La pressione bassa (più tecnicamente ipotensione) è quella condizione in cui i valori pressori sanguigni risultano inferiori a quelli che sono ritenuti normali. Facendo riferimento a un soggetto adulto, si parla di pressione bassa quando i valori pressori a riposo si attestano sotto ai 90/60 mmHg (l’unità di misura con la quale si misura la pressione arteriosa è rappresentata dai millimetri di mercurio, mmHg); nel caso di valori inferiori a 80/60 è giustificato parlare di ipotensione grave.
NOTA – Molti parlano di pressione bassa quando i valori sono relativamente bassi, ma del tutto normali e compatibili con un ottimo stato di salute generale. per esempio una coppia di valori 100/70 è ottima, anche se è “bassa” rispetto ai valori medi della popolazione. In questo articolo si tratterà della pressione bassa che può avere risvolti patologici.
Come noto, i valori presi come riferimento per la misurazione della pressione sono due, la pressione arteriosa sistolica (detta anche pressione massima) e la pressione arteriosa diastolica (la cosiddetta pressione minima).
La pressione massima indica la pressione che il sangue esercita nei vasi nel momento in cui si ha la contrazione cardiaca e il cuore pompa il sangue; la pressione minima invece indica la pressione che il sangue esercita nei vasi al momento della dilatazione che il cuore compie per riempirsi. Generalmente, in riferimento ai valori della pressione sanguigna, il valore della pressione massima viene scritto o citato prima (o sopra) il valore della pressione minima (per esempio: 130/90).
La pressione arteriosa, che mai rimane inalterata nel corso della giornata, mostra un fisiologico incremento dei valori (presente sia nei soggetti normotesi che in quelli ipertesi) nelle prime ore del mattino; tale incremento è legato a diversi fattori dei quali il principale è l’attivazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone (SRRA). Sbalzi più o meno importanti di pressione possono verificarsi a causa di diversi motivi, non ultime le situazioni che comportano uno stato di eccitazione o di nervosismo. I valori della pressione tendono inoltre ad aumentare nel momento in cui si sta effettuando uno sforzo fisico.
L’organismo umano mostra una certa sensibilità alle variazioni pressorie e, nei momenti in cui la pressione aumenta o si riduce, tenta di riportarla entro il range di normalità.
Alcune considerazioni importanti
La pressione bassa è, senza ombra di dubbio alcuno, un disturbo molto meno preoccupante dell’ipertensione arteriosa (la cosiddetta pressione alta) dal momento che quest’ultima rappresenta una condizione salutisticamente molto preoccupante e che, a seconda dei casi, può richiedere anche interventi di tipo farmacologico; la pressione bassa è anche meno frequente di quella alta, ma è una condizione comunque abbastanza diffusa, specialmente nel periodo estivo durante il quale è generalmente associata a stanchezza e a capogiri.
L’ipotensione è un disturbo che può colpire qualsiasi persona indipendentemente dalla sua età, anche se certe fasce e determinate categorie risultano maggiormente interessate.
La pressione bassa è, per esempio, più frequente nei soggetti di sesso femminile e in coloro che praticano sport a intensità medio-alta (a tale proposito si consulti il nostro articolo Ipotensione e corsa).
Un’altra condizione che determina una diminuzione generalizzata dei valori pressori è la gravidanza; infatti, soprattutto nei primi mesi, si verifica una certa instabilità a livello vasomotorio determinata dal rilassamento, indotto dal progesterone, della muscolatura dei vasi sanguigni.
Tra i soggetti che presentano un maggior rischio di soffrire di pressione bassa vi sono anche le persone anziane, i soggetti che assumono determinati farmaci (per esempio i diuretici utilizzati in caso di ipertensione oppure i beta-bloccanti, i farmaci antidepressivi triciclici, i nitrati, gli ACE-inibitori e gli antagonisti del recettore per l’angiotensina II), coloro che soffrono di malattie a carico dei sistemi nervoso centrale (per esempio il morbo di Parkinson) e cardiovascolare (infarto, problemi a carico delle valvole cardiache, bradicardia ed insufficienza cardiaca).
Più rari i casi di pressione bassa provocati da problemi tiroidei, allergie, infezioni e anemie.
La pressione bassa è un fattore positivo?
