La radioterapia è una pratica medica nata circa un secolo fa e destinata prevalentemente al trattamento dei tumori, anche se in alcuni casi viene utilizzata per trattare patologie non neoplastiche (pterigio, esoftalmo da ipertiroidismo, malattia di Dupuytren, malattia di Peyronie, neurinomi acustici, meningiomi, emangiomi vertebrali, nevralgia trigeminale idiopatica ecc.).
La radioterapia è una branca della radiologia, ma non deve essere confusa con la radiologia diagnostica, una specializzazione della medicina che utilizza le radiazioni per ottenere immagini che possono fornire indicazioni diagnostiche.
In oncologia i trattamenti radioterapici vengono effettuati utilizzando radiazioni ionizzanti (raggi X, elettroni, protoni ecc.) dirette sulla massa neoplastica allo scopo di distruggere le cellule tumorali.
Il trattamento radioterapico è indolore e solitamente diretto a distretti ben delimitati dell’organismo.
La radioterapia si basa essenzialmente sul principio che la notevole energia radioattiva utilizzata è in grado di portare a morte le cellule cancerose fermando così il processo proliferativo. Sfortunatamente le radiazioni non danneggiano soltanto le cellule malate, ma anche quelle sane che appartengono ai tessuti vicini alla zona sottoposta a irradiazione.
Nella terapia dei tumori, gli obiettivi che ci si prefiggono con la radioterapia sono di diverso tipo:
- distruzione totale di tutte le cellule neoplastiche allo scopo di ottenere la guarigione completa dal cancro
- riduzione della massa tumorale allo scopo di facilitare l’intervento del chirurgo
- prevenzione delle recidive tumorali dopo altri tipi di trattamento (per esempio chirurgia o chemioterapia)
- controllo della sintomatologia legata alla malattia tumorale (intento palliativo).
Modalità di somministrazione della radioterapia
Sono diversi i fattori che determinano le modalità di somministrazione della radioterapia; i principali sono il tipo di tumore, le sue dimensioni e la sua localizzazione; sono inoltre oggetto di valutazione le condizioni di salute generali del soggetto che deve essere sottoposto al trattamento e gli obiettivi del trattamento stesso (vedasi paragrafo precedente).
Sono essenzialmente due le modalità con le quali viene effettuata la radioterapia: esterna e interna.
Attraverso la radioterapia esterna (anche transcutanea o a fasci esterni) si irradia dall’esterno la zona interessata dal trattamento; il macchinario che viene utilizzato per la radioterapia esterna è denominato acceleratore lineare.
Con la radioterapia interna (anche brachiterapia o radioterapia di contatto) si irradia la zona interessata portando la sorgente radioattiva a contatto del tessuto oggetto del trattamento.
Radioterapia esterna
Come accennato nel paragrafo precedente, la radioterapia esterna si avvale di radiazioni prodotte da un acceleratore lineare. Il paziente viene fatto distendere su un lettino e posizionato secondo particolari direttive decise in precedenza durante la cosiddetta seduta di simulazione (una procedura indispensabile a pianificare correttamente il futuro trattamento). La parte da trattare non deve essere coperta da vestiti. Dopo la fase di set-up, quella in cui il macchinario e il paziente vengono predisposti per la seduta, inizia la fase di trattamento vero e proprio durante la quale l’acceleratore lineare rilascia la dose di radiazioni prestabilita.
Una seduta di radioterapia dura generalmente pochi minuti. La dose totale di un intero trattamento radioterapico viene suddivisa in sedute giornaliere; convenzionalmente le dosi vengono irradiate nel corso di una seduta giornaliera per cinque giorni a settimana, nei week-end è prevista la pausa; in alcuni casi però è possibile che i trattamenti vengano eseguiti con modalità diverse (ipofrazionamento o iperfrazionamento).
È generalmente il radioterapista, in base a molteplici considerazioni, che decide se la terapia deve essere somministrata con un determinato tipo di frazionamento o no.

La radioterapia è una branca della radiologia, ma non deve essere confusa con la radiologia diagnostica, una specializzazione della medicina che utilizza le radiazioni per ottenere immagini che possono fornire indicazioni diagnostiche.
Una tipologia particolare di radioterapia è la cosiddetta irradiazione corporea totale (nota anche come total body irradiation, TBI). Questo trattamento viene eseguito generalmente nei pazienti che devono subire un trapianto di midollo osseo o di cellule staminali; viene quindi eseguita in caso di neoplasie ematologiche (per esempio, le leucemie).
Scopo dell’irradiazione totale è quella di distruggere totalmente le cellule del midollo osseo per eliminare tutte le cellule tumorali per poi procedere con il trapianto del nuovo midollo che può essere stato prelevato da un donatore compatibile o dal paziente stesso prima del trattamento radioterapico.
Brachiterapia (radioterapia di contatto)
La brachiterapia viene eseguita inserendo la fonte di radiazioni direttamente nel tessuto tumorale oppure nelle zone immediatamente vicine. La brachiterapia può essere di tipo interno (anche brachiterapia endocavitaria) o di tipo interstiziale. Nella brachiterapia endocavitaria la fonte radioattiva viene posta in organi cavi (come per esempio i bronchi, la cervice uterina, l’esofago ecc.), mentre nella brachiterapia interstiziale si procede chirurgicamente con l’innesto di fonti radioattive all’interno del tessuto neoplastico. La brachiterapia interstiziale viene impiegata generalmente nei cancri di prostata, testa e collo.
Effetti collaterali
La radioterapia è una tipologia di trattamento che comporta diversi effetti collaterali (per le critiche al suo impiego valgono le considerazioni del paragrafo Critiche alla chemioterapia). Generalmente la manifestazione di tali effetti avviene verso il termine del ciclo di trattamento e nelle prime due o tre settimane che seguono la fine dell’ultima seduta.
A seconda della risposta individuale e dell’intensità del trattamento, gli effetti collaterali possono essere più o meno pesanti. Fra quelli più comuni ricordiamo nausea, vomito e astenia; anche l’irritazione e l’arrossamento dell’area sottoposta a trattamento sono effetti collaterali che si presentano nella quasi totalità dei casi; talvolta la cute può screpolarsi o squamarsi.
La perdita di capelli e peli è un evento comune durante i periodi di trattamento; solitamente la perdita è temporanea e, terminata la terapia, capelli e peli iniziano a ricrescere; in alcuni casi però la perdita può assumere carattere di permanenza come capita spesso, nella zona della gola, a coloro che vengono sottoposti a trattamento radioterapico per il carcinoma della laringe.
Altri effetti collaterali che possono essere riscontrati durante la radioterapia sono irritazioni oculari, faringite, secchezza delle fauci, afonia, perdita di appetito, gusto e olfatto, diarrea, cistite, proctite ecc.