Da tempo si discute sui vaccini e sulla loro presunta pericolosità. Le polemiche sono all’ordine del giorno e le bufale sulla questione sono veramente tante.
Per fare chiarezza, in occasione della settimana mondiale delle vaccinazioni (partita il 24 aprile 2016) e promossa dall’OMS, la SIP (Società Italiana di Pediatria) ha lanciato il suo decalogo antibufale con lo scopo di smentire, una volta per tutte, i numerosi e comuni falsi miti sui vaccini; i pediatri, infatti, ritengono che solo attraverso un’informazione corretta si possa contrastare il calo delle coperture vaccinali.
Il decalogo è frutto del lavoro di un gruppo di esperti e rappresenta la prosecuzione di un percorso avviato a novembre 2015 in occasioni degli Stati Generali della Pediatria.
I vaccini contengono ingredienti e additivi pericolosi – FALSO
I vaccini contengono vari elementi; oltre al principio attivo (di solito un microrganismo attenuato o inattivato) sono presenti un liquido di sospensione (generalmente acqua distillata sterile o soluzione fisiologica sterile) e conservanti (in genere sali di alluminio, utilizzati anche come adiuvanti).
L’uso di conservanti a base di mercurio è stato completamente abbandonato a partire dal 2002, sia per l’attenzione mediatica esplosa in quel periodo su basi poi rivelatesi infondate, sia per la scomparsa di vaccini in confezione multidose per i quali veniva utilizzato.
Altri elementi presenti sono gli stabilizzanti come albumina e gelatina, e infine antibiotici, utilizzati in dosi molto basse per prevenire la crescita batterica (fra i più usati neomicina, kanamicina e streptomicina; altri antibiotici a maggior rischio di allergia non sono utilizzati).
Tutte le sostanze citate sono presenti in quantità bassissime e nella grandissima parte dei casi non costituiscono alcun problema per la salute. Saltuariamente possono manifestarsi reazioni allergiche locali delle quali l’operatore sanitario informerà prima della somministrazione.
Le malattie infettive stavano scomparendo prima dei vaccini – FALSO
Chi nega il ruolo fondamentale delle vaccinazioni nel controllo di molte patologie infettive afferma che queste sono scomparse o comunque ridotte per le migliorate condizioni economiche e sanitarie. In realtà non è così. Un esempio significativo: la poliomielite è sempre esistita ed epidemie si sono verificate, per esempio, in Europa anche negli anni ’50-’60 del secolo scorso, ovvero in un periodo nel quale si era assistito a un radicale miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie. È solo dopo l’introduzione su vasta scala del vaccino anti-polio negli anni ’60 che si è assistito alla scomparsa della malattia.
I vaccini non proteggono il 100% dei vaccinati – FALSO
Proprio perché i vaccini non hanno un’efficacia del 100% è necessario avere e mantenere percentuali di coperture vaccinali sempre elevate. Così facendo, con l’associazione degli eventuali richiami vaccinali previsti nel corso dell’esistenza, è possibile avere un numero sempre maggiore di soggetti immunizzati, che impediranno agli specifici virus e batteri di trasmettere patologie infettive, anche alle persone che non hanno risposto in maniera efficace ai vaccini. Si tratta, come noto a molti, di una condizione che viene definita “immunità di gregge”.
È necessario tenere presente che anche il contrarre alcune patologie infettive, per esempio la pertosse (la cosiddetta “tosse cattiva”), non conferisce una protezione per tutta la vita, per cui è sempre opportuno proteggersi con la vaccinazione, in modo tale da avere sempre alti livelli di protezione e acquisire sempre più la consapevolezza dei reali benefici della vaccinazione.
I vaccini causano l’autismo – FALSO
A tutt’oggi dai numerosissimi studi scientifici effettuati non emerge alcun dato sul possibile nesso di causalità tra vaccini e autismo. L’unico studio che riportava un legame causale fra vaccino contro morbillo-parotide-rosolia e autismo si è rivelato gravemente fallace, al punto che lo stesso autore dello studio, un medico britannico, nel maggio 2010 è stato radiato dall’Ordine professionale mentre il suo studio è stato ritrattato dalla prestigiosa rivista su cui era stato pubblicato (si legga il nostro articolo Autismo al paragrafo Vaccini e autismo).