Generalmente la pressione bassa, soprattutto se non particolarmente eccessiva, non riveste significatività clinica, anzi, se fisiologica, l’ipotensione viene ritenuta un fattore positivo perché diminuisce molto il rischio cardiovascolare.
L’ipotensione riveste però significatività clinica qualora sia associata a sofferenza a livello cerebrale, in questo caso possono verificarsi sia disturbi leggeri come per esempio un semplice capogiro (tipico quello che si avverte quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta, soprattutto se il movimento è veloce) sia disturbi più severi come gli svenimenti oppure le sincopi.
Lo svenimento può essere considerato un meccanismo difensivo messo in atto dall’organismo allo scopo di tutelarsi da un eccessivo calo di pressione dal momento che, in posizione sdraiata, il sangue incontra meno difficoltà nel suo percorso verso il muscolo cardiaco e il cervello; è per questo che per facilitare il ritorno venoso in un soggetto colpito da uno svenimento è consigliabile metterlo in posizione supina, con gli arti inferiori sollevati e la testa ipertesa.
Pressione bassa: cause
Possiamo suddividere l’ipotensione in tre tipologie:
- ipotensione ortostatica
- ipotensione neuronale mediata
- ipotensione grave da shock.
Ipotensione ortostatica – Si ha ipotensione ortostatica nel momento in cui ci si sposta, alzandosi, dalla posizione seduta o da quella sdraiata. Questa condizione è caratterizzata da sintomi quali sensazione di vertigini, visione offuscata, confusione, debolezza, capogiro, nausea o, nei casi più seri, addirittura svenimento.
Il problema si verifica perché l’organismo non reagisce abbastanza in fretta al mutamento di posizione. Solitamente la pressione bassa ortostatica è un disturbo di lieve portata che, seppur fastidioso, dura poco tempo; il soggetto che ne è colpito deve in genere mettersi seduto o in posizione sdraiata e attendere che la pressione sanguigna si stabilizzi.
L’ipotensione ortostatica, seppur più raramente, può, al contrario, essere spia di disturbi di una certa gravità.
Una forma particolare di ipotensione ortostatica è la cosiddetta ipotensione postprandiale, disturbo che interessa in particolar modo le persone non più giovani, gli ipertesi e i parkinsoniani; si parla di ipotensione postprandiale perché chi ne soffre accusa un brusco calo pressorio subito dopo i pasti. Nel caso di soggetti anziani in cui possono verificarsi vertigini, sincopi, cadute a terra o altri problemi postprandiali è necessaria la misurazione della pressione prima dei pasti e ancora 30 e 60 minuti dopo la fine del pasto.
È necessario che i pazienti sintomatici non assumano farmaci ipotensivi prima dei pasti e, dopo, devono assumere la posizione sdraiata. La riduzione dei dosaggi dei farmaci ipotensivi e il ricorso a pasti ridotti, ma più frequenti, possono ridurre le problematiche connesse al disturbo in questione. In alcune persone, il camminare dopo l’effettuazione del pasto può servire a ristabilire la normale circolazione; va tuttavia segnalato che è anche possibile che l’ipotensione si verifichi una volta terminata l’attività fisica.
L’ipotensione ortostatica può verificarsi anche in seguito all’assunzione contestuale di farmaci ipertensivi e bevande alcoliche o barbiturici.
Dal momento che l’ipotensione ortostatica può dipendere anche da disidratazione o da una situazione di perdurante immobilità, fra gli ovvi consigli che si possono dare rientrano quello di assumere maggiori quantità di liquidi e di muoversi con circospezione dalla posizione sdraiata, alzandosi lentamente e senza compiere movimenti bruschi.
Nelle persone anziane che soffrono di pressione bassa può essere utile il ricorso a calze elastiche.

Non si deve confondere una pressione bassa fisiologica (per esempio 100/70) da valori patologici
Se si riconosce infine una causa iatrogena (ovvero pressione bassa legata all’assunzione di farmaci) come fattore scatenante l’ipotensione, spetta al medico curante verificare se esiste la possibilità di sostituire il farmaco che il soggetto sta assumendo.
Ipotensione neuronale mediata – Questa forma di pressione bassa deriva da un’errata comunicazione fra cervello e cuore. Di fatto, detta in termini grossolani, l’organismo “informa” erroneamente il cervello che la pressione sanguigna è alta e il cervello reagisce rallentando il battito cardiaco con conseguente ulteriore abbassamento di pressione; i sintomi principali sono molto simili a quelli dell’ipotensione ortostatica ovvero capogiro, svenimento e mal di stomaco talvolta associato a nausea.
