezzo contraccettivo è stato messo a punto nel 1956 dal medico americano Gregory Pincus. Fu introdotta in Europa nel 1961, ma nel nostro Paese è giunta soltanto diversi anni dopo.
Le pillole contraccettive sono generalmente costituite da due ormoni, ovvero da un estrogeno e da un progestinico (si parla in questo caso di pillola anticoncezionale combinata), ma esistono anche formulazioni che prevedono il solo utilizzo di un progestinico (la cosiddetta minipillola, come per esempio il Cerazette).
Nella gran parte delle formulazioni estro-progestiniche (pillole anticoncezionali di seconda generazione) il componente estrogenico principale è l’etinilestradiolo, mentre il progestinico può essere il levonorgestrel, l’etinodiolo o il noritisterone; nelle nuove formulazioni (pillole anticoncezionali di terza generazione) il progestinico è rappresentato invece dal desogestrel o dal gestodene, sostanze dotate di una minore azione androgenetica (perdita di capelli, aumento della peluria e della produzione di sebo ecc.).
Per quanto riguarda la minipillola, invece, si tratta di una preparazione adatta a tutte quelle donne che, per i più svariati motivi, non possono assumere pillole contenenti estrogeni; le pillole anticoncezionali contenenti soltanto il progestinico, possono essere utilizzate anche subito dopo il parto, durante il periodo di allattamento.
La pillola anticoncezionale non è solo un contraccettivo
Per quanto lo scopo principale della pillola anticoncezionale sia quello di prevenire una gravidanza indesiderata, talvolta essa viene prescritta come terapia per il trattamento di vari disturbi come, per esempio, i fibromi uterini, l’endometriosi, l’adenomiosi, la sindrome dell’ovaio policistico, l’anemia da mestruazioni e la dismenorrea. Alcune tipologie di pillola contraccettiva vengono prescritte nel trattamento di alcune forme di acne.
È stato anche osservato che, molti casi, l’assunzione della pillola anticoncezionale contribuisce a regolarizzare il ciclo mestruale.
Dai moltissimi studi effettuati è emerso che l’assunzione della pillola anticoncezionale in formulazione combinata può ridurre il rischio di contrarre il tumore all’utero e quello alle ovaie nonché contribuire al miglioramento della densità ossea nel periodo della perimenopausa.
Pillola: come funziona? Fa effetto subito?
La pillola anticoncezionale è essenzialmente un confetto da assumersi per 21, 22 o anche 24 giorni e che agisce attraverso vari meccanismi, ovvero inibendo l’ovulazione della donna (viene cioè impedito il rilascio dell’ovulo da parte delle ovaie) e provocando l’ispessimento della mucosa cervicale (cosa che rende più difficoltoso l’ingresso del liquido seminale nell’utero).
Le quantità degli ormoni presenti nella pillola anticoncezionale sono state man mano ridotte con il passare degli anni, ma è aumentata la sicurezza (il rischio di rimanere incinta utilizzando correttamente la pillola contraccettiva è da considerarsi praticamente nullo) per di più sono diminuiti gli effetti collaterali.
L’assunzione della pillola anticoncezionale va iniziata il primo giorno delle mestruazioni (in passato l’assunzione iniziava a partire dal quinto giorno). La pillola è efficace fin da subito.
L’orario di assunzione della pillola contraccettiva dovrebbe essere lo stesso in tutti i giorni previsti; esiste una tolleranza a tale proposito, ma è decisamente consigliato rispettare perlomeno la fascia oraria.

L’assunzione della pillola anticoncezionale riguarda poco meno del 20% delle donne italiane in età fertile
Se ci si scorda di assumere la pillola
Può capitare di dimenticare l’assunzione di un confetto; se non sono passate più di dodici ore dalla mancata assunzione, si può assumere la pillola anticoncezionale senza che vi siano problemi a livello di sicurezza contraccettiva. Nel caso in cui, al contrario, siano trascorse più di dodici ore dalla mancata assunzione del contraccettivo, diventa necessario l’uso di ulteriori precauzioni; non è necessario invece assumere il confetto dimenticato. Potrebbe succedere, nei giorni successivi, di osservare delle perdite ematiche dovute alla riduzione quantitativa degli ormoni assunti; tali perdite però non sono da considerarsi problematiche.
E se si assumono altri farmaci?
L’assunzione concomitante di altri farmaci deve essere sempre attentamente valutata in quanto alcuni medicinali possono avere effetti negativi sul livello di efficacia contraccettiva della pillola. Assunzioni sporadiche di farmaci (un analgesico, un ansiolitico ecc.) non creano problemi, ma se si stanno assumendo regolarmente farmaci è necessario verificare accuratamente che essi non interagiscano con la pillola anticoncezionale.