Anche se tale studio è stata utilizzato in modo speculativo da parte degli antivaccinatori, recentemente c’è stata una netta presa di posizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che, in uno specifico documento a domande-risposte sui disturbi autistici, ribadisce che “i dati epidemiologici disponibili non mostrano alcuna evidenza di un legame tra vaccino MPR e disordini dello spettro autistico”, così come “non esiste evidenza che qualunque altro vaccino pediatrico possa aumentare il rischio di questi disturbi” e inoltre che revisioni commissionate dalla stessa OMS hanno concluso che “non esiste associazione tra l’impiego nei vaccini di conservanti come il timerosal e disturbi dello spettro autistico”.
Tutti i vaccinati contro l’influenza la prendono comunque – FALSO
L’influenza è una delle patologie infettive a maggior impatto sociale, dal momento che provoca annualmente in Italia da 5 a 8 milioni di casi con circa 8.000 morti con alti costi economici per la Sanità pubblica. La vaccinazione anti-influenzale è in grado di ridurre complicanze, ospedalizzazioni e morti.
Ma si può contrarre l’influenza anche se si è vaccinati? Sì, è possibile per tre motivi:
a) occorrono circa due settimane affinché la protezione generata dalla vaccinazione sia ottimale, e durante questo lasso di tempo è possibile essere contagiati.
b) I virus dell’influenza mutano spesso e i ceppi contenuti nel vaccino vengono scelti in febbraio; può quindi capitare che vi sia una leggera differenza tra i ceppi vaccinali e i virus in circolazione.
c) Gli anziani rispondono meno bene ai vaccini, ma va anche detto che, se la contraggono, i rischi di complicazioni sono decisamente ridotti.
Dunque, alcuni “fisiologici” casi di non efficacia del vaccino e qualche inevitabile episodio di “mismatch” (ossia la discrepanza tra la protezione offerta dal vaccino stagionale e gli antigeni circolanti) non tolgono all’attuale strategia della raccomandazione su larga scala un profilo di costo-efficacia che collocano la vaccinazione antinfluenzale tra una delle massime priorità nel campo della Sanità pubblica.
I vaccini sono inutili, le malattie infettive sono state debellate – FALSO
Le malattie infettive non sono state del tutto debellate, soltanto il vaiolo è scomparso e questo, peraltro, grazie alle vaccinazioni anti-vaiolo. Molte altre patologie infettive si sono fortemente ridotte in Occidente e potrebbero essere debellate solo con una vaccinazione di massa.
La poliomielite, per esempio, è scomparsa in Europa e in molti Paesi grazie alla vaccinazione, ma può tornare se calano le coperture vaccinali. Un’epidemia è stata descritta in Olanda negli anni ‘90 in un gruppo di adepti della Chiesa Olandese Protestante Riformata che rifiutavano di vaccinare i propri figli, con 72 episodi di infezione, 2 morti e 59 paralizzati a vita. Relativamente di recente(2015), un focolaio di paralisi flaccida acuta è stato registrato in Siria, con 36 casi in bambini di età inferiore ai 2 anni non vaccinati o solo parzialmente vaccinati a causa della guerra. Per cui è soltanto con la vaccinazione di massa che molte malattie infettive vengono tenute sotto controllo e potranno essere debellate nel prossimo futuro.
Perché dovrei vaccinare mio figlio se le malattie sono scomparse?
Perché è necessario non abbassare la guardia nei confronti del “nemico”! Il successo della scomparsa dal 1980 di una malattia infettiva come il vaiolo, che da sola provocava circa 5 milioni di morti all’anno, è dovuto soprattutto alla vaccinazione, ma per molte altre malattie infettive potenzialmente gravi, che possono essere prevenute con i vaccini, c’è ancora molto da fare in quanto sia in Europa che nel resto del mondo si verificano ancora focolai infettivi.