Alcune volte l’ipotensione neuronale mediata compare dopo che si è rimasti molto a lungo in posizione eretta (nei limiti del possibile, quindi, chi soffre di questa forma di pressione bassa dovrebbe cercare di evitare di stare in piedi troppo a lungo), ma nella gran parte dei casi questo tipo di ipotensione si sviluppa in seguito a eventi particolarmente spiacevoli, scioccanti o spaventosi.
I soggetti maggiormente colpiti da questa forma di pressione bassa sono i bambini e gli adolescenti. Va ricordato che, nella stragrande maggioranza dei casi, i bambini affetti da ipotensione neuronale mediata vanno incontro a guarigione completa.
Nel caso di soggetti colpiti da svenimento e in cui si sospetti la presenza di ipotensione neuronale mediata (o di pressione bassa ortostatica) è possibile ricorrere al cosiddetto tilt test; l’esame si effettua assicurando, tramite apposite cinture, il paziente su un lettino reclinabile; il medico effettua un ECG in condizioni basali; si effettuano poi varie misurazioni della frequenza cardiaca, della saturazione di ossigeno e della pressione arteriosa con il paziente in posizione sdraiata (clinostatismo); dopo dieci minuti di clinostatismo il lettino viene inclinato a 60-80 gradi mantenendo la posizione per un periodo di circa 30 minuti o comunque fino all’eventuale insorgere di sintomi o di riduzioni molto significative della pressione arteriosa o della frequenza cardiaca. Chi soffre di ipotensione neuronale mediata potrebbe svenire nel corso del test. L’esame può aiutare il medico nella diagnosi di eventuali patologie cerebrali o nervose che sono causa di pressione.
Ipotensione grave da shock – Sono diversi i motivi che possono essere alla base di una grave ipotensione da shock. In caso di shock, una vera e propria situazione di emergenza, la pressione sanguigna diminuisce in modo considerevole, tanto da mettere in serio pericolo di vita il soggetto interessato.
Esistono diversi tipi di shock; fra i più seri vi sono quello ipovolemico, quello cardiogeno e quello vasodilatatorio; nel primo caso le cause scatenanti possono essere gravi emorragie interne o esterne, considerevole perdita di liquidi causata da ustioni profonde, dissenteria grave, malattie renali di una certa gravità, abuso di farmaci diuretici ecc.; lo shock cardiogeno riconosce invece come cause principali l’infarto, l’embolia polmonare o una grave aritmia; lo shock vasodilatatorio, infine, può essere legato a reazioni a determinati tipi di farmaci, insufficienza epatica, avvelenamento, gravi reazioni allergiche o estese lesioni alla testa.
Rimedi per la pressione bassa
Nel caso che la pressione bassa non sia da imputarsi a disturbi ben precisi, non è necessario alcun trattamento particolare, se non il ricorrere ad alcuni pratici consigli quali il limitare pasti eccessivamente abbondanti e il muoversi lentamente quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta.
Nel caso che invece la pressione bassa sia legata alla presenza di particolari patologie, è ovviamente su queste che è necessario intervenire.
Un piccolo trucco per la pressione bassa
Come parzialmente accennato nella prima parte dell’articolo, avere la pressione bassa è certamente meglio che averla alta; in genere non si hanno problemi vascolari con l’età e, detta in parole povere, si vive di più. Come abbiamo visto però, i bruschi cali di pressione possono dare quel fastidioso problema consistente nell’avvertire un capogiro quando si passa dalla posizione sdraiata a quella eretta, soprattutto se il movimento è veloce.
Esiste un banale trucco (ora studiato anche scientificamente – Vanderbilt University, Tennessee) noto a tutti, ma spesso utilizzato solo per persone che avvertono veri e propri malori (il trucco funziona se il malore è causato da un abbassamento pressorio in seguito a un’emozione o altro): dar da bere al soggetto un bel bicchier d’acqua. I risultati della ricerca della Vanderbilt University hanno evidenziato che bere 250 cc d’acqua fa aumentare la pressione di circa 20 mm di mercurio. Il meccanismo non è noto, ma il risultato è certo.
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