La perdita di efficacia contraccettiva può inoltre essere causata da problemi di malassorbimento. Un tipico caso è il vomito; se si assume la pillola anticoncezionale e si ha un episodio di vomito prima che la pillola sia completamente assorbita (generalmente occorrono 5 ore di tempo) è necessario prendere un nuovo confetto entro dodici ore. Anche gli episodi diarroici possono creare problematiche a livello di efficacia contraccettiva; la diarrea può creare problemi fino a 8-10 ore dal momento in cui si è assunto il prodotto. Il rischio non è facilmente quantificabile, ma, in caso di dubbio, è consigliabile l’assunzione di un’altra pillola.
Gli esami del sangue sono necessari?
Molti ginecologi, prima che una donna inizi l’assunzione della pillola anticoncezionale, sono soliti prescrivere una serie di analisi del sangue (transaminasi, fosfatasi alcalina, gamma GT, bilirubina, antitrombina III, PTT, fibrinogeno, dosaggio della prolattina ecc.); se su questo punto non c’è condivisione totale, tutti sono sostanzialmente d’accordo sul fatto che sono necessari periodici controlli ematici durante il periodo di assunzione del farmaco anticoncezionale.
Effetti collaterali e controindicazioni
Va segnalato che in circa il 4-5% delle donne che assumono la pillola anticoncezionale si sviluppa un’ipertensione arteriosa di grado lieve e, nel caso di preesistenze condizione di ipertensione arteriosa, questa potrebbe andare incontro a un peggioramento. Di norma l’effetto è reversibile con la sospensione dell’assunzione.
Per quanto concerne l’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, con le pillole di seconda generazione, tale rischio è molto contenuto ed è soprattutto relativo a determinati soggetti nei quali si ha la presenza contemporanea di altri fattori (fumo di sigaretta, familiarità per patologie che aumentano la viscosità del sangue, uso prolungato della pillola anticoncezionale nelle donne di età superiore ai 35 anni).
Va anche però precisato che si ritiene che la presenza di estrogeni contribuisca alla riduzione del rischio di malattie cardiovascolari dal momento che sembrano avere una funzione protettiva nei confronti della formazione di placche aterosclerotiche.
Con le pillole di terza generazione e, in grado minore, con quelle di seconda generazione si ha un lieve aumento di rischio di malattia tromboembolica in quanto i progestinici presenti nelle formulazioni ostacolano la funzione anticoagulante naturale del sangue.
La pillola anticoncezionale comunque può essere assunta anche da donne che abbiano superato i 35 anni di età, ma solo nel caso che non siano fumatrici. Ovviamente, l’astensione dal fumo è sempre consigliabile, a prescindere dall’assunzione della pillola anticoncezionale (vedasi il nostro articolo Fumo: perché smettere!).
Sono ovviamente suggeriti controlli supplementari a tutte le donne che hanno una storia familiare di incidenti vascolari, ipertensione arteriosa, gestosi e patologie autoimmuni. Generalmente, una predisposizione familiare agli episodi trombotici fa sconsigliare l’assunzione della pillola anticoncezionale.
Un regolare controllo della pressione arteriosa è sempre opportuno quando si assume la pillola anticoncezionale.
La pillola anticoncezionale deve essere sospesa qualora si abbia una persistente cefalea e dolori acuti agli arti inferiori. Segni e sintomi quali perdite ematiche irregolari, dolenzia o gonfiore al seno, nausea ecc. si riducono generalmente nel tempo e non è quindi necessaria la sospensione del trattamento.
Forme alternative di contraccezione sono i cerotti transdermici, gli anelli vaginali e gli impianti sottocutanei.
Pillola anticoncezionale fa ingrassare? Favorisce il cancro?
Poiché la scelta del momento della gravidanza è una delle grandi conquiste delle donne, vediamo di chiarire i concetti fondamentali che ruotano attorno alla pillola.
La pillola anticoncezionale ingrassa – È un concetto assolutamente falso che viene spesso usato dalle donne che non vogliono seguire un’alimentazione ipocalorica. Solo il 10% delle donne può essere soggetta a ritenzione idrica (l’acqua comunque non è grasso, anche se sulla bilancia si sente), ma nella misura di un solo chilogrammo. Con le pillole anticoncezionali a basso dosaggio la percentuale (studio su 1.500 donne) si riduce ulteriormente.
A chi non fosse comunque convinto che con le pillole anticoncezionali di nuova generazione gli effetti ingrassanti sono minimi ricordiamo che, già da diversi anni, è disponibile un tipo di pillola (Yasmin) che contiene un progestinico, il drospirenone, molto simile al progesterone naturale e in grado di contrastare l’azione degli estrogeni sulla ritenzione idrica. Quindi la pillola anticoncezionale non provoca nessun aumento di peso. L’altro componente continua a essere l’etinilestradiolo, ma in dosaggio leggermente superiore (30 microgrammi), il che consente di controllare meglio il ciclo (evitando le sindromi premestruali, inclusi sintomi come l’ansia, l’irritabilità e l’avidità nei confronti del cibo) senza aumentare il rischio cardiovascolare.
