La sterilità maschile è una condizione dovuta essenzialmente al fatto che il seme maschile non è in grado di fecondare l’ovocita, la cellula germinale femminile.
Quando si parla di sterilità maschile è opportuno accennare a due condizioni note come impotentia coeundi e impotentia generandi.
Si parla di impotentia coeundi quando vi è un’impossibilità di tipo fisico dell’organo a compiere l’atto sessuale, mentre si parla di impotentia generandi quando siamo di fronte all’impossibilità di generare dei figli.
Impotentia coeundi
Con impotentia coeundi si suole raggruppare tutte quelle situazioni in cui l’uomo non è in grado di compiere l’atto del coito; se si osserva la questione da un punto di vista medico-legale si distinguono nell’impotentia coeundi un’impotenza a coire strumentale e un’impotenza a coire funzionale; nel primo caso il problema può essere causato da alterazioni di tipo anatomico dell’organo genitale (per esempio fimosi, ipospadia, pseudoermafroditismo, traumi, induratio penis plastica, interventi chirurgici, neoplasie ecc.); nel secondo caso il problema è relativo generalmente a un deficit erettivo che può essere originato da problemi di tipo psichico oppure sistemico (alcolismo, diabete, obesità, morbo di Addison, tossicodipendenza, patologie del sistema nervoso ecc.).
Impotentia generandi
Il concetto di impotentia generandi è più complesso; ciò che sostanzialmente distingue un soggetto affetto da impotentia generandi da un soggetto affetto da impotentia coeundi e che quest’ultimo, teoricamente, è in grado di generare figli (per esempio ricorrendo alla fecondazione assistita), mentre il primo, anche se in grado di avere normali rapporti sessuali, è affetto da vera e propria sterilità.
Sterilità maschile – Cause
Viste le caratteristiche delle due forme di impotenza, quando si parla di sterilità maschile appare più corretto riferirsi a problemi di impotentia generandi.
La sterilità maschile riconosce molteplici cause, tutte caratterizzate dal fatto di essere in grado di provocare una di queste condizioni: azoospermia, oligospermia e necrospermia.
Con azoospermia si fa riferimento alla totale assenza di spermatozoi nel liquido seminale; circa il 10-15% dei casi di infertilità maschile sono legati a questa condizione. Una condizione simile è la criptospermia termine che indica un deficit severo di spermatozoi (assenza di spermatozoi nell’eiaculato, ma presenza di spermatozoi nel centrifugato).
Con oligospermia ci si riferisce invece a una quantità degli spermatozoi inferiore ai valori normali di riferimento.
La necrospermia è invece la presenza nel liquido seminale di spermatozoi morti e, come tali, inadatti alla loro funzione fecondante.
Le cause alla base della sterilità possono quindi essere sia patologiche (per esempio, neoplasie, criptorchidismo, atrofia testicolare, tubercolosi, epididimite, gonorrea, sifilide, clamidia ecc.) sia legate allo stile di vita (alcolismo, tossicodipendenza ecc.) sia dipendenti da castrazione chimica o chirurgica o da esposizione ad agenti tossici (radiazioni ecc.).
Di fatto, i meccanismi patogenetici che sono alla base della condizione di sterilità riconoscono essenzialmente due forme di sterilità maschile ovvero una sterilità escretoria e una sterilità secretoria.
Si parla di sterilità escretoria quando siamo di fronte a una condizione caratterizzata da assenza di spermatozoi nell’eiaculato; tale condizione è provocata da un’alterazione delle cosiddette vie di deflusso. Talvolta le cause sono di tipo congenito (agenesia del deferente o delle ampolle deferenziali oppure dell’epididimo o di una sua porzione, obliterazione dei dotti eiaculatori, alterazioni della rete testis) oppure di tipo acquisito (traumi, interventi chirurgici, gravi infezioni ecc.).
