L’unghia incarnita (nota anche come onicocriptosi, ipertrofia del bordo o del vallo ungueale o ungualabia ipertrofica) è una delle più diffuse patologie delle unghie (onicopatie). La patologia in questione è determinata dalla penetrazione dei bordi ungueali nei tessuti molli circostanti. Generalmente tale affezione è a carico dell’alluce.
Secondo alcuni autori, la locuzione “unghia incarnita” risulterebbe fuorviante; essa infatti lascia intendere che i margini ungueali abbiano un crescita laterale, ma non vi sono dati che confermino che nelle persone affette dalla patologia vi siano casi di maggiore larghezza della matrice. Sempre secondo gli stessi autori, l’alta percentuale di recidive dopo interventi chirurgici sarebbe dovuta all’erronea convinzione che l’onicocriptosi sia una malattia della lamina ungueale quando, in realtà, si dovrebbe intervenire sulle meccaniche patogenetiche che causano l’ipertrofia del vallo ungueale.
Secondo la definizione di Frost, esistono tre tipologie di unghia incarnita:
- placca ungueale normale tagliata in modo scorretto con conseguente formazione di una spina ungueale nel bordo
- placca ungueale che presenta una deformità verso l’interno di uno o di entrambi i bordi laterali della placca
- placca ungueale normale con ipertrofia dei tessuti molli circostanti causata da microtraumi.
Unghia incarnita: le cause
I principali fattori alla base dell’onicocriptosi sono sostanzialmente tre:
- microtraumi (compressione provocata calzature non idonee, calze eccessivamente strette, deformità, appoggio non corretto)
- taglio non corretto delle unghie
- iperidrosi.
L’onicocriptosi si manifesta quando si verifica un’eccessiva stimolazione meccanica esercitata sui tessuti periungueali che si ipertrofizzano e si infiammano fino a provocare una rottura epidermica. L’eccesso di sudorazione peggiora il quadro clinico causando la macerazione dei solchi ungueali.
L’unghia incarnita è senz’altro da considerarsi una patologia minore, ma può essere causa di severe complicanze. Un’unghia incarnita gestita non correttamente può comportare serie infezioni, osteomielite, e cancrena; ovviamente questi casi sono estremamente rari. Particolare attenzione deve essere riservata ai soggetti affetti da diabete o che hanno problemi di immunodeficienza.
Unghia incarnita e alluce
Dal punto di vista anatomico e biomeccanico esistono alcuni fattori che concorrono all’insorgere di un’unghia incarnita, tra questi i più importanti sono l’alluce valgo, la pronazione dell’avampiede e il cosiddetto piede quadrato (il piede quadrato è un piede che ha le prime tre dita di lunghezza pressoché identica).
L’alluce valgo, altra patologia dell’avampiede abbastanza frequente, comporta delle lesioni a carico dei tessuti periungueali laterali causata dalla compressione dell’alluce sul secondo dito.
Una pronazione anormale causa dei problemi ai tessuti molli periungueali a causa dell’eccessiva pressione subita da questi ultimi.
Nel piede quadrato i problemi sono causati dalla conflittualità talvolta esistente fra l’alluce e il secondo dito.
Molto spesso l’insorgenza di un’unghia incarnita è causata dal taglio improprio dell’unghia, lo sperone ungueale che ne deriva genera un processo di tipo infiammatorio e lesione di continuo.
Rimedi per l’unghia incarnita
Nei casi meno complessi, la sintomatologia acuta può essere alleviata tramite l’asportazione di un frammento di forma triangolare del bordo angolare dell’unghia; tale asportazione non è quasi mai risolutiva; a essa dovranno seguire altri tagli eseguiti correttamente e una terapia che garantisca una riduzione del processo infiammatorio. Molto spesso, questi accorgimenti sono sufficienti a risolvere la patologia.
Nei casi più complessi, invece, quando il processo infettivo è ormai radicato e le medicazioni incruente non sono sufficienti a risolvere la situazione, si dovrà ricorrere a tecniche di tipo chirurgico. Esistono molte tecniche chirurgiche utilizzate nella cura dell’unghia incarnita; le più note sono l’avulsione del bordo della placca ungueale, la riduzione del bordo ungueale ipertrofico, l’asportazione parziale o completa della placca ungueale. Sfortunatamente, il tasso di recidive post-operatorie è molto elevato, infatti, a seconda della tecnica utilizzata, si va dal 77 all’86%.
Un altro tipo di tecnica chirurgica che vanta una minore percentuale di recidive è l’onicectomia parziale con acido fenolico. L’intervento viene eseguito in anestesia locale. Al paziente viene applicato un laccio emostatico alla base dell’alluce; la parte di unghia alterata viene poi asportata; a questo punto viene applicato un tampone con acido fenolico all’80%. Il laccio emostatico viene rimosso e la parte viene fatta sanguinare. Terminata l’applicazione, la parte operata viene sottoposta a una fasciatura compressiva e il paziente può camminare fin da subito.
Non è necessaria l’applicazione di punti di sutura.