Lo pneumotorace (PNX) è una raccolta di aria nel cavo pleurico, uno spazio virtuale localizzato tra il polmone e la parete toracica.
In un soggetto sano, la pressione nel cavo pleurico è inferiore alla pressione atmosferica; tale pressione negativa consente di mantenere i polmoni in una condizione di espansibilità; si ha pneumotorace quando, a causa dell’ingresso di aria, la pressione presente nello spazio pleurico è uguale o superiore alla pressione atmosferica.
Le tipologie di PNX sono numerose e anche la loro gravità è estremamente variabile. Non sempre poi si tratta di una condizione dai connotati patologici; infatti in passato, perlomeno fin verso la prima metà del XX secolo, molti soggetti venivano trattati con la tecnica dello pneumotorace artificiale; attraverso tale metodica (ideata a Pavia nel 1882 da Carlo Forlanini, un medico milanese), grazie a un apposita apparecchiatura, si immetteva aria (o un altro gas) nella cavità pleurica o tra la parete toracica e la pleura parietale allo scopo di far collassare il polmone; fine ultimo di quella che veniva definita anche collassoterapia era quello di favorire la guarigione di alcuni processi patologici.
Un particolare tipo di pneumotorace artificiale è quello diagnostico; trattasi di una condizione indotta allo scopo di favorire determinati procedimenti diagnostici come, per esempio, la toracoscopia.
Lo pneumotorace può essere mono- o bilaterale ed è soggetto a recidive.
Classificazioni
Le principali classificazioni sono quella eziologica (ovvero relativa alle cause) e quella fisiopatologica.
Dal punto di vista eziologico è possibile suddividere lo pneumotorace nel seguente modo:
- spontaneo primitivo (anche primitivo o idiopatico)
- spontaneo secondario
- traumatico
- iatrogeno
- artificiale (anche indotto; può avere scopi terapeutici o diagnostici).
Pneumotorace spontaneo primitivo e secondario – Si parla di pneumotorace spontaneo primitivo quando si ha un’entrata di aria nello spazio pleurico senza una causa apparente.
La stragrande maggioranza dei casi, il PNX spontaneo primitivo insorge senza che vi siano stati rilevanti sforzi di tipo fisico; in alcuni casi può verificarsi dopo l’effettuazione di tuffi oppure di voli ad alta quota; in questi casi il problema potrebbe essere provocato da variazioni pressorie ambientali.
Il PNX spontaneo viene riscontrato in un soggetto precedentemente sano. Generalmente si ha la rottura di piccolissime bolle apicali sottopleuriche, molte volte in seguito a violenti colpi di tosse. Nei soggetti anziani potrebbe verificarsi in seguito a rotture di bolle enfisematose congenite. La prognosi dello pneumotorace spontaneo primitivo è eccellente.
Il PNX spontaneo viene definito secondario quando esso si verifica in soggetti da patologie polmonari diffuse sottostanti. Nella maggior parte dei casi la causa è da ricercarsi nella rottura di una o più bolle in soggetti affetti da enfisema polmonare generalizzato.
Altre patologie che potrebbero fungere da causa scatenante sono l’asma, l’ascesso polmonare, la fibrosi cistica, il granuloma eosinofilo, tumore al polmone ecc. La prognosi è decisamente più severa di quella relativa allo pneumotorace spontaneo primitivo.
Pneumotorace traumatico – È quello che si verifica dopo una ferita a livello del torace che causa una comunicazione tra l’esterno e lo spazio pleurico che consente la penetrazione dell’aria provocando il collasso polmonare.
Pneumotorace iatrogeno – Sono cause di PNX iatrogeno le manovre diagnostiche quali l’ago aspirato trans-toracico, il cateterismo venoso centrale, la biopsia pleurica o il barotrauma.
Pneumotorace artificiale – Vedasi la parte finale del paragrafo precedente.
Dal punto di vista fisiopatologico si è soliti distinguere fra pneumotorace chiuso, aperto o a valvola
Lo pneumotorace chiuso è la forma meno grave e in molti casi non richiede particolari trattamenti eccettuati fisioterapia e osservazione; in esso, dopo il passaggio dell’aria, la parete toracica ritorna “a tenuta”. Trattasi solitamente di uno pneumotorace parziale nel quale la pressione endopleurica resta sempre a livelli inferiori a quelli della pressione atmosferica. L’aria penetrata nella cavità pleurica viene riassorbita in tempi generalmente molto brevi.
Si ha pneumotorace aperto quando la via di comunicazione tra l’esterno e lo spazio pleurico rimane pervia; ciò fa sì che il passaggio dell’aria sia continuo. La pressione endopleurica è identica a quella dell’ambiente esterno; benché non si abbiano particolari problemi a livello di dinamica del respiro, c’è da considerare che aumenta notevolmente il rischio di contrarre un’infezione.
Il trattamento prevede la chiusura della via di comunicazione tra esterno e interno e il ripristino della situazione di pressione negativa endopleurica attraverso un drenaggio a valvola d’acqua.
Lo pneumotorace a valvola è, da un punto di vista fisiopatologico, il caso più grave. Tale situazione si verifica a causa della formazione di una valvola monodirezionale (da esterno verso l’interno). Ogni atto respiratorio causa un’entrata di aria in quantità superiore a quella che fuoriesce con conseguente progressivo accumulo nello spazio pleurico. La pressione endopleurica risulta pertanto notevolmente positiva e si ha il totale collasso del polmone; si verificano quindi insufficienza respiratoria e grave dispnea; possono altresì verificarsi insufficienza cardiorespiratoria e cianosi.
Il trattamento deve essere effettuato nel più breve tempo possibile; l’urgenza primaria è quella di modificare lo pneumotorace a valvola in aperto; tale intervento viene effettuato tramite un drenaggio del cavo pleurico grazie a un tubo collegato a una valvola ad acqua. La manovra consente di bilanciare pressione esterna e pressione endocavitaria e quindi di limitare le complicanze a carico delle funzioni cardiorespiratorie.

Lo pneumotorace (PNX) è una raccolta di aria nel cavo pleurico, uno spazio virtuale localizzato tra il polmone e la parete toracica.
Pneumotorace – Sintomi, diagnosi e cura
I segni e i sintomi dello pneumotorace sono costituiti da un dolore lancinante alla zona interessata; si ha poi dispnea più o meno severa dipendentemente dalla gravità del collasso polmonare e dalle caratteristiche dello pneumotorace.
La diagnosi richiede l’esecuzione di una radiografia toracica; questo esame consente di evidenziare l’entità del problema e il grado di gravità del collasso polmonare.
Il trattamento ha lo scopo di ripristinare il più rapidamente possibile una condizione pressoria endocavitaria adeguata affinché si verifichi la riespansione del polmone colpito. Nella stragrande maggioranza dei casi tale scopo viene raggiunto grazie al drenaggio del cavo pleurico con una valvola ad acqua che consente la fuoriuscita di aria durante la fase di espirazione e ne impedisce l’entrata durante la fase inspiratoria.
Nei casi più gravi o in caso di pneumotorace recidivante può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Una tecnica interessante di intervento, poco invasiva e meno rischiosa della chirurgia tradizionale, è la cosiddetta toracoscopia videoassistita (VATS).