Le fascicolazioni muscolari (o soltanto, più comunemente, fascicolazioni) sono contrazioni di gruppi di fibre muscolari che avvengono in modo spontaneo, rapido e a intervalli regolari; sono visibili al di sotto della pelle e talvolta sono associate a crampi.
Quando una persona viene colpita da una fascicolazione ha la sensazione di un movimento molto rapido, un “guizzo” che avverte sotto pelle, ma non compie nessun movimento delle articolazioni.
Le fascicolazioni possono interessare tutti i muscoli volontari, ma, in genere, interessano i muscoli delle braccia, delle gambe e delle palpebre.
Di norma, il movimento volontario del muscolo interessato fa interrompere immediatamente la fascicolazione, che però può poi ricomparire una volta che il muscolo è a riposo.
Fascicolazioni benigne
Le fascicolazioni muscolari sono provocate da un’ipereccitabilità dei muscoli che facilita la loro spontanea attivazione; alla base di ciò possono esserci vari fattori di minore o maggiore gravità (per esempio, semplici squilibri elettrolitici oppure gravi danni degenerativi a carico delle unità motorie).
Nella gran parte dei casi le fascicolazioni muscolari non sono associate a malattie muscolari o neurologiche, sono quindi un fenomeno benigno che compare in modo occasionale senza essere associate ad atrofia muscolare o ad astenia; l’esecuzione di un’elettromiografia non rivelerebbe alcunché di patologico. Una tra le cause più frequenti è la cosiddetta sindrome delle fascicolazioni benigne (SFB o, all’inglese, BFS, Benign Fasciculation Syndrome), una sindrome dalle cause sconosciute in cui il sintomo fa la sua comparsa a intervalli abbastanza regolari alternandosi a periodi di remissione nel corso della vita del soggetto. La sindrome può avere una durata piuttosto lunga, anche molti anni, ma non comporta nessuna conseguenza degna di nota.
Le altre cause
Fra le altre cause non particolarmente gravi possono esservi anche carenze di minerali (per esempio, di magnesio e/o di potassio), sforzi fisici eccessivi, bassi livelli di glicemia, privazione del sonno, stati di ansia e/o stress, abuso di sostanze stimolanti (per esempio, anfetamine o caffeina), astinenza da alcol o da sostanze stupefacenti, assunzione di farmaci (per esempio, salbutamolo, un principio attivo utilizzato nel trattamento dell’asma) o una loro sospensione (benzodiazepine).
Le fascicolazioni muscolari possono però anche essere uno dei segni clinici riscontrabili in caso di gravi patologie neurologiche quali fra cui ricordiamo:
- distrofia muscolare
- miastenia gravis
- poliomielite
- sclerosi laterale amiotrofica (SLA)
- sclerosi multipla
- siringomielia.
Altre possibili cause sono l’intossicazione da pesticidi, la fibromialgia, la sindrome da fatica cronica, l’idrofobia, l’ipo- e l’ipertiroidismo, le neoplasie del midollo spinale, le ernie del disco e i traumi spinali.
Fascicolazioni – Approccio diagnostico
Casi sporadici di fascicolazioni non dovrebbero preoccupare eccessivamente; come detto precedentemente, infatti, in gran parte dei casi siamo di fronte a problematiche di poco conto. Tuttavia, se il sintomo dovesse essere persistente, può essere consigliabile un consulto con uno specialista neurologo.
Inizialmente si dovrebbe pensare a una sindrome delle fascicolazioni benigne la cui diagnosi viene fatta per esclusione: se dai vari test richiesti non emergono indicazioni che possano far pensare a una delle cause più gravi di fascicolazioni muscolari, si pone la diagnosi di SFB. Un esame che può essere di notevole aiuto è l’EMG, ovvero l’elettromiografia, che in caso di SFB non mostrerà alterazioni; importanti sono anche i test fatti per verificare il controllo della forza muscolare; se non si notano particolari differenze globali della forza muscolare oppure diversità fra la forza della parte sinistra e quella della parte destra, è decisamente probabile che le fascicolazioni non siano causate da gravi patologie. In caso contrario, è opportuno procedere con ulteriori controlli.

L’elettromiografia è l’esame indicato nel caso di fascicolazioni
A seconda dei casi potrebbero essere richiesti esami quali risonanza magnetica, TAC, dosaggio degli ormoni tiroidei ecc.
Molto spesso, nel caso sia stata formulata una diagnosi da SFB, il neurologo consiglia di ripetere i controlli (EMG in primis) a intervalli regolari per un certo periodo di tempo, allo scopo di confermare l’esattezza della diagnosi.
Fascicolazioni muscolari – Cura
A seconda della causa sottostante individuata, la cura sarà diversa. Le fascicolazioni muscolari benigne tendono a risolversi in maniera spontanea (in alcuni casi temporaneamente, in altri definitivamente) e non esiste una vera e propria terapia. Talvolta vengono prescritti farmaci anticonvulsivanti o beta-bloccanti. Dovrebbero essere comunque eliminati o minimizzati tutti quei fattori che possono scatenare la condizione (ansia, stress, privazione del sonno, sforzi fisici eccessivi, assunzione eccessiva di caffeina, abuso di farmaci stimolanti ecc.).
Se il medico sospetta che le fascicolazioni muscolari possano essere dovute a carenze di calcio, magnesio o potassio, potrà prescrivere una specifica integrazione.
Nel caso in cui che il sintomo sia legato alla presenza di una determinata patologia, è attraverso la cura specifica di quest’ultima che si può giungere alla risoluzione o a una riduzione del problema, anche se, a seconda della gravità della patologia sottostante, non è detto si possano raggiungere i risultati sperati.