La sterilità secretoria è probabilmente quella che viene riscontrata più di frequente. Essa è caratterizzata dalla presenza di un’alterazione di tipo qualitativo e/o quantitativo del seme maschile; in questo ambito si possono osservare per esempio una ridotta concentrazione degli spermatozoi nell’eiaculato oppure una scarsa motilità o alterazioni di tipo morfologico degli spermatozoi. Talvolta tali problematiche sono congiuntamente presenti.
All’origine delle problematiche qualitative e/o quantitative dell’eiaculato possono esserci fattori di tipo congenito o, più spesso, fattori di tipo acquisito.
Fra i fattori di tipo acquisito che, come detto, sono i più frequenti, possono esservi patologie infiammatorie (per esempio alcune forme di orchite, un processo di tipo infiammatorio che colpisce uno o entrambi i testicoli), patologie vascolari (per esempio il varicocele), criptorchidismo (mancata discesa nello scroto dei testicoli che sono ritenuti nel canale inguinale o in casi rari nella cavità addominale), assunzione di determinati farmaci (ciclofosfamide, sulfasalazina, ketoconazolo, spironolattone ecc.), tossicodipendenza, febbre alta (patologie caratterizzate da febbre elevata possono infatti provocare una sterilità di tipo transitorio), fattori occupazionali (esposizione a sostanze tossiche quali per esempio piombo, mercurio, cadmio, solventi industriali ecc.) e radiazioni ionizzanti (è per esempio il caso di coloro che si sottopongono a sedute di radioterapia).

La sterilità maschile riconosce molteplici cause, tutte caratterizzate dal fatto di essere in grado di provocare una di queste condizioni: azoospermia, oligospermia e necrospermia
Lo spermiogramma
Lo spermiogramma, ovvero l’analisi del liquido seminale, è l’esame cardine dell’iter diagnostico che viene seguito per valutare la condizione della fertilità in un determinato soggetto di sesso maschile e rappresenta inoltre lo strumento principale per la valutazione di un’eventuale terapia intrapresa da un soggetto allo scopo di trattare la sua condizione di sterilità; rimandiamo pertanto a un’attenta lettura dell’articolo dedicato a questo esame: Spermiogramma.
Sterilità maschile – Cure
In caso di sterilità maschile le cure dipendono ovviamente dalle cause che ne sono alla base. Se siamo in presenza di un’inadeguatezza dello sperma, una volta accertatane l’origine è per esempio possibile intervenire farmacologicamente o chirurgicamente; se il problema è infatti relativo a carenze di tipo ormonale si potrà ricorrere all’assunzione di farmaci specifici (somministrazione di gonadotropine, in particolare FSH); se invece il problema è causato da processi infettivi (per esempio infezioni dell’apparato genitourinario o patologie sessualmente trasmissibili) può essere sufficiente una terapia a base di antibiotici che rimuova il problema; se invece siamo di fronte a un problema fisico quale per esempio il varicocele, si può intervenire chirurgicamente (varicocelectomia) e risolvere definitivamente la situazione.
La chirurgia viene utilizzata anche per risolvere anche le ostruzioni del tratto genitale; è per esempio il caso della vasoepididimostomia, una procedura microchirurgica che serve a correggere le ostruzioni fra deferente ed epididimo, ostruzioni generalmente dovute a cisti, infezioni o dall’atresia (chiusura totale) del deferente, una condizione, quest’ultima, che generalmente è di origine genetica.
Sono importanti anche alcuni correttivi dello stile di vita; è per esempio opportuno ridurre il consumo di alcol (un eccessivo consumo di bevande alcoliche è infatti associato a teratospermia, termine con il quale si indicano le alterazioni della forma e della struttura degli spermatozoi) ed è fondamentale smettere fumare (a parte tutte le altre considerazioni ormai note sulla nocività del fumo, esiste una correlazione tra fumo e diminuzione del numero e della motilità degli spermatozoi).
Se tutti gli interventi sopracitati non migliorano il quadro della fertilità si possono prendere in considerazione le tecniche di procreazione medicalmente assistita.