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Microcitosi

La microcitosi delle emazie (più comunemente soltanto microcitosi o microcitemia) è una condizione che si contraddistingue per la presenza nel sangue di globuli rossi (anche emazie o eritrociti) il cui volume medio è inferiore a quello considerato come normale.

L’esame che consente di conoscere il volume medio dei globuli rossi è l’MCV (Mean Corpuscolar Volume, ovvero volume corpuscolare medio); l’MCV si ricava dalla formula

ematocrito*10/numero di globuli rossi.

I valori di riferimento dell’MCV, che viene misurato in femtolitri (fl), sono i seguenti:

  • nascita: da 110 a 128 fl
  • 5-24 mesi: da 70 a 85 fl
  • 2-6 anni: da 75 a 90 fl
  • 6-12 anni: da 78 a 95 fl
  • >12 anni: da 80 a 100 fl.

In un soggetto adulto, quindi, un valore di MCV inferiore agli 80 fl indica una condizione di microcitosi.

Si deve considerare che i valori di riferimento sopra riportati potrebbero variare, seppur lievemente, da laboratorio a laboratorio.

In caso di scostamenti minimi dall’intervallo di normalità, quindi, per stabilire il significato patologico di un’alterazione del volume corpuscolare medio (una microcitosi o una macrocitosi) è necessaria anche la valutazione di altri parametri fra cui numero di eritrociti, contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH), concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC), RDW (ampiezza di distribuzione dei globuli rossi) ecc.

I globuli rossi il cui volume è ridotto rispetto alla norma sono detti microciti; la condizione opposta alla microcitosi è la macrocitosi; in quest’ultimo caso il volume medio delle emazie è superiore ai valori considerati come normali. La condizione di normalità viene detta normocitosi.

Il termine che invece indica una condizione clinica caratterizzata dalla presenza nel sangue di globuli rossi di diverse dimensioni è nota come anisocitosi.

Condizioni che possono determinare microcitosi

Le condizioni che possono determinare la comparsa di microcitosi sono svariate, fra esse è opportuno ricordare le seguenti:

  • Anemia ipocromica microcitica
  • Avvelenamento da piombo
  • Carenza di vitamina B6 (piridossina)
  • Carenze proteiche
  • Malattie infiammatorie croniche
  • Neoplasie
  • Talassemia.

Vale la pena di accennare all’anemia ipocromica microcitica, un gruppo del quale fanno parte le seguenti forme:

  • anemia sideropenica (forma caratterizzata da carenza di ferro)
  • anemia sideroblastica (caratterizzata da accumulo di ferro nei mitocondri degli eritroblasti)
  • talassemie.

 

L’anemia ipocromica è una delle forme di anemia che si riscontrano più frequentemente nei bambini; può dipendere da un difetto congenito (trait talassemico), da una carenza di ferro (per cattivo assorbimento, per basso introito, per perdite ematiche) o da una patologia infiammatoria. Oltre alla microcitosi si riscontra una concentrazione media di emoglobina inferiore alla norma; ne consegue una diminuita capacità del sangue di trasportare ossigeno.

Di notevole importanza sono anche le talassemie, patologie genetiche ereditate dai genitori. Le tipologie principali sono l’alfa talassemia e la beta talassemia (nota anche come anemia mediterranea). La microcitosi è caratteristica delle talassemie, tant’è che come sinonimo di beta-talassemia si può utilizzare l’espressione microcitemia costituzionale.

Conseguenze della microcitosi

Eventuali problematiche non dipendono dalla microcitosi, ma dalle patologie che hanno causato la sua insorgenza le quali possono comportare quadri clinici molto diversi fra loro; in alcune circostanze la patologia di base è però asintomatica (non dà alcun segno di sé) o paucisintomatica (eventuali segni e sintomi sono pressoché insignificanti).

A seconda della causa che l’ha determinata, la microcitosi può essere associata a vari sintomi e segni; fra quelli più frequentemente riscontrati, legati a un quadro di anemia, si ricordano:

  • debolezza
  • facile affaticamento
  • fiato corto
  • pallore cutaneo
  • mal di testa
  • capogiri
  • vertigini
  • perdita di appetito
  • capelli e unghie fragili.

Nei casi più gravi, la microcitosi può essere associata inoltre a cardiopalmo (palpitazioni), dolori al petto, ittero, perdite ematiche, febbricola ricorrente, irritabilità, ittero e progressiva distensione addominale (determinata da epato- e/o splenomegalia).

In caso di anemia grave si possono poi avere ipotensione, ipossia, disturbi cardiaci e problemi polmonari.

Diagnosi di microcitosi

Per la diagnosi è necessario sottoporsi a un esame emocromocitometrico (più comunemente noto come emocromo); fra i valori riportati si avranno:

  • WBC – Globuli bianchi
  • RBC – Globuli rossi
  • HGB – Emoglobina
  • HCT – Ematocrito
  • MCV – Grandezza media globulo rosso
  • MCH – Contenuto emoglobina singolo globulo rosso
  • MCHC – Contenuto medio emoglobina nel sangue
  • RDW – Coefficiente di Variazione di Volume dei globuli rossi
  • PLT – Piastrine
  • MPV – Volume Piastrinico Medio
  • PCT – Piastrinocrito o ematocrito piastrinico
  • PDW – Coefficiente di Variazione di volume delle piastrine
  • LYM% – Percentuale linfociti
  • MON% – Percentuale monociti
  • NEU% – Percentuale neutrofili
  • EOS% – Percentuale eosinofili
  • BAS% – Percentuale basofili.

Trattamento della microcitosi

Un’eventuale risoluzione della microcitosi deve passare attraverso la terapia della causa scatenante; un trattamento adeguato della condizione patologica sottostante porta in genere alla risoluzione del quadro clinico, microcitemia compresa; si deve però ricordare che alcune cause di microcitosi (per esempio le talassemie e alcune forme di anemia sideroblastica) hanno origine congenita e, conseguentemente, non sono guaribili.

microcitosi delle emazie

Nel caso di microcitosi delle emazie è indicato un esame del sangue di emocromo completo.

Forme lievi di microcitosi possono trarre giovamento dall’assunzione di integratori di ferro e di vitamina C (che aumenta la capacità dell’organismo di assorbire il ferro).

Se la microcitosi è invece determinata da patologie di una certa gravità possono essere necessari interventi più drastici fra cui le trasfusioni di sangue, il trapianto di midollo osseo o cellule staminali e l’intervento di splenectomia (rimozione della milza).

In alcuni casi la microcitosi è transitoria e non necessita di alcun intervento specifico.

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