I vaccini rimangono comunque un fondamentale strumento preventivo che con un unico gesto permette di offrire sia una protezione individuale sia una protezione della collettività; non a caso la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente dichiarato che i vaccini prevengono più di 2,5 milioni di morti ogni anno e che i bambini, essendo maggiormente a rischio di contrarre malattie prevenibili con i vaccini, devono essere protetti fin dai primi mesi di vita.
Tanti vaccini in una sola puntura sono dannosi – FALSO
Questo falso mito è stato sfatato sulla base delle conoscenze acquisite nell’ambito dell’immunologia.
Il sistema immunitario del neonato è in grado di montare un’eccellente risposta immunitaria poche ore dopo la nascita, come testimoniato dalla risposta protettiva nei confronti del vaccino contro l’epatite B somministrato nei nati da mamma con HBV dopo il parto. Il lattante è in grado di generare una completa risposta immunitaria sia umorale che cellulo-mediata in risposta a multiple somministrazioni vaccinali.
La coniugazione dei vaccini con «proteine carrier» induce una risposta immunitaria addirittura più potente di quella indotta dalla malattia naturale.
Il nostro sistema immunitario è in grado di riconoscere e di rispondere ad un elevatissimo numero di antigeni. Partendo dai principi dell’immunologia è possibile stimare il numero di vaccini a cui un bambino potrebbe rispondere in una sola volta: ovvero ogni bambino avrebbe la capacità teorica di rispondere a circa 10.000 vaccini contemporaneamente.
Quanto alla falsa credenza riguardo all’indebolimento o alla sovra-stimolazione del sistema immunitario in concomitanza della somministrazione multipla di vaccini, numerosi studi hanno ormai dimostrato come la risposta umorale sia simile per le somministrazioni multiple e per le somministrazioni singole per la maggioranza dei vaccini attualmente in commercio.
Troppi vaccini indeboliscono il sistema immunitario – FALSO
Fin dalla nascita, il nostro sistema immunitario incontra migliaia di virus e di batteri e produce anticorpi diretti contro gli antigeni che li compongono. È cosa nota che per mezzo degli anticorpi è in grado di riconoscere contemporaneamente almeno cento miliardi di antigeni. Quanti antigeni contengono i vaccini che somministriamo ai piccoli bambini? Negli anni ’80 del secolo scorso si iniettavano più di 3.000 antigeni per vaccinare contro 7 malattie (difterite, tetano, pertosse, poliomielite, morbillo, parotite e rosolia). Grazie ai progressi delle biotecnologie, i vaccini sono molto più purificati: oggi si iniettano 150 antigeni soltanto per vaccinare contro 14 malattie (alle precedenti si sono aggiunte emofilo, epatite B, varicella, pneumococco, meningococco B e C, rotavirus). Sono numeri che impegnano ben poco il sistema immunitario che non viene né sopraffatto né indebolito.

n Italia, fu Luigi Sacco (1769-1836) a diffondere la vaccinazione contro il vaiolo
Prima del vaccino tutti facevano il morbillo e nessuno è morto – FALSO
I vaccini agiscono utilizzando i meccanismi di difesa naturali, stimolando una risposta immunitaria naturale atta a produrre anticorpi contro i virus e i batteri. Prima che esistessero le vaccinazioni, talvolta i bambini morivano e si ammalavano con gravi complicanze ed è per questo motivo che si sono studiati i modi per evitare l’insorgenza di patologie infettive. È bene sapere che i vaccini sono una conquista importante per la medicina ed evitano ogni anno 3 milioni di morti in tutto il mondo. Per esempio, l’infezione naturale da morbillo provoca l’encefalite in uno su 1.000 bambini infettati e provoca la morte in 2 su 1.000 individui infettati. Al contrario, la vaccinazione MPR (morbillo, parotite e rosolia) può provocare come complicanza una grave reazione allergica solo in uno su 1.000.000 di soggetti vaccinati.
Quindi, i benefici della immunità acquisita con i vaccini raccomandati, superano straordinariamente i gravi rischi della infezione naturale.
In conclusione, è molto più sicuro ricorrere ai vaccini piuttosto che subire la malattia naturale.