La pillola contraccettiva favorisce il cancro – Idiozia somma, visto che è stato accertato che per le donne che assumono la pillola anticoncezionale da almeno 5 anni, il rischio di tumore alle ovaie è dimezzato. Altre ricerche rivelano l’azione positiva della pillola contro il tumore al colon. Nessuna ricerca ha mai confermato la vecchia credenza che la pillola favorisca il cancro al seno.
Il ritorno alla normalità – Per avere una gravidanza dopo la sospensione basta il primo ciclo. Va inoltre precisato che l’assunzione, anche per lunghi periodi, della pillola anticoncezionale non ha ripercussioni sulla fertilità futura e nemmeno sui nascituri. La credenza che aumentino le probabilità di gravidanze multiple non ha alcun fondamento scientifico.
La pillola anticoncezionale va sospesa? – Sono molte le donne che si chiedono se l’assunzione della pillola anticoncezionale deve essere periodicamente sospesa; questa sembra essere una questione che la stragrande maggioranza degli autori considera ormai superata; con le pillole anticoncezionali di ultima generazione, infatti, l’assunzione può continuare per molti anni. Peraltro, nei Paesi del Nord Europa il problema della sospensione non viene nemmeno preso in considerazione e, del resto, non esiste alcun lavoro scientifico che mostri come le donne che effettuano la sospensione periodica abbiano ottenuto maggiori benefici salutistici rispetto a quelle che assumono continuativamente la pillola anticoncezionale.
La pillola anticoncezionale è sicura al 100%?
La pillola anticoncezionale è sicura al 100%? Se il prodotto viene usato correttamente la risposta è sì. Il fatto che sia data al 99% o a percentuali inferiori deriva da una cattiva gestione della stessa (a prescindere dalla dimenticanza dell’assunzione che ovviamente non può entrare nella statistica). In particolare, per avere la certezza assoluta dell’efficacia, basterebbe che ogni donna leggesse il foglietto illustrativo e non lo interpretasse “liberamente”.
È ovvio che, se per qualche motivo gli ormoni contenuti nella pillola anticoncezionale non vengono assorbiti dal corpo, la pillola fallisce il suo scopo. Poiché, com’è noto, l’assorbimento avviene a livello gastrointestinale i motivi più frequenti del fallimento dell’effetto contraccettivo sono:
- vomito e diarrea (in tal caso per episodi singoli è specificato sul foglietto illustrativo come ovviare);
- assunzione di antibiotici che alterano l’assorbimento intestinale.
Se è vero che alcuni antibiotici sono meno critici nei confronti della pillola anticoncezionale, è anche vero che tarare esattamente “tipo di pillola+tipo di antibiotico+sensibilità individuale” è abbastanza ottimistico. Per cui è opportuno, nel caso di assunzione di farmaci antibiotici (prima regola: sono proprio necessari? Ricordiamo che c’è troppa gente che prende inutilmente antibiotici nell’occasione di un’influenza) è opportuno associare alla pillola un altro metodo anticoncezionale.
Pillola anticoncezionale: qualche numero
Come accennato in apertura di articolo, la pillola anticoncezionale è uno dei metodi contraccettivi più noti e utilizzati a livello globale.
L’utilizzo della pillola anticoncezionale è diverso da Paese a Paese; la sua diffusione è sicuramente legata alle diverse tradizioni culturali e religiose, ma anche all’età, allo stato civile, all’educazione familiare ecc. Nel Regno Unito, per esempio, circa il 25% delle donne di età comprese tra i 16 e i 49 anni utilizza questo metodo contraccettivo; tale percentuale subisce una drastica riduzione se ci spostiamo in Giappone (1%).
In Italia la pillola anticoncezionale è relativamente diffusa; dai dati più recenti è emerso che soltanto il 16,2% delle donne di età compresa tra i 15 e i 44 anni la utilizzano (la media europea è più elevata: 21,4%); la Regione nella quale si registra la massima diffusione è la Sardegna (30,3%), seguita da Valle d’Aosta (23%), Liguria (20,1%), Piemonte (18,8%), Lombardia (18,6%), Emilia Romagna (18,5%), Toscana (18%), Trentino (17,8%), Friuli (16,6%), Veneto (15,6%), Lazio (14,3%), Umbria (14%), Marche (12,7%), in Abruzzo (11,7%), Sicilia (10,8%), Puglia (9,1%), Molise (8,7%), Calabria (8,6%), Basilicata (7,4%); la regione dove la diffusione è minima è la Campania (7